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di Karim El Sadi
Whashington ha speso 822 miliardi in Irak e 975 miliardi in Afghanistan. L'Italia 11° in classifica con 27,8 miliardi

"Dall'11 settembre, un'intera generazione di giovani americani ha raggiunto una nuova comprensione del valore di libertà, dei suoi costi, della missione e del suo sacrificio. La battaglia è ora ingaggiata su molti fronti. Non tergiverseremo, non ci stancheremo, non vacilleremo e non falliremo. La pace e la libertà avranno la meglio. Grazie. Che Dio benedica l'America". 7 ottobre 2001, gli Stati Uniti ancora non si sono ripresi dal triste e controverso abbattimento delle Torri Gemelle, ma l'allora presidente George W. Bush già prometteva alla nazione, con questo discorso trasmesso in diretta mondiale, che in breve avrebbe fatto giustizia sguinzagliando le potenti forze armate USA per eliminare i "terroristi" di Al Qaeda. E così fece. Da quell'anno le truppe di terra e aria statunitensi si sono mosse verso oriente per invadere l'Afghanistan caduto in mano ai fondamentalisti e agli uomini di Osama Bin Laden. Una guerra, quella contro il terrorismo, che provocò centinaia di migliaia di civili uccisi, milioni di rifugiati, e altrettante migliaia di soldati americani assassinati e feriti. Ma in questi 18 anni di "esportazione della democrazia" in medio oriente, l'America non ha pianto solo i propri figli caduti al fronte (o tornati con invalidità varie), ma anche le proprie casse. Secondo i calcoli elaborati dal Watston Institute della Brown University, gli Usa avranno speso entro la fine del 2019 5933 miliardi di dollari nella “guerra al terrore”, dall’Irak all’Afghanistan. Prendendo in considerazione solo i fondi a disposizione del Dipartimento della Difesa, sono stati spesi 822 miliardi in Irak e 975 miliardi in Afghanistan, le due aree che hanno catalizzato la maggior parte degli investimenti. Numeri da capogiro. Seguono i costi militari in Europa e Africa (137miliardi), Siria (54 miliardi, dal 2014) e Pakistan (10 miliardi dal 2002).
Ma non finisce qui. Il Pentagono prevede, attualmente, progetti per altri 80 miliardi di dollari fino a tutto il 2023, ma anche se tutte le guerre terminassero entro quattro anni, la spesa salirebbe di altri 808 miliardi per arrivare a un bilancio totale di 6 mila e 700 miliardi. Questo perché continuerebbero ad essere sostenuti i costi per i veterani delle guerre dall’11 Settembre (i quali allo stato attuale ammontano a 353 miliardi di dollari) e per gli interessi da pagare sui soldi presi in prestito per finanziare gli interventi (finora 716 miliardi). Il picco dei veterani salirà, entro i prossimi vent’anni, a 4,3 milioni di persone e con esso i costi per l’assistenza. Gli Stati Uniti però, va sottolineato, non sono gli unici ad avere speso una fortuna in armamenti per la "guerra al terrore". Seguono a coda dietro di loro (che mantengono ben saldo il primato) la Cina con “soli” 250 miliardi, l’1,9 per cento del Pil e l’Arabia Saudita con 68 miliardi, l’8,8 per cento del Pil. Al quarto posto l’India con 66,5 miliardi (2,4%), seguita dalla Francia, primo Paese europeo, con 63,8 miliardi (2,4%). L’Italia non è lontana in classifica. Occupa infatti l’11° posto con 27,8 miliardi di dollari, l’1,3 per cento del Pil.

Foto © Reuters / Omar Sobhani

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