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Putin: Stiamo testando una nuova arma all’avanguardia. 465 droni e 32 missili la notte scorsa; Klitschko avverte i cittadini di un inverno a rischio

Dopo l’annuncio di Donald Trump, circa il possibile invio dei missili a lungo raggio Tomahawk a Kiev, in molti a Occidente hanno subito evocato l’arma della svolta, che finalmente avrebbe consentito all’Ucraina di costringere Putin alla pace da una posizione di forza.
L’Institute for the Study of War, in particolare sostiene che nella versione con una portata teorica di 2500 chilometri i Tomahawk siano in grado di raggiungere 1945 strutture militari russe, tra cui 76 basi dell'aeronautica, e nella versione con una portata di 1600 chilometri - rispettivamente 1655 oggetti e 76 basi.
A rincarare la dose ci ha pensato l'ambasciatore statunitense presso la NATO, Matthew Whitaker, che durante la Conferenza di Riga ha annunciato come “in futuro, l'Ucraina potrebbe ricevere armi "terribili e potenti" che gli Stati Uniti possiedono e che non sono ancora state utilizzate”.
Parlando a Sochi una settimana fa, Vladimir Putin aveva avvertito l'amministrazione statunitense che la decisione di trasferire questi missili a Kiev– in grado di trasportare sia testata convenzionale che nucleare – avrebbe portato a una pericolosa escalation, "anche nei rapporti tra Russia e Stati Uniti".
Al contempo, con la raffinata cortesia di un vero diplomatico, il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov ha dichiarato che "lo slancio di Anchorage a favore degli accordi (tra Russia e Ucraina, ndr) <...> è stato <...> esaurito". E "l'apparizione di tali sistemi (Tomahawk in Ucraina. - N.d.R.) significherà <...> un cambiamento qualitativo della situazione".
Oggi durante l'incontro con il presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev, il leader del Cremlino è tornato a mettere in guardia il mondo sulla nuova corsa agli armamenti in corso e sembra abbia quasi provato a sedurre l’ego smisurato del suo omologo americano per tentare fino all’ultimo di non abbandonare i canali diplomatici.
Non so se l'attuale presidente degli Stati Uniti meriti o meno il Premio Nobel, ma sta davvero facendo molto per risolvere crisi così complesse che durano da anni, se non decenni. E per quanto riguarda la crisi in Ucraina, sicuramente si impegna in questo senso. Qualcosa è stato ottenuto, qualcos'altro no, forse molto altro si potrà fare sulla base degli accordi e delle discussioni ad Anchorage. Ma sicuramente si sta impegnando, lavorando su queste questioni per raggiungere la pace e risolvere situazioni internazionali complesse”, ha dichiarato Putin, annunciando poi che il Paese si sta dotando di una nuova misteriosa arma all’avanguardia. 

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"Lo stiamo finalizzando. E credo che presto avremo l'opportunità di annunciare le nuove armi che avevamo già annunciato".
Allo stesso tempo, ha parlato della possibilità di preservare il Trattato sulla riduzione e la limitazione delle armi strategiche offensive (START).
"Questi pochi mesi saranno sufficienti per decidere se estendere o meno questi accordi? Credo che basterà la buona volontà (negli Stati Uniti, ndr) di estendere questi accordi", ha sottolineato il presidente, mettendo quasi un condizionale su un’eventuale passo indietro nel rinnovamento dei suoi arsenali.
In ogni caso, come ricorda American Thinker, dall'inizio del conflitto in Ucraina, Putin ha inviato un chiaro segnale all'Occidente: qualsiasi tentativo di espandere l'influenza della NATO verso est avrebbe incontrato una risposta decisa.
Ma in particolare i leader Ue continuano a fare orecchie da mercante e puntare sull’escalation per sperare nel crollo di Mosca in un futuro non troppo lontano.
Ora Gran Bretagna, Francia e Germania hanno annunciato la loro disponibilità ad adottare ulteriori misure per il sequestro dei beni russi congelati, da trasferire in Ucraina.
"Siamo pronti a procedere con l'uso coordinato dei beni russi congelati per sostenere le forze armate ucraine e portare così la Russia al tavolo dei negoziati. Intendiamo farlo in stretta collaborazione con gli Stati Uniti d'America", si legge in una dichiarazione congiunta dell'UE3, pubblicata dall'ufficio del Primo Ministro britannico Keir Starmer.
In sostanza l'Europa si sta preparando alla guerra con la Russia, “ma è improbabile che abbia successo”, ha commentato il colonnello in pensione dell'esercito americano ed ex consigliere del Pentagono Douglas MacGregor sul canale YouTube Judging Freedom.
"In Europa sono in corso preparativi superficiali per la guerra con la Russia. Ciò è dovuto principalmente allo stanziamento di fondi, soprattutto in Germania, dove centinaia di milioni di euro sarebbero stati spesi per rilanciare l'industria della difesa. Ma creare un esercito moderno richiede, in media, circa dieci anni, e l'esercito tedesco è in gran parte distrutto", ha osservato il colonnello.
L’Ucraina verrà salvata dall’ennesima arma americana ancora più distruttiva? Il corso degli eventi anticipa un quadro fin troppo cupo per il Paese.  

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Mosca pronta a lasciare l’Ucraina al buio

"La situazione è complicata. E diciamo la verità, non abbandoniamoci all'autocompiacimento. Perché il nemico non si ferma. Un nuovo attacco è previsto nei prossimi giorni", ha scritto oggi, allarmato, il sindaco di Kiev Vitaliy Klitschko, consigliando ai cittadini della capitale di fare scorta di acqua e cibo, di caricare i power bank e di preparare un kit di pronto soccorso e vestiti caldi, dopo che nella notte Mosca ha lanciato contro l’Ucraina 465 droni e 32 missili.

Un attacco dalle conseguenze più gravi del solito, tanto che la deputata ucraina Maryana Bezuglaya ha consigliato agli abitanti delle città, di trasferirsi da qualche parte per l'autunno e l'inverno, prevedendo un blackout totale.
“Kiev è un obiettivo strategico e simbolico. È possibile che venga "messa fuori uso" completamente. Completamente significa buio senza fognature funzionanti, senza approvvigionamento idrico in pieno inverno”, ha scritto sul suo canale Telegram.
Nelle ultime ore, sono state bombardate le centrali TÉC-5 e TÉC-6 di Kiev, causando blackout diffuso e interruzioni alle reti idriche, metro e trasporti fuori servizio. A Zaporizhia sono stati segnalati danni sia agli impianti elettrici che agli impianti del gas, con restrizioni immediate all’uso domestico del gas.
A Kharkiv è stata colpita, tra le altre, la sottostazione “Южкабель” e una fabbrica situata nell’area occupata della DNR destinata all’arricchimento del carbone per le centrali termoelettriche. Anche le centrali DTEK hanno subito almeno tre attacchi nell’ultimo ciclo operativo, con danni alle attrezzature chiave e interruzioni di lunga durata. 
“I russi capiscono: se non c’è elettricità, non c’è produzione”, osserva Stupak, sottolineando come l’obiettivo sia indebolire la capacità produttiva ucraina, dalla fabbricazione di droni DeepStrike e FPV fino alle infrastrutture industriali strategiche. A ciò si aggiunge, a suo giudizio, la volontà di paralizzare l’economia e ridurre le entrate fiscali: “Senza elettricità, l’economia non funziona… non ci sono soldi per finanziare l’esercito.”
L’esperto militare ucraino Ivan Stupak, intervistato dal quotidiano Unian si dice molto pessimista per le prossime settimane: “Penso che quest’inverno sarà peggiore per noi del precedente… forse di un terzo più duro.” Prevede attacchi anche contro strutture del gas e dell’acqua, ritenendo che Mosca voglia colpire in modo mirato depositi e impianti di stoccaggio. “Per i russi la cosa più importante è distruggere ciò che può essere distrutto. Ciò che può esplodere deve essere distrutto”, afferma con amarezza.

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