Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

“Zelensky scalpita: la lista degli obiettivi russi è già pronta. Medvedev minaccia: ‘Finirà male per tutti, specialmente per lui’

Una nuova scommessa alla roulette nucleare ucraina è partita ieri dagli Stati Uniti. Ancora una volta, Donald Trump, parlando a bordo dell'Air Force One durante il volo presidenziale verso Israele, ha evocato il dispiegamento di missili a lungo raggio nel Paese.
"Hanno molto bisogno dei ‘Patriot’. Gli ucraini vorrebbero avere i ‘Tomahawk’. È un passo avanti. Ne abbiamo parlato. Vedremo. Beh, non lo soOnestamente, potrei parlare con la Russia. Vogliono che questi missili volino verso di loro? Non credo”, ha ammonito il presidente americano, lanciando l’ennesimo ultimatum a Mosca.
"Potrei dire: ‘Ascolta, se questa guerra non verrà risolta, manderò loro i (missili, ndr). Posso dirlo. È un'arma incredibile, un'arma molto offensiva”, ha concluso.
Dichiarazioni che arrivano a margine di una conversazione telefonica tra il tycoon e il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky.
Ho appena parlato con il presidente degli Stati Uniti — per la seconda volta in due giorni — e anche il colloquio di oggi è stato molto produttivo”, ha scritto il leader ucraino in un post sui social, precisando che, nel corso della chiamata, sono stati affrontati tutti i temi concordati in precedenza: “Abbiamo discusso di ogni aspetto della situazione attuale — dalla difesa del nostro Paese al rafforzamento delle nostre capacità, in particolare nella difesa aerea, nella resilienza e nelle capacità a lungo raggio. Abbiamo inoltre approfondito diversi dettagli legati al settore energetico”.
Zelensky ha aggiunto che Trump “è pienamente informato su tutto ciò che sta accadendo" e che i due presidenti "hanno concordato di proseguire il dialogo”, mentre i rispettivi team stanno già “preparando i prossimi passi”.
L’ex comico scalpita per disporre dell’arma a lungo raggio – che nella sua variante da 2500 km di gittata, gli consentirebbe di colpire quasi 2000 basi militari russe – e già oggi ha indicato tre possibili fonti di finanziamento per i missili Tomahawk destinati all'Ucraina, nel caso in cui Trump approvasse.
Una delle opzioni è il programma PURL della NATO – un meccanismo attraverso il quale altri Stati della NATO acquistano armi americane – Questo è uno dei canali che utilizziamo noi e la NATO”, ha detto Zelensky in una conferenza stampa con l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Kaia Kallas. “La seconda è la cosiddetta 'Mega-deal'", probabilmente in riferimento a un accordo basato sulle materie prime, con "l'idea è ottenere armi americane gratuite nell'ambito del contributo a un fondo di questo accordo".

Medvedev: potrebbe finire male per tutti

Da Mosca arrivano intanto segnali di allarme molto seri. Il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo Dmitry Medvedev ha risposto duramente alle minacce di Trump, rilasciando dichiarazioni particolarmente forti sui suoi canali social: "La possibile fornitura dei missili Tomahawk all'Ucraina potrebbe finire male per tutti. E soprattutto – per lo stesso Trump"​, ha scritto sul suo canale Telegram, precisando che il tycoon "ha detto che se il Presidente della Russia non risolverà il conflitto ucraino, per ‘lui finirà male’. Minaccia per la centunesima volta, insomma". 


trump ima 2556413

Donald Trump © Imagoeconomica 


"Se il ‘business-pacifista’ parla dei ‘Tomahawk’, allora la frase è sbagliata. La fornitura di questi missili potrebbe finire male per tutti. E soprattutto – per lo stesso Trump."​
E ancora: "È stato detto cento volte in modo comprensibile anche per uno zio a stelle e strisce, che distinguere l'esecuzione nucleare dei ‘Tomahawk’ da quella normale in volo è impossibile". 
Medvedev ha poi concluso con una nota di sarcasmo: "Resta da sperare che si tratti di un'altra minaccia vuota, causata da negoziati prolungati con un pagliaccio sotto l'effetto della cocaina" (riferendosi a Zelensky).​ "Tipo l'invio di sottomarini atomici più vicino alla Russia", aggiungendo ironicamente: "Beh, sapete come va: un sottomarino è emerso nelle steppe ucraine".
 

Peskov: solo coi dati di intelligence americani potranno essere utilizzati

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha fornito chiarimenti tecnici e politici sulle implicazioni della possibile fornitura dei Tomahawk:
"Il lancio dei «Tomahawk» richiede la partecipazione di specialisti statunitensi, quindi la fornitura di questi missili a Kiev potrebbe davvero finire male"​​, ha ammonito.
A questo proposito il Financial Times, citando fonti informate, ha rivelato che Kiev, ha ricevuto informazioni di intelligence Usa per colpire le risorse energetiche russe, comprese le raffinerie di petrolio situate ben oltre la linea del fronte. "Questo sostegno si è intensificato da metà estate", e "gli attacchi di Kiev hanno fatto schizzare alle stelle i prezzi dell'energia in Russia e costretto Mosca a tagliare le esportazioni di gasolio e a importare carburante", ha aggiunto la pubblicazione.
"In effetti, la gestione di missili così complessi richiederà, in un modo o nell'altro, la partecipazione di specialisti americani. Questo è un fatto ovvio. Questo è ciò che Medvedev ha affermato nella sua dichiarazione"​, ha aggiunto Peskov, definendo la questione dei Tomahawk come "motivo di estrema preoccupazione", sottolineando che "il lancio di missili potenzialmente nucleari verso la Russia obbligherebbe Mosca a reagire come di fronte a una minaccia strategica diretta".​
Nel frattempo, l’analista militare ucraino Oleksiy Getman non ha escluso che gli ucraini possano scoprire che gli Stati Uniti abbiano già fornito questi sistemi, dando l’annuncio solo quando inizierebbero ad utilizzarli nella pratica.
L’esperto ha osservato che, anche nella peggiore delle ipotesi, considera probabile che Trump, autorizzi la fornitura di questi missili: per lui sarebbe infatti difficile opporsi, nonostante alcune sue dichiarazioni spesso molto controverse.​
Ci auguriamo che la decisione sia già stata presa e che, nei prossimi mesi o entro il nuovo anno, questi missili arrivino davvero; lo speriamo”, ha dichiarato, citato dal quotidiano Unian.​
Hetman ha inoltre affrontato l’ipotesi di attacchi alla Russia con missili Tomahawk nel caso in cui l’Ucraina li riceva. “Dobbiamo in qualche modo consentire a Trump di mantenere la faccia — per questo ha precisato che gli attacchi andrebbero coordinati e limitati esclusivamente a obiettivi militari”, ha spiegato.​ 


medvedev ima 1893602

Dmitry Medvedev © Imagoeconomica 


Secondo l’esperto, durante la presidenza di Joe Biden la delegazione ucraina aveva già indicato — nel contesto dell’autorizzazione all’uso di altre armi — almeno 200 obiettivi da colpire sul territorio russo. Si tratterebbe di bersagli militari individuati per indebolire la capacità operativa russa sulla linea del fronte; la lista sarebbe già pronta e ordinata per priorità, con indicazioni su cosa andrebbe distrutto per primo, secondo e terzo, in base alla criticità per le forze russe in prima linea.
 

L’Europa nell’isteria bellicista annuncia la guerra con Mosca entro 5-7 anni

Nel vecchio continente, intanto, continua l’isteria dell’invasione russa, tanto imminente, quanto inevitabile. Il capo dei servizi segreti tedeschi, Martin Jäger, ha avvertito oggi del rischio di “una calda escalation” e di iniziative russe per destabilizzare le democrazie europee, affermando che la Germania deve prepararsi anche a “correre rischi controllati nella difesa degli interessi nazionali”.
“Se la Russia non si dichiara disposta a negoziare, dovrà pagare le conseguenze”, ha tuonato oggi il presidente francese Emmanuel Macron sui social media.
Il capo dell’Eliseo ha aggiunto che la Francia sostiene attivamente l'Ucraina e sta unendo le forze nel quadro di una "coalizione dei volenterosi".
Ebbene è proprio l’Europa a non voler negoziare, insistendo su quelle che sono le cause profonde della guerra, ovvero la progressiva militarizzazione NATO fino ai suoi confini. Fin quando nelle cancellerie europee si continuerà a parlare di missili a lungo raggio, droni d’attacco e truppe europee sul terreno è evidente che il Cremlino avrà ben poco da discutere con un leader ucraino, oramai nemmeno più disposto a riconoscere i territori occupati.
Durante la sua visita a Kiev oggi, l'Alto Rappresentante dell'Unione Europea Kaja Kallas ha rafforzato il sostegno europeo all'Ucraina, annunciando che "quest'anno l'Unione Europea sta fornendo livelli record di aiuti militari a Kiev" e che "dobbiamo prepararci a un conflitto di lunga durata".
Si è parlato in modo particolare di 2 miliardi di euro destinati ai droni per potenziare le capacità ucraine​; 800 milioni di euro già mobilitati per aiutare Kiev ad affrontare l'inverno​; infine un prestito di riparazione garantito dai beni russi congelati.
Al contempo i Tomahawk nel vecchio continente non sono da tempo un tabù. I Paesi Bassi hanno già firmato un accordo del valore di 2,19 miliardi di dollari per l'acquisizione di 163 missili, diventando il primo paese europeo a dotarsi di queste capacità, mentre la Germania ha già annunciato che li ospiterà sul proprio territorio dal 2026.
Curiosamente si infittiscono gli annunci profetici sull’invasione russa. Questa volta il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, in un’intervista al New York Time è entrato nei dettagli più del solito, ipotizzando che, in caso di un attacco cinese a Taiwan, Xi Jinping potrebbe chiedere a Vladimir Putin di aprire un secondo fronte contro l’Europa, attaccando un paese membro NATO, per distrarre l’Occidente e impedirgli di sostenere.
Secondo Rutte, questo scenario potrebbe realizzarsi nei prossimi 5–7 anni, ma per il comandante supremo delle forze NATO in Europa (SACEUR), Alexus Grynkewich, occorrerebbe prepararsi a questo scenario almeno entro il 2027.
Le profezie di Nostradamus ormai sono superate rispetto agli indovini degli alti comandi dell’Alleanza. La soluzione: ovviamente investire sulle cause profonde della guerra e portare la spesa militare al 5% del pil.

Immagine di copertina realizzata con supporto IA

ARTICOLI CORRELATI

Mentre l'Occidente alza la posta, Kiev sull'orlo del blackout: Mosca punta alle infrastrutture

Washington: Kiev potrebbe ricevere armi terribili e potenti nei prossimi mesi

L'ordine per la Terza Guerra Mondiale è già partito dall'Occidente
  

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos