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NEWS 258600di Sergey Glazyev
Glazyev: il casinò dei debiti dell'Impero è insostenibile e l'oligarchia al comando vede la guerra come l'unica soluzione per recuperare la propria egemonia.

C'è qualche ragione di aspettarsi una revoca delle sanzioni americane?
Le sanzioni sono un elemento della Guerra ibrida che gli Stati Uniti hanno scatenato contro di noi. Non lo stanno facendo perché non gradiscono 'l'annessione' della Crimea da parte della Russia, bensì per via degli interessi oggettivi e soggettivi dell'establishment americano.
Gli Stati Uniti stanno perdendo in termini di egemonia: stanno già producendo meno prodotti ed esportando meno tecnologie della Cina. La Cina si sta inoltre portando al passo dell'America sul numero di scienziati e ingegneri e molte tecnologie innovative cinesi stanno catturando l'attenzione dei mercati mondiali. Il tasso di sviluppo cinese è cinque volte superiore a quello statunitense. Il sistema internazionale d'impresa recentemente sviluppato in Cina esemplifica il nuovo ordine economico mondiale.
Le entità economiche che dominano il panorama americano, al servizio dell'oligarchia finanziaria, hanno destabilizzato il sistema monetario e finanziario statunitense, che va in default due volte l'anno. Le cause della crisi finanziaria globale del 2008 non sono scomparse e la bolla del debito americano - piramidi finanziarie costituite da derivati e debito nazionale - sta ancora crescendo.
Secondo la teoria dei sistemi, questo processo non può continuare indefinitamente. L'oligarchia americana sta cercando disperatamente di sbarazzarsi del macigno costituito dal proprio debito. Ecco perché sta conducendo una guerra ibrida, non solo contro la Russia, ma anche contro l'Europa e il Medio Oriente.
Come succede sempre in un ordine economico mondiale in cambiamento, il paese che sta perdendo la propria leadership prova a scatenare una guerra per controllare la periferia. Poiché gli americani considerano l'ex Unione Sovietica come la propria periferia finanziaria ed economica, stanno cercando di riprenderne il controllo.
L'establishment politico americano è stato allevato seguendo le chimere degli esperti in geopolitica del diciannovesimo secolo. Gli studenti americani studiano le idee politiche di base del tempo - inglesi e tedesche - nelle lezioni di scienze politiche. La questione principale di allora era "come distruggere l'Impero russo" e tuttora essi guardano al mondo attraverso gli occhi dei "falchi" del diciannovesimo secolo, quando la Gran Bretagna cercò di recuperare la propria egemonia iniziando la Prima Guerra Mondiale, per poi perdere il proprio impero coloniale dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Questo è quanto studiano gli esperti in geopolitica nel Dipartimento di Stato e alla Casa Bianca: continuano a filtrare il mondo attraverso il prisma della Guerra Fredda e degli scontri ottocenteschi fra Gran Bretagna da una parte e Russia e Germania dall'altra. Ed ora gli Stati Uniti stanno lanciando un'altra guerra mondiale.
I problemi oggettivi dell'oligarchia finanziaria Americana, mescolati alla strana mentalità degli esperti in geopolitica statunitensi, minacciano un conflitto mondiale. Tutto ciò non ha nulla a che fare con la Crimea.
Dobbiamo agire per contrastare le contraddizioni che stanno portando gli Stati Uniti a una posizione aggressiva carica di rischi di una guerra ibrida contro il mondo intero. Hanno scelto la Russia come obiettivo principale e l'Ucraina - da loro occupata - come il principale mezzo di distruzione.  
Per sopravvivere sotto queste condizioni, mantenere la nostra sovranità e sviluppare la nostra economia, dobbiamo costruire una larga coalizione anti-militare, perseguire una strategia di sviluppo prioritaria, recuperare la nostra sovranità finanziaria ed economica e puntare all'integrazione euroasiatica. Per prevenire la guerra, dobbiamo portare a termine l'obiettivo del presidente di un'area comune di sviluppo che va da Lisbona a Vladivostok. È molto importante convincere sia i nostri partner europei sia quelli nell'estremo Oriente e nel Sud che dobbiamo cooperare, non ricattandoli o minacciandoli, bensì attraverso progetti di mutuo beneficio, unendo le nostre potenzialità economiche nel rispetto della sovranità di ogni Stato.

Possiamo ricucire le relazioni con l'Unione Europa? Come?
Per ricucire la cooperazione con l'Unione Europea, dobbiamo ripristinare la sua sovranità. Vedere i politici europei fra la folla di nazisti all'Euromaidan ha dimostrato quanto la cultura politica europea sia degenerata. I leader dell'Unione non sono indipendenti; sono marionette degli Stati Uniti.
I media americani dominano lo spazio politico europeo, inculcando le chimere anti-russe nella coscienza delle persone, impaurendole con la cosiddetta "minaccia russa". I politici europei sono costretti a seguire la linea mediatica fornita da Washington al fine di guadagnare voti. Ciò ha portato alla catastrofe a cui assistiamo oggi a Bruxelles e in altre città europee, che sono in preda al panico poiché i governi non riescono a garantire sicurezza.
Sfortunatamente la sovranità dell'Europa non può essere ripristinata semplicemente avviando un processo di consapevolezza sociale. I problemi non sorgono dal nulla; sono il risultato di una classe politica europea che ha abbandonato il proprio interesse nazionale. L'Europa sta attraversando un periodo di transizione molto difficile, nel quale non è ancora un partner, bensì l'ombra di Washington.
Gli europei hanno perso la direzione. Vivono in un mondo fatto a mosaico, frammentato, in cui non ci sono relazioni condivise. Ma la vita li costringerà a tornare alla realtà e io credo che alla fine le tradizioni democratiche europee e l'umanesimo avranno la meglio.

L'autore è un eminente economista, consulente del presidente russo sui temi dell'integrazione economica regionale, ed è la mente che sta dietro all'Unione Economica Eurasiatica.

Fonte: russia-insider.com
Pubblicato in origine in russo su Lenta.ru.

Traduzione per Megachip a cura di Leni Remedios.

Tratto da: megachip.globalist.it

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