Mosca conquista terreno: 2.870 km² occupati dall’inizio del 2025, Pokrovsk e Kostantiniyvka sotto accerchiamento
Dopo che Donald Trump ha dato il suo benestare nel concedere a Kiev informazioni di intelligence per colpire il territorio russo, l’Ucraina rilancia ora sulle imprese più audaci che possano fomentare in modo ancora più massivo il sostegno di Washington.
Sky News riporta che le Forze Armate ucraine, con il supporto dell'intelligence della NATO e degli Stati Uniti, si stanno preparando a una vasta campagna di attacchi con droni e missili, accompagnati da una possibile offensiva terrestre, contro Kherson e Zaporizhzhia nel sud-est dell'Ucraina, nonché contro la Crimea, che potrebbe iniziare già a dicembre 2025.
Un’eventualità che potrebbe concretizzarsi se andassero in porto i negoziati per una possibile fornitura all'Ucraina di missili da crociera a lungo raggio, inclusi i "Tomahawk" e i "Barracuda".
Un dispiegamento che, come ricordato da Vladimir Putin alla riunione del Valdai International Discussion Club, “danneggerebbe i rapporti tra Russia e Stati Uniti”. Tuttavia ha chiarito: “I sistemi di difesa aerea si sono adattati ai missili ATACMS e si adatteranno anche ai Tomahawk, abbattendoli”.
Effettivamente, come evidenzia Strategic Culture, il possibile trasferimento dei missili americani a lungo raggio non aiuterà Kiev a cambiare la situazione sul campo di battaglia.
Negli ultimi mesi, da agosto a ottobre 2025, l'avanzata russa in Ucraina ha subito una significativa accelerazione in diversi settori chiave del fronte, in particolare nelle regioni di Donetsk, Dnipropetrovsk, Sumy e Zaporizhia. Dall'inizio del 2025 le forze di Mosca hanno conquistato circa 2.870 km²: solo a luglio sono stati occupati 643 km², valore 2,5 volte superiore rispetto ad aprile e sei volte rispetto allo stesso periodo del 2024. Il settore più caldo è risultato quello di Pokrovsk e Kostantiniyvka, dove le truppe russe hanno effettuato importanti incursioni e accerchiamenti operativi, superando l’ultima linea fortificata ucraina a nord-est di Pokrovsk già a metà agosto.
Nell'estate e inizio autunno, la progressione sul campo è stata quasi costante, con la Russia che occupa ormai circa il 19–20% dei confini internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina, includendo Crimea e parti del Donbas. La rapidità dell’offensiva è stata attribuita sia alla carenza di truppe ucraine, armi e munizioni, sia alle nuove tattiche russe di impiego massiccio di droni e missili, in particolare le modifiche ai sistemi Iskander-M e Kinzhal che hanno abbassato notevolmente il tasso di intercettazione dei sistemi Patriot (dal 37% ad agosto, crollato al 6% a settembre).
L'esperto di aviazione e ricercatore di spicco dell'Accademia Nazionale delle Scienze, Valery Romanenko, intervistato da Unian, sostiene che il miglioramento della capacità di eludere le difese ucraine è stato determinato dalla modifica delle traiettorie balistiche. “Anche in fase di progettazione di questi missili (Iskander–M), erano previste le possibilità di cambiare la direzione di volo, ovvero di effettuare manovre, sia nella parte ascendente della traiettoria balistica che nel segmento terminale, quando il missile è già in picchiata, volando dall'alto verso il basso a velocità elevatissima. Questo complica il programma integrato nel sistema di navigazione del missile. Pertanto, ora i russi stanno già complicando questi programmi, sfruttando al massimo la manovrabilità del missile, e questo ci impedisce di abbatterli.
Verso la conquista delle città chiave del Donbass
I russi hanno accerchiato Pokrovsk e penetrato dalla parte occidentale in Kostantiniyvka stabilendo punti d'appoggio urbani vitali per future penetrazioni. L’accerchiamento operativo di questi settori ha compromesso i principali snodi logistici ucraini, isolando truppe e materiali e mettendo sotto tiro strade e ferrovie essenziali per i rifornimenti. Nelle fasi successive, le forze russe hanno proseguito con un lento ma costante consolidamento nelle aree già occupate, contrastando i contrattacchi ucraini ma senza cessare l'offensiva di terra. 
Le fonti russe affermano di controllare circa il 60% di Kupyansk, con bandiere russe già issate su edifici amministrativi. Putin ha dichiarato il 2 ottobre che le forze russe hanno conquistato due terzi della città, anche se l'Institute for the Study of War valuta che le forze russe abbiano conquistato solo il 14% dell'area urbana.
Le forze russe utilizzano tattiche di infiltrazione con piccoli gruppi di 2-3 persone, operando costantemente per entrare nella città nonostante subiscano "pesanti perdite". Tetiana Branytska, portavoce del 10° Corpo d'Armata, descrive la situazione come estremamente fluida: "Un'ora fa erano lì. Li abbiamo respinti, e sono tornati. Li abbiamo respinti di nuovo".
Un aspetto particolarmente preoccupante è l'uso da parte delle forze russe delle condutture del gas sotterranee come via di infiltrazione. I russi hanno utilizzato una rete di gasdotti di 13 chilometri sotto il fiume Oskil per aggirare le posizioni ucraine e penetrare nel centro urbano. Le forze ucraine hanno successivamente distrutto il gasdotto e catturato o ucciso diversi soldati russi, ma un numero imprecisato di militari russi è riuscito a infiltrarsi e nascondersi nella città.
Un particolare ruolo nell’avanzata lo stanno avendo i droni. Come riporta Business Insider i nuovi UAV in fibra ottica stanno di fatto distruggendo l'equipaggiamento militare ucraino, trasformando rotte di trasporto di veicoli da combattimento, un tempo sicure, in zone di morte.
"I piloti russi stanno attaccando le principali rotte logistiche vicino alle linee del fronte utilizzando droni in fibra ottica immuni alla guerra elettronica, rendendo quest'arma mortale estremamente difficile da contrastare", scrive la pubblicazione, citando funzionari militari ucraini. 
Mosca insiste sulle rotte logistiche. Attaccato treno a Šhostka
Il pomeriggio del 4 ottobre la città di Šhostka, nella regione di Sumy, è stata colpita da un duplice attacco russo contro la stazione ferroviaria e due convogli passeggeri. L’episodio ha avuto conseguenze tragiche sia in termini di vittime civili sia per le infrastrutture della zona.
Secondo quanto riferito dalla Procura regionale di Sumy, un uomo di 71 anni è morto all’interno di una carrozza colpita da un drone nemico. Circa 30 persone sono rimaste ferite, come comunicato dal primo ministro ucraino Yulia Svyrydenko su Telegram. Tra i feriti si trovano anche una donna di 44 anni con i suoi tre figli di 14, 11 e 7 anni. La Procura ha aperto un procedimento penale ai sensi della Parte 2 dell’articolo 438 del Codice penale ucraino, qualificando l’attacco come crimine di guerra che ha provocato la morte di un civile.
Il capo dell’amministrazione militare regionale di Sumy, Vladyslav Hrygorov, ha dichiarato che la città e parte del distretto sono rimasti senza elettricità a seguito delle esplosioni. L’attacco ha avuto due fasi: il primo colpo ha danneggiato la locomotiva di un treno suburbano Tereščynsk-Novograd-Siverskij, e mentre erano in corso le operazioni di evacuazione la stazione è stata colpita nuovamente, questa volta contro la locomotiva del treno Kiev-Šhostka.
La premier Svyrydenko ha definito l’operazione un “atto terroristico crudele e cinico”, denunciando la tattica russa di colpire infrastrutture civili e luoghi affollati. Ha inoltre sottolineato che “il mondo non ha il diritto di ignorare” tali attacchi, che rientrano in una strategia di pressione contro la popolazione ucraina e i collegamenti logistici del Paese.
Parallelamente, il Ministero della Difesa russo ha rivendicato una serie di operazioni contro obiettivi ucraini, dichiarando di aver preso di mira impianti energetici legati al complesso militare-industriale, infrastrutture ferroviarie usate per il trasporto di armi, aeroporti militari e depositi di munizioni. Mosca sostiene che i colpi a Šhostka abbiano interessato un convoglio ferroviario misto merci-passeggeri che trasportava “armi della NATO” e definisce l’operazione parte di un’ampia campagna contro la logistica militare di Kyiv. Secondo la versione ufficiale russa, inoltre, nelle ultime ore sono stati impiegati oltre 60 droni “Geran-2” e “Harpiya-A1” contro centrali termoelettriche e posti di comando nelle regioni di Kharkiv e Sumy.
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