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Un rapporto della Syrian American Medical Society chiede l’intervento dell’Onu
In Siria si usano armi chimiche spesso. A dispetto dell’Onu - che nel settembre 2013 ha ordinato la distruzione dell’arsenale chimico - si registrano 161 attacchi nei cinque anni di guerra che stanno devastando il Paese. Con un bilancio impressionante: quasi 1.500 morti. I dati sono contenuti in un nuovo rapporto della Syrian American Medical Society (Sams). L’associzaazione, che ha raccolto testimonianze dirette da medici e operatori sanitari che lavorano sul terreno, chiede al Consiglio di Sicurezza dell’Onu e alla comunità internazionale di identificare rapidamente i responsabili degli attacchi e di incriminarli. Questo rapporto è l’elenco più completo disponibile ad oggi di attacchi con armi chimiche effettuati in Siria.
Sempre secondo il rapporto della Sams, gli attacchi di questo tipo non solo sono continuati: sono addirittura in aumento. In Siria si contano almeno 14.500 persone ferite da armi chimiche. L’accusa è chiara: il governo siriano avrebbe usato le armi contro la popolazione, e avrebbe continuato a farlo anche dopo il cessate il fuoco ordinato dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. Lo stesso Consiglio, lo scorso anno, ha condannato l’uso di sostanze chimiche tossiche come il cloro. Il regime ha sempre respinto le accuse.
L’escalation chimica, nella guerra siriana, ha preso il via nel marzo 2013, nelle campagne Damasco, Aleppo, e Homs. Il 21 agosto 2013 più di 1.300 persone hanno perso la vita in questo terribile attacco e più di 10.000 sono state colpite da un attacco con missili carichi di gas sarin. Nel 2015 ci sono stati 69 attacchi di armi chimiche: almeno 58 con il cloro, che ormai è diventata la sostanza più usata. E naturalmente nel 2016 gli attacchi chimici continuano.
Tratto da: lastampa.it
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Foto di copertina © AP