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di Matías Guffanti*
È dall'ultima dittatura civico-militare, che il paese non aveva dovuto subire una gestione della sicurezza così violenta e sanguinosa, con una evidente linea ideologica verso l'estrema destra.
Morte, repressione nei confronti di popoli originari, pensionati e lavoratori; grilletto facile, persecuzione politica a mezzi di comunicazione ed organizzazioni politiche, sindacali e di diritti umani, e a una parte della giustizia, a cui si aggiunge una politica che dimostra sempre di più un costante disprezzo verso i più vulnerabili, non si erano visti così palesemente nel nostro paese in questi ultimi 36 anni di democrazia.
Se ciò non fosse già motivo sufficiente per provare un forte senso di indignazione e di impotenza, le dichiarazioni e risposte a questo elenco nefasto, sembrano provenire da un film surreale, dove ogni cosa viene portata all’esagerazione per coinvolgere emotivamente i spettatori. La cosa triste è che tutto questo non è un film. È la nostra realtà.

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La ragazza Silvia Verónica Maldonado


Ieri una ragazza di 17 anni è morta dopo due giorni di agonia per essere stata colpita in fronte da un proiettile. A sparare un poliziotto impegnato in una perquisizione nel suo domicilio senza alcun mandato giudiziario. La giovane, Silvia Verónica Maldonado, che al momento dei fatti teneva in braccio il suo bebè di 2 mesi, cercò di respingere l’ingresso delle forze di sicurezza che senza la minima esitazione le spararono. Il fatto è avvenuto in un quartiere di Santiago del Estero, dove la polizia era intervenuta per il furto di un attrezzo ad un vicino, più specificamente: una smerigliatrice. Il Caporale José Abraham, che si è dichiarato colpevole dell’omicidio, ore prima aveva detto alla sorella della giovane: "Guardami bene in faccia, sono stato io a sparare il colpo a tua sorella”.

protesta su caso silvia maldonado

Momenti di tensione dopo la morte della 17enne Silvia Verónica Maldonado


L'indignazione del popolo argentino non si è fatta attendere ma, quale è stata la risposta del Ministro della Sicurezza della Nazione, la signora Patricia Bullrich? Nessuna. Non solo non ha detto una parola su questo caso che si aggiunge a molti altri di grilletto facile, coperti da un silenzio che ha il sapore dell’approvazione, autorizzando tacitamente a proseguire con la stessa durezza ingiustificata contro giovani innocenti, ma ha deciso di pubblicare sulle reti sociali un delirante video dove lei, in piedi di fronte ad un forno, lancia dei pacchetti di droga sequestrata, alla un tempo nota banda della città di Rosario oramai smantellata, processata e condannata da anni, Los Monos, dicendo testuali parole: "COCAINA, MARIJUANA, PASTIGLIE, PASTA DI COCA…! Ne abbiamo bruciato oltre 2.200 kg. Droga sequestrata a bande potenti che abbiamo messo dietro le sbarre come “Los Monos”, una delle più sanguinose del paese. Droga sequestrata, droga bruciata. Così costruiamo una Argentina Senza Narcotraffico". Parole improponibili in un paese dove regna la corruzione e il favoreggiamento al narcotraffico, una realtà che ci lascia impotenti di fronte alla menzogna che strappa tante vite nel nostro paese.
Ho avuto l’opportunità di incontrare il Ministro della Sicurezza insieme al presidente Mauricio Macri e alla titolare dell'Ufficio Anticorruzione, Laura Alonso (oggi denunciata ed accusata di non rispondere alle richieste più basilari e di rifiutarsi di fornire informazioni, tra l’altro, all'Organismo di Controllo della Nazione), nel seminario Antimafia italo-argentino organizzato dal Deputato Fernando Iglesias. Ho avuto l'opportunità di vedere, in quello stesso seminario, come veniva negata la parola al direttore della rivista ANTIMAFIADuemila, Giorgio Bongiovanni, quando voleva fare delle domande su fascicoli di indagini italiane che sostengono che dai porti argentini partono tonnellate di droga, e di cui un 10 percento è già precedentemente destinato a finire nelle operazioni di polizia, una spesa già contemplata nel grande commercio del narcotraffico internazionale.

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Il ministro dell'interno argentino Patricia Bullrich


Ho avuto l'opportunità di presenziare a centinaia di conferenze antimafia in Italia ed in Argentina, di incontrare rispettati giudici e pubblici ministeri di vari paesi, di stare con diversi popoli originari del nostro paese, di conoscere la famiglia Maldonado, di conversare con la famiglia di Rafael Nahuel, di viaggiare e parlare con i familiari di altre vittime di gravi ingiustizie subite nel paese che vedono coinvolte le forze di sicurezza; premettendo tutto ciò mi chiedo e chiedo al Ministro della Sicurezza Patricia Bullrich ben consapevole di quello che sta facendo:
Perché in un paese come l'Argentina, dove il fabbisogno dell’industria farmaceutica è di un milione e mezzo di tonnellate di precursori chimici, ne vengono importate 21 milioni di tonnellate?
Nessuno nei porti, né delle forze di sicurezza o del Governo, sa dell'esistenza delle tonnellate di cocaina pura trasportate in Europa?
La signora Ministro ignora che, come dicono le investigazioni del giornalista Carlos Del Frade nei suoi vari libri, una parte della Gendarmeria Nazionale, non solo negozia con il libero passaggio della droga lungo le frontiere, ma addirittura protegge i laboratori di cocaina all'interno del paese?
Lei sa signora Ministro che l'Argentina non è più solo un paese di transito della droga ma adesso ne è anche un produttore?
Signora Ministro Bullrich, Los Monos che operavano in un quartiere della periferia di Rosario sono realmente la banda più sanguinaria del paese, o è il governo argentino, in questo momento, la banda più sanguinaria del paese?

*Coordinatore del Movimento culturale internazionale Our Voice Sud America

Foto di copertina: www.elcronista.com
Foto 2: www.visionsantiago.com
Foto 3: www.lanacion.com
Foto 3: www.radioeme.com

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