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Zelensky chiede a Trump i missili a lungo raggio Tomahawk, il tycoon: “Ci lavoreremo sopra” 

"Se tutto ciò fosse confermato, allora dovremmo ammetterlo: mai nei tempi moderni l'Europa è stata così vicina allo scoppio della Terza guerra mondiale".
Con queste parole il portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova ha evocato lo scenario peggiore, sul suo canale Telegram, richiamando l'attenzione sui resoconti pubblicati da diversi media ungheresi sui piani di Volodymr Zelensky di compiere sabotaggi in Romania e Polonia con l'obiettivo di addossare la colpa alla Russia.
Solo indiscrezioni per ora, ma il tono dello scontro ha ormai superato da tempo la zona di guardia: 
"Se la Russia distrugge e si pone l'obiettivo di un "blackout" in Ucraina, e si pone questo obiettivo ogni inverno, non sono sicuro che la risposta da parte nostra e degli altri partner dovrebbe essere diversa... Dovrebbe sapere chiaramente che i paesi civili si differenziano da quelli selvaggi in quanto non iniziano mai per primi e non sono aggressori. Ma questo non significa che siano deboli", ha ammonito il leader ucraino durante una conferenza stampa, citata da Unian
Mancherebbe solo il false-flag ideale per trascinare infine tutti gli alleati nell’abisso. L’operazione, secondo la Zakharova, richiamerebbe direttamente all’«incidente di Gleiwitz» del 1939, quando la Germania nazista mise in scena un attacco per giustificare l’invasione della Polonia. “L’ufficio di Bankova sta preparando la propria versione dell’incidente con l’obiettivo di creare un casus belli per una guerra tra Russia e NATO".  
Secondo i dettagli diffusi dalla portavoce, le fonti russe e i rapporti citati dai media ungheresi descriverebbero un piano nel quale Kiev avrebbe recuperato diversi droni russi del modello “Geranium”, abbattuti o intercettati, per poi ripararli e riadattarli a scopi offensivi. Gli UAV sarebbero stati equipaggiati con cariche esplosive e destinati a colpire nodi strategici di trasporto in Polonia e Romania, simulando un’azione russa. A completare il quadro, vi sarebbe una presunta campagna di disinformazione orchestrata con lo scopo di convincere l’opinione pubblica internazionale che Mosca fosse l’autrice degli attacchi, innescando così una reazione militare dell’Alleanza Atlantica. 
I droni, riparati nello stabilimento LORTA di Lviv, sarebbero stati consegnati il 16 settembre al campo di addestramento di Yavoriv, nell’Ucraina occidentale. Sebbene queste affermazioni non siano state verificate in modo indipendente, la loro gravità sottolinea il livello di tensione e sfiducia che domina il confronto tra Russia, Ucraina e Paesi NATO, alimentando timori crescenti per l’evoluzione della crisi. 
In sostanza si tratterebbe di un’incursione ancora più grave di quella avvenuta il 10 settembre che presentava non pochi punti oscuri. Nessun dubbio è sorto sull’accaduto, nemmeno alla luce delle precedenti provocazioni ucraine per spingere la Polonia ad entrare in guerra. Proprio recentemente l’ex presidente polacco Andrzej Duda ha ricordato che, dopo l’esplosione a Przewodów del 15 novembre 2022 — provocata da un missile della difesa aerea ucraina che uccise due cittadini polacchi — ricevette una telefonata da Volodymyr Zelensky in cui il leader ucraino avrebbe chiesto di attribuire la responsabilità a Mosca. Alla domanda se interpretò quella richiesta come un tentativo di trascinare la Polonia nel conflitto, Duda ha risposto: "Sì, l'ho interpretato in questo modo".  


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Ha poi aggiunto: "Loro [gli ucraini] hanno cercato di coinvolgere tutti nella guerra sin dall'inizio. È ovvio, è nel loro interesse [...] cercano coloro che combatterebbero attivamente al loro fianco contro i russi. Questo accade dal primo giorno". 
Inoltre secondo il Ministero della Difesa russo, l’autonomia di volo dei droni “Gerber” è di 700 km, dettaglio che renderebbe impossibile la rotta Russia–Ucraina–Bielorussia–Polonia di oltre 300 km riportata da vari media occidentali. 
Ma per le autorità ucraine, sarebbero dei serbatoi aggiuntivi a permettere a questi UAV di attraversare il confine polacco tramite la Bielorussia. Una spiegazione ripresa da tutti i media nostrani. Eppure la portavoce della Procura distrettuale di Lublino Jolanta Dębiec ha sottolineato che un serbatoio di carburante era stato trovato solo in un caso e che al momento non era chiaro se le sue dimensioni fossero anomale. Annunci che difficilmente acquisteranno risonanza mondiale. 

Zelesnky chiede a Trump i missili Tomahawk

Intanto emergono dettagli ancora più preoccupanti sulle aspirazioni di Kiev volte a portare il conflitto su un livello ancora più pericoloso, pur di costringere la Russia alla resa.
Secondo il Wall Street Journal, durante un incontro privato a porte chiuse in occasione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite di martedì 25 settembre, Zelensky ha chiesto a Donald Trump di fornire all'Ucraina i missili cruise Tomahawk a lungo raggio. 
D’altra parte, il tycoon newyorchese avrebbe risposto positivamente alla richiesta del leader ucraino, dichiarando "Ci lavoreremo sopra", riconfermando dunque il suo cambio di rotta a 180° rispetto alla sua iniziale condotta per il raggiungimento della “pace” in Europa. Secondo il Segretario di Stato Marco Rubio, i partner europei dovrebbero vedere il cambiamento nella retorica di Trump "nel modo più positivo possibile". Rubio ha anche riferito che il presidente Usa è "molto arrabbiato" con Putin per aver ignorato i suoi tentativi di porre fine alla guerra.
Un cambio di posizione di Trump sancito da un post su Truth Social dopo l'incontro con Zelensky, dove ha dichiarato che "l'Ucraina, con il supporto dell'Unione Europea, è in grado di combattere e riconquistare tutta l'Ucraina nella sua forma originale". 
Parole che in realtà probabilmente nascondono la volontà di svincolarsi dal fallimento annunciato della guerra, trasferendo costi ed oneri sugli europei che potrebbe presto sostituire gli ucraini nell’ecatombe per procura contro la Russia. 

I freddi numeri di una guerra già persa

Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Telegraph, lo scontro tra Russia e Ucraina appare privo di senso se si osservano le sproporzioni e le modalità con cui i due Paesi affrontano il conflitto. Mosca destina circa il 7% del proprio prodotto interno lordo alle spese militari, affidandosi a unità composte da volontari, mentre Kiev arriva a investire il 34% delle proprie risorse economiche nella difesa e, per sostituire le perdite al fronte, ricorre addirittura al reclutamento forzato di cittadini catturati per strada.  


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Il giornale britannico sottolinea inoltre come le sanzioni occidentali non abbiano prodotto gli effetti sperati. L’economia russa continua a crescere, il rublo ha mantenuto un tasso di cambio sostanzialmente stabile dall’inizio delle ostilità e il Paese resta in grado di contare su una rete di partner commerciali solidi e strategici, in particolare Cina e India, che contribuiscono a rafforzarne l’autosufficienza. 
Per quanto riguarda l’eventualità di un coinvolgimento diretto della NATO, l’ipotesi dei numeri sono ancora più impietosi. Mosca dispone infatti di circa il 10% in più di testate nucleari rispetto agli Stati Uniti e può equipaggiarle su missili ipersonici contro i quali non esiste una difesa efficace. Tra questi spicca il missile intercontinentale “Sarmat”, la cui singola testata nucleare possiede una potenza paragonabile a centinaia delle bombe che devastarono Hiroshima nel 1945. La sproporzione di deterrenza rende quindi estremamente pericolosa qualsiasi escalation militare con l’Alleanza Atlantica. 

Come i Tomahawk in Ucraina minaccerebbero Mosca

Il missile Tomahawk rappresenterebbe un significativo upgrade per l'arsenale ucraino. Si tratta di un missile cruise subsonico in grado di trasportare testate nucleari con una gittata operativa tra 1.600 e 2.500 chilometri, molto superiore ai sistemi attualmente forniti all'Ucraina. Per confronto, i missili ATACMS americani hanno una portata di circa 300 chilometri.
Il missile può volare a bassa quota a una velocità di circa 880 km/h (Mach 0.75) ed è equipaggiato solitamente con una testata convenzionale di 400-450 chilogrammi. Utilizza un sistema di guida combinato che include GPS, navigazione inerziale (INS), mappatura del terreno (TERCOM) e correlazione digitale delle scene (DSMAC) per colpire con precisione entro 30 metri dal bersaglio. 
Le versioni più avanzate, come il Block V, includono un data link bidirezionale che consente di cambiare obiettivo durante il volo e di rimanere in attesa per ore prima di colpire. Ogni missile costa circa 2,4 milioni di dollari. 
I Tomahawk permetterebbero all'Ucraina di colpire obiettivi strategici in profondità nel territorio russo, incluse Mosca e San Pietroburgo in un dispiegamento che potrebbe costringere il Cremlino ad attuare le rappresaglie più violente e apocalittiche.  
 
Foto © Imagoeconomica 

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