di Giuseppe Masala
Mentre a parole tutti parlano di de-escalation per quanto riguarda la crisi siriana (o come sarebbe più giusto definirla: la crisi euro-mediterranea) i fatti ci raccontano un'altra storia:
- La Russia invia in Siria il più letale strumento antiaereo esistente al mondo: l'S-400. Di fatto viene creata una bolla dove è impossibile volare senza il tacito assenso dei russi. Tale bolla ha un diametro di almeno 300 km partendo dall'aeroporto siriano di Latakia.
- Mosca invierà altri 12 intercettori Sukoy Su-30.
- Voci di corridoio parlano di una Russia pronta ad armare con missili antiaerei spalleggiabili Igla le truppe curde che si battono contro l'ISIS e che combattono contemporaneamente contro i turchi.
Dal canto loro gli americani:
- Inviano il gruppo da battaglia della portaerei Truman che dovrebbe arrivare nel Mediterraneo orientale la prossima settimana.
Per quanto riguarda la parte europea della crisi:
- Gli USA stanziano a bilancio i primi aiuti all'Ucraina in armi letali. Prima le fornivano ufficiosamente ma ora la cosa è ufficiale e fa bella mostra nel sito del governo americano.
- I russi tagliano le forniture di gas all'Ucraina in pieno inverno.
- I nazionalisti ucraini fanno saltare in aria 4 tralicci vicino all'istmo crimeano lasciando senza luce tutta la Crimea.
Questi sono fatti gravissimi di cui nessuno parla.
Se si guarda una cartina geografica, ormai tutto l'arco di crisi parte dall'Ucraina, attraversa il Mar Nero, poi la Turchia, e finisce in Syraq (Iraq + Siria) senza soluzione di continuità. Un immenso carnaio fatto di sanzioni, scontri a bassa intensità, attentati terroristici e guerra conclamata (ufficialmente contro la tigre di carta chiamata ISIS, ufficiosamente tra due blocchi che si contendono Mar Nero, Mediterraneo Orientale, Syraq e predominio nel Golfo Persico).
Non basta più definire questa cosa come una "guerra mondiale a rate", come dice Papa Francesco. Forse è più giusto definirla come guerra ibrida su larga scala.
Tratto da: megachip.globalist.it