di Davide de Bari - Video
Intervista al presidente dell’associazione Meter che si occupa di contrastare la pedofilia e la pedopornografia
Nel 2017, l’Oms ha stimato che fino a 1 miliardo di minori di età compresa tra i 2 ed i 17 anni ha subito violenze fisiche, emotive, sessuali, o dovute ad abbandono e incuria. E’ da questo dato che è partita l’intervista a don Fortunato Di Noto su "Qui Pianeta Terra", programma diffuso su Radio Saiuz, Radio Aut Marche, Viva Radio e sul canale youtube.
Don Di Noto è presidente dell’associazione Meter che si occupa da anni di contrastare i fenomeni della pedofilia e pedopornografia, aiutando 1600 vittime e denunciando giornalmente portali web dove vengono esposti video pedopornografici. Il prete è da anni anche sotto tutela in quanto ha ricevuto minacce da tutte quelle persone denunciate dalla sua associazione. Inoltre, è anche membro del tavolo tecnico dell’Osservatorio Nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia online della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari Opportunità; componente del gruppo tecnico interistituzionale per la lotta alla pedofilia e alla pedopornografia della Regione Sicilia e membro del comitato scientifico della Polizia Postale e delle Comunicazioni. “Il fenomeno è gravissimo e si sta estendendo. - ha detto ai radioascoltatori il parroco - Adesso i bambini sono diventati un oggetto economico fin dalla più tenera età... in quanto esistono criminali che ne abusano tragicamente con stupri sin da 'zero mesi' di età, quindi anche da appena nati".
Di Noto ha spiegato che i responsabili sono anche i genitori perché è compito di quest’ultimi evitare che i bambini siano esposti a tali violenze. “Quando mettiamo al mondo un bambino dobbiamo essere in grado di dare loro un ambiente sicuro e quindi se accade ciò i genitori sono complici. Ma oltre a questo c’è proprio una stratificazione di criminalità su questo fenomeno, come ad esempio quando i bambini vengono rapiti”. Il prete ha anche spiegato che ogni “abuso lascia sempre un trauma permanente” e oggi “non c’è uomo che non abbia subito violenze nella sfera sessuale o emotiva quant'altro...”. Secondo il parroco siciliano chi subisce violenze, spesso, trova difficoltà poi in età ad adulta a relazionarsi in quanto “con l’abuso si convive e questo necessita di cure”, “non tutti poi sono pronti ad accogliere chi è vittima”.
Uno dei problemi che si riscontra nella conoscenza del fenomeno è proprio la “normalizzazione”. “Spesso le persone normali stentano a credere e c’è il rischio di normalizzare il fenomeno. Noi dobbiamo lottare contro le lobby che vogliono normalizzare il fenomeno della pedopornografia. - ha proseguito nell’intervista - Non si possono definire normali le relazioni sessuali tra adulto e bambino, in quanto questi non hanno la capacità, la comprensioni delle leggi e non possono decidere liberamente”. Di Noto ha poi spiegato che il pedofilo “è alla ricerca di bambini che non hanno ancora sviluppato i caratteri sessuali quindi da 0 a 13 anni. Un pedofilo non andrebbe mai con una ragazza che ha il ciclo. La perversione così elaborata distrugge la vita del bambino”.
Secondo il prete “la società dovrebbe reagire diversamente e con questo non sto dicendo che mancano le leggi, ma forse che non c’è l’attuazione delle stesse e concretezza nel metterle in pratica. Non c’è un vero piano che riguarda la pedofilia e la pedopornografia”.
Il presidente dell’associazione Meter ha spiegato che la normativa che va a colpire la pedofilia, nei “casi che si sono verificati in Europa non è stata quasi mai utilizzata. Adesso i pedofili non sono più chiamati con questo nome ma 'adulti attratti da minori' oppure 'pedofili virtuosi' - ha spiegato - Ci sono decine di portali e in tutto il mondo il fenomeno non viene per niente contrastato. C’è solo l’impegno mediatico che fa emergere il problema”. Inoltre, Di Noto ha spiegato che quando i server provider individuano i video “non devono solo rimuovere ma fornire le informazioni per individuare il pedofilo”, cosa che invece non avviene.
In conclusione, il prete ha parlato di “mancanza della volontà politica” nel contrastare il fenomeno. “Nessuno è capace di venire nella nostra sede per capire cosa stiamo facendo. - ha terminato - Molti giornalisti sono venuti per sbeffeggiarci, per questo gli dico guardate un attimo quello che facciamo: ma non durano nemmeno 10 secondi alla visione di un video in cui un neonato grida mentre viene stuprato”.
Foto © Imagoeconomica
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