di Giulietto Chiesa
Il terrorismo lo si ferma cambiando la politica dell’Occidente (e di Israele) verso il mondo arabo. Altrimenti saranno i popoli europei a pagare
"Dobbiamo essere pronti a cedere una parte delle nostre libertà". Cosi ha detto ieri il procuratore della lotta al terrorismo Roberti. Affermazione sincera e grave.
La questione non riguarda solo Parigi (chi lo pensa è un illuso). Da Parigi 14/11 comincia una nuova fase della storia europea, in cui molte delle caratteristiche della vita di milioni di cittadini dovranno essere cambiate bruscamente.
È la guerra, anche se è una guerra diversa da quella che ci si aspettava. E anche la guerra più grande, che si avvicina, sarà diversa da quella che ci immaginiamo.
Certo anche l'Italia è a rischio. Il giubileo sarà occasione di incontri di massa, di raduni, di preghiera collettiva.
Ci vorrà dunque molta vigilanza e molta attenzione, non solo degli organi di polizia, ma anche dei cittadini.
Ma bisogna non guardare l'apparenza e pensare che tutto ciò che si vede sia vero. L'estremismo islamico è ciò che si vede. Ma non spiega nulla. Non è con l'estremismo islamico che si è costruito un esercito — il cosiddetto ISIL — di 70mila uomini. Ci vogliono risorse equivalenti a quelle di uno stato per creare una tale potenza di fuoco, per formare decine di migliaia di combattenti, e per spedirli in ogni parte del mondo.
Dunque ciò che si vede è una parte, solo una parte, della realtà. Stupisce che i poteri europei non lo dicano. Forse perché essi sanno perfettamente che chi guida questa macchina del terrore è lo stesso che l'ha formata. Ed è una specie di "spectre" (l'ultima edizione della serie di James Bond riempie le sale italiane in questi giorni) in cui Stati islamici (alleati dell'Occidente) coesistono con i servizi segreti dell'Occidente, a cominciare da quelli francesi, che dovrebbero vigilare sulla sicurezza dei francesi.
Dunque bisogna concentrare l'attenzione su questa "spectre", che è in gran parte occidentale, cioè che viene dall'Europa e dagli Stati Uniti. Sono loro che hanno creato il disastro libico, e quello egiziano, tunisino, yemenita, iracheno. La guerra siriana è stata voluta dall'Occidente. Dunque tutto questo disastro è opera anche dell'Occidente. Adesso Francois Hollande bombarda, per rappresaglia la capitale del Daesh. Ma non servirà a nulla se la Francia non cesserà di aiutare i ribelli siriani che vogliono abbattere il regime di Bashar el Assad. E se la stessa cosa non faranno Stati Uniti, Gran Bretagna, Turchia (ecco un alleato della Nato che è stato decisivo nel costruire e favorire Daesh).
In una parola: il terrorismo lo si ferma cambiando la politica dell'Occidente (e di Israele) verso il mondo arabo. Altrimenti saranno i popoli europei a pagare. C'è un esercito immenso di giovani che possono essere assoldati, che sono pronti a morire per uccidere. Bisogna fermare la mano di chi li paga.
Tratto da: it.sputniknews.com
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