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di AMDuemila
L'ex militare è già a processo per le torture avvenute durante la dittatura argentina

Nuove accuse a carico dell'ex militare argentino Carlos Luis Malatto. Un gruppo di parenti di desaparecidos e vittime della dittatura ha chiesto udienza al consolato italiano a Mendoza, nell’ovest dell’Argentina. Quello che chiedono è che le autorità italiane procedano nei confronti del reduce che da anni ormai vive in Italia libero, mentre in Argentina deve rispondere delle accuse di omicidio plurimo, associazione per delinquere, lesioni aggravate, violazione di domicilio e sequestro di persona riferite a quattro persone sequestrate nella provincia di San Juan fra il 1975 e il 1977, anni di dittatura civico-militare. A queste vicende si aggiungerebbero quelle di Florentino Arias, Armando Alfredo Lerouc e di sua moglie Elida Lourdes Saroff. All'epoca, si trattava di tre cittadini accusati di fare stampa clandestina invisa al regime di Videla, ovvero i coniugi Lerouc erano giovani peronisti catturati l’11 novembre del 1976 a San Juan, dove avevano riparato insieme al figlio piccolo nel tentativo di evitare l’arresto che era già toccato a Anselmo Saroff, titolare della tipografia di famiglia a San Martin. Armando fu fucilato e suo figlio fatto ritrovare successivamente ai nonni, ma dell’insegnante elementare Elida Lourdes non si ebbero mai più notizie. Per quanto riguarda Florentino Arias fu prelevato dalle famigerate Ford Falcon dell’intelligence un mese prima, il 23 ottobre del 1976, proprio nella sua tipografia di San Juan, sotto gli occhi del suo socio. Secondo la denuncia di sua figlia Viviana Noemi, negli anni successivi alla sua sparizione alcune macchine della tipografia di famiglia vennero ritrovate da suo fratello Ezequiel Victor Arias all’interno dei locali del reggimento di fanteria di montagna denominato RIM22 e un testimone avrebbe riconosciuto il padre fra cinque prigionieri ammanettati, incappucciati e fucilati in una vasca di calce viva nei dintorni del comune di Zonda. Al tempo Malatto era tenente ed era conosciuto per l'efferatezza dei crimini contro i dissidenti politici.
Negli ultimi giorni, in Argentina, le associazioni delle vittime hanno esultato per le sentenze nei tribunali di Santa Fe e Bahia Blanca, le quali hanno sancito ergastoli e condanne a ex quadri militari della Marina accusati di crimini di lesa umanità durante la dittatura, e sulla scorta di questi chiedono giustizia anche oltreoceano, dove è stato dato mandato a un team di legali composto dagli avvocati Francesca Sassano, Marta Lucisano, Arturo Salerni e Alessia Liistro per procedere con le loro denunce presso le autorità italiane.
Al processo a Roma era anche presente l'associazione "24marzo" che già nel processo Condor ha rappresentato i parenti dei desaparecidos e delle vittime delle dittature latinoamericane. La onlus nei confronti di Malatto aveva già nel 2015 depositato alla Procura di Roma una denuncia nella quale aveva chiesto la valutazione di una misura cautelare legata al pericolo di fuga in un altro paese europeo, in seguito alla quale il ministro della Giustizia Andrea Orlando aveva firmato l’autorizzazione a processarlo in Italia, ma da quel periodo l’ex militare argentino aveva fatto perdere le sue tracce, fino a quando i giornalisti de “La Repubblica" lo hanno raggiunto in Sicilia lo scorso giugno.

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