di Alessia Candito - Video
L'ex sindaco di Riace: "Le case sfitte o abbandonate dai vecchi proprietari potrebbero essere ristrutturate e messe a disposizione dei braccianti. Basterebbe la volontà politica"
GIOIA TAURO. “È evidente che qualcuno è responsabile di questa tragedia, forse lo siamo tutti. Ma bisogna dire in primo luogo che si tratta di una sconfitta per lo Stato”. Mimmo Lucano, sindaco di Riace fino a qualche mese fa, quando un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina gli è costata l’esilio dal borgo divenuto simbolo mondiale di integrazione, è arrivato oggi in tarda mattinata alla tendopoli di San Ferdinando. “Ho saputo della tragedia che ha portato alla morte di un ragazzo di 29 anni e non ho potuto fare a meno di venire qui. Perché io mi sento uno di loro” dice il sindaco sospeso di Riace, che in questi mesi di allontanamento forzato, della tendopoli e dei suoi abitanti ha iniziato ad occuparsi con continuità.
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“C’è anche lui nel comitato spontaneo nato per agevolare l’integrazione abitativa dei braccianti della Piana, supportato anche da un fondo a garanzia dei locatari istituito dalla Regione. Ogni volta che vengo qui, lo scenario che vedo è allucinante” dice Lucano, “ma l’amarezza si accompagna anche alla volontà di ovviare a questa situazione. Insieme a padre Alex Zanotelli, sindaci della zona, tanti volontari e organizzazioni, perché questa è una storia che ci riguarda tutti come cittadini calabresi, abbiamo lanciato un comitato per provare a superare questa situazione attraverso il recupero delle case vuote dei paesi vicini”.
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Quelle sfitte o abbandonate dai vecchi proprietari, che come un tempo è stato fatto a Riace, per il comitato potrebbero essere ristrutturate e messe a disposizione dei braccianti. “Non ci vuole nulla per fare questo – sottolinea Lucano – basta la volontà politica”.
Tratto da: repubblica.it