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di Antinucleares Bolivia e Yomar Ferino Lanza
Nell'immaginario di Evo, un processo di emancipazione per il paese latinoamericano, il sogno di una grande patria è accedere alla tecnologia nucleare. Sarebbe come iniziare a fabbricare egli stesso gli specchietti a colori. Non lo deludono, al contrario suscitano in lui meraviglia. Mentre il mondo avanza come un cavallo imbizzarrito a causa della crisi sistemica (cambiamento climatico irreversibile, esaurimento di risorse, Fukushima che sta devastando il Pacifico), Evo, pur non avendo alcuna necessità energetica, sta conducendo trattative per reattori nucleari sull'Altopiano. Lo fa nell’ambito di una negoziazione con la Russia che riguarda idrocarburi, armi (trasferimento di tecnologia ed addestramento militare), ed energia nucleare.
"… La Russia sarà l'attore protagonista del progetto, poiché questo paese si fa carico dell'importazione di materiale nucleare in Bolivia, si occupa di gestire la normativa boliviana per tutto ciò che riguarda il tema nucleare e si occupa persino del personale boliviano. Cosa rimane della nostra sovranità, uno dei temi in cui certamente avevamo già fatto dei passi in avanti? Inoltre, la Russia gestirà tutto il ciclo nucleare, dall'estrazione dell'uranio (dalle nostre miniere), fino al suo arricchimento ed utilizzo, che include il controllo dei residui radioattivi, gestione e stoccaggio. Dove? Ovviamente in territorio boliviano. Non era vero che verrebbero portati in Russia. Logico! Né la Russia né nessun "terzo Stato" li vuole a casa propria… per di più, l'accordo, una volta ratificato, diventerà un trattato internazionale senza alcuna data di scadenza con lo status di segreto di Stato! Così che in futuro nessuno potrà sapere cosa accade là dentro, tanto meno i membri dell'assemblea che hanno approvato l'accordo. Questo non è un problema di Governo né dell'opposizione e non dovrebbe essere analizzato da questo punto di vista (che adesso ha una forte componente emotiva, perché è un grave problema per la sopravvivenza di El Alto e le zone limitrofe, e di insicurezza nazionale”.1

"… I programmi nucleari dell'attuale governo riguardano piuttosto il ruolo della Bolivia nello scenario regionale e globale. Nel discorso ufficiale attuale, la produzione di energia nucleare viene vista come un diritto, come un atto di liberazione dalle dipendenze tecnologiche. Le risorse naturali permettono, apparentemente, al paese una diversificazione energetica tale da non tralasciare alcun settore da fruttare: eolico, solare, geotermico, fossile. Ed ora, con le sue riserve di uranio a Santa Croce, Potosí e Tarija, anche nucleare. Perché optare per una fonte di energia pericolosa quando, ad esempio, il potenziale delle rinnovabili è così elevato?: Geopolitica, non necessità”.2

No, non ha niente a che vedere il costo. O se il reattore è di potenza o ricerca. Evo rappresenta lo strato della società autoctona che non è riuscita a superare la brutale dominazione culturale subita per secoli. Così come un povero vota Macri nell'Argentina del saccheggio, o un discendente afro si identifica in un discorso di odio come quello di Bolsonaro, Evo è affascinato dalla tecnologia nucleare e nella possibilità di avere un reattore lui vede il diritto di un popolo di accedere all'avanguardia della conoscenza. Ma, al contrario, i trattati lo subordinano a lungo termine. Confonde sviluppo scientifico con la cessione del territorio. Ci sono tanti campi della conoscenza che possono essere sviluppati senza rischio, eppure sceglie una tecnologia militare di scarto utilizzata dalle potenze sotto una diversa forma coloniale di dipendenza.
"… Ciò che colpisce di più è che Mallasilla, Achocalla ed i paraggi sono zone geologicamente instabili. L'acqua di Achocalla filtra sotto terra e da origine ad un paesaggio geologico eroso. "… anche se il nostro paese non dovesse essere colpito da eventuali eventi sismici, sarebbe comunque impossibile liberarsi delle conseguenze di ospitare scorie nucleari. Vale a dire che invece di diventare il centro energetico del Sudamerica, diventeremo la discarica nucleare del continente. Non solo El Alto e dintorni soffrirebbero un crescente inquinamento atmosferico di gas radioattivi, e di particelle di uranio sospese nell'aria ma, inoltre, vedrebbe le sue acque superficiali inquinate dai liquidi radioattivi versati. Si sa che l'industria dell'uranio richiede immense quantità di acqua (che non è precisamente l'elemento che abbonda a El Alto). E, infine, gli altopiani che circondano El Alto si vedrebbero seriamente inquinati dagli scarti nucleari (si sa per esperienza di altri paesi che a centinaia di chilometri dai reattori nucleari è impossibile produrre alimenti organici né allevare animali sani".3

Un po’ di energia nucleare...
Evo chiede un pochino, non molto. Se l'energia nucleare serve per illuminare una città o irradiare la quinoa non importa. L'obiettivo del progetto si adatta, quello che importa è avere energia nucleare. Quello che importa è poter parlare da pari a pari. Con chi? Con chi lo accusa di essere indio e quindi è disposto a cessare di esserlo. Dopo le massicce mobilitazioni del 2015 il progetto si realizzerà a El Alto, territorio chiave e sacro per la ricomposizione del Tiwantisuyo.
"… Dopo un lungo processo di dichiarazioni e annunci di installare energia nucleare in Bolivia iniziato un paio di anni fa dal presidente e dal vicepresidente dello Stato Plurinazionale, il tentativo di costruire quello che sarebbe per ora un "inoffensivo complesso nucleare" a Mallasilla, è stato respinto energicamente dai vicini che non sono stati soddisfatti dalle spiegazioni del progetto / Si vuole realizzare il menzionato progetto in una zona arida e friabile, vulnerabile nella stagione delle piogge e con precedenti episodi di frane. La suscettibilità dei cittadini nasce dal fatto che la proposta è nata dalla sfera ufficiale che ha enfatizzato, più e più volte, /l'ambizione di diventare una "potenza energetica regionale" per esportare energia. Un programma che si riflette già nella costruzione di grandi centrali idroelettriche, l'ampliazione dell’esplorazione e del sfruttamento di gas e petrolio in tutto il territorio inclusi i parchi nazionali e - presumibilmente - la costruzione di un impianto di energia nucleare la cui potenzialità, ubicazione e costi finali rimangono avvolti nella nebbia ed è proprio il governo che - per diversi mesi - si è negato al dibattito affermando che "questo è un tema da discutere solo con esperti”.4

Allegato 1) Costo delle scorie di un reattore.
La stampa olandese parla di un preventivo di 117 milioni di euro per "pulire" i rifiuti pericolosi di un impianto di medicina nucleare nel paese di Petten: Agli inizi degli anni ‘60, Petten iniziò a produrre isotopi radioattivi per il trattamento di pazienti con cancro. I residui vennero stoccati in circa 1.600 barili, dei quali alcuni si sono ossidati.

Allegato 2) Discarica della Centrale Atomica di Ezeiza (Argentina)
Uno dei maggiori crimini della CONEA è stato l'improponibile gestione dello stoccaggio dei residui radioattivi in bidoni arrugginiti che filtravano inquinando e rendendo radioattiva la falda acquifera di El Puelche, che fornisce acqua alle industrie imbottigliatrici di bibite (Le analisi di varie aziende hanno dato esito positivo). 5

Allegato 3) Cibo radioattivo.
1982 – L’impianto International Nutronics di Dover, New Jersey, USA, riversò una quantità non determinata di soluzione di Cobalto-60 nel sistema fognario della città. L’impianto venne chiuso. Questo caso mette in evidenza il pericolo che implica la presenza di questo tipo di impianti in una comunità.
2010 – Durante un'ispezione di routine nel Porto di Genova, Italia, fu trovata una barra di Cobalto-60 nella stiva di una nave. La barra proveniva dallo scarto di un impianto di irradiamento. Questo caso porta alla luce il problema dei residui altamente pericolosi che questi impianti generano e si ignora il livello di preparazione del personale di una nave per gestire questo tipo di residui.
L'irradiazione è positiva per l'economia? Risposta: No.
- L'irradiazione incentiva la concentrazione della produzione e trasformazione alimentare nelle grandi imprese che si possono permettere di investire in questa tecnologia. I piccoli produttori e le piccole industrie non ne hanno accesso. Anche nel presupposto che ci sia uno strumento positivo dal punto di vista della salute e dell'ecosistema.
- L'irradiazione la durata di conservazione di frutta, verdura e carne. Questo aspetto incoraggia l'importazione di alimenti provenienti da mercati lontani che così possono sopportare i tempi di trasporto ed immagazzinamento. Questa importazione pregiudicherebbe produttori ed industrie locali; e così anche il consumatore che si troverebbe di fronte alimenti meno nutritivi, con proprietà sensoriali alterate e contenenti prodotti potenzialmente dannosi.
La popolazione riceve informazione attendibile sul processo di irradiazione? Risposta: No.
- Le imprese che irradiano alimenti pretendono di far passare l'irradiazione come "pastorizzazione a freddo". La pastorizzazione è un processo completamente differente che implica un riscaldamento moderato seguito da un rapido raffreddamento.
- Le imprese paragonano l'irradiazione con la cottura in microonde. Il paragone non regge. L'irradiazione con raggi gamma è ionizzante, alterando così la composizione chimica dell'alimento. La radiazione con microonde non è ionizzante.6

Allegato 4) Reattori di ricerca e di bassa potenza finiti in progetti di testate nucleari.
È ampiamente noto che Israele possiede tra 70 e 80 bombe nucleari, probabilmente costruite con plutonio creato nel suo reattore di ricerca civile Dimona. Anche il Sudafrica ebbe a suo tempo un programma nucleare con un doppio proposito iniziato con un piccolo reattore nel 1967 utilizzando uranio ed acqua pesante forniti dagli Stati Uniti. Negli anni '70, quando i francesi offrirono aiuto al Sudafrica per la costruzione di due reattori Koeberg, i sudafricani stavano già sviluppando armi nucleari. A Novembre del 1979, il paese aveva già costruito la sua prima bomba nucleare: 5 anni prima i reattori erano commerciali. Prima della fine del regime dell’Apartheid, nel 1994, il governo delle minoranze bianche del paese smantellò le sue armi atomiche, mettendo fine al programma di armamenti nucleari.7

Note:

1: HTTPS://OBCCD.ORG/2016/03/18/EL-ALTO-UN-FUTURO-CHERNOBYL/ 

2: HTTPS://WWW.DW.COM/ES/UNA-BOLIVIA-AT%C3%B3MICA/A-18111027

3: HTTPS://OBCCD.ORG/2015/09/28/VECINOS-DENUNCIAN-QUE-SE-OCULTA-INFORMACION-DEL-CENTRO-NUCLEAR/ 

4: HTTPS://OBCCD.ORG/2015/10/07/GANA-LA-RESISTENCIA-ANTINUCLEAR-EN-LA-PAZ/ 

5: https://movimientoantinuclearzc.wordpress.com/2018/07/07/el-agua-de-ezeiza-tiene-ese-no-se-que/ 

6: https://web.facebook.com/movimientoantinuclear.zaratecampana/posts/1057269514426293?__tn__=K-R 

7: https://movimientoantinuclearzc.wordpress.com/2019/06/08/chernobylia-evo-el-judas-de-la-madre-tierra/

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