Dal ministro tedesco Pistorius al generale Freuding, le dichiarazioni dei vertici NATO parlano di attacchi diretti contro soldati russi.
La crescente isteria anti-russa che imperversa in Europa e ormai non teme più l’eventualità di uno scontro diretto sta generando non poche preoccupazioni nei palazzi del Cremlino.
Il Ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha commentato le dichiarazioni dei politici occidentali, osservando che la retorica dei singoli rappresentanti della NATO contiene minacce dirette contro l'esercito russo.
"Dicono: 'Se necessario, saremo pronti a uccidere i soldati russi'. La dichiarazione dei leader della NATO, secondo cui stanno per annientare preventivamente la regione di Kaliningrad, beh, probabilmente invia un segnale molto allarmante a qualsiasi persona normale sui piani che si stanno elaborando a Bruxelles, a Berlino, e ovviamente a Parigi e Londra", ha affermato il Ministro degli Esteri russo, commentando le ultime violente minacce degli ultimi giorni che non hanno precedenti nella storia.
Lavrov ha aggiunto che tali dichiarazioni sono possibili grazie alla mancanza di conseguenze per i politici occidentali e al continuo sostegno all'Ucraina:
“Questa è la ragione di tale strategia: l’impunità, il continuo incitamento al regime di Kiev a continuare le provocazioni, a continuare gli atti terroristici contro obiettivi civili, contro i pacifici cittadini della Russia”, ha concluso, promettendo che tali azioni non rimarranno senza risposta.
Il primo riferimento va al ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius che al Financial Times ha dichiarato senza mezzi termini che "i soldati tedeschi saranno pronti a uccidere soldati russi se la Russia attacca un paese NATO". Pistorius ha inoltre aggiunto candidamente che la Germania, "per molto tempo plasmata da una cultura di moderazione militare in risposta agli orrori della seconda guerra mondiale", è ora pronta ad abbandonare questa postura.
E ancora, "se la deterrenza non funziona e la Russia attacca, succederà? Sì. Ma consiglierei di andare semplicemente a Vilnius e parlare con i rappresentanti della brigata tedesca. Sanno esattamente qual è il loro lavoro”, conclude il capo del dicastero della difesa.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito queste dichiarazioni "assurde" e "allarmistiche". Peskov ha accusato i leader occidentali di creare artificialmente un "mostro della Russia" per giustificare l'aumento delle spese militari.
"È difficile credere che il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius abbia parlato della volontà del suo Paese di uccidere soldati russi", ha affermato Peskov, concludendo che "la Germania è di nuovo pericolosa".
Parole a cui vanno aggiunte altrettante velate minacce che non riflettono certamente una logica puramente difensiva e di deterrenza, ma disegnano altresì un piano sinistro per uno scontro diretto.
Nel silenzio generale, il maggiore generale delle Forze Armate tedesche Christian Freuding, direttore del centro situazionale per l'Ucraina presso il Ministero della Difesa, ha proposto pubblicamente attacchi diretti contro aeroporti e infrastrutture proprio sul territorio russo.
“La prima possibilità, ovviamente, è condurre noi stessi operazioni offensive antiaeree utilizzando mezzi a lungo raggio, in linea di principio una guerra aerea: aerei che colpiscono gli aeroporti prima ancora che questi mezzi possano essere impiegati", ha affermato Freuding, mentre con occhi vitrei e impassibili osserva la sua intervistatrice.
Il generale ha specificato che non solo gli aeroporti dovrebbero essere presi di mira, ma anche le imprese dell'industria della difesa possono diventare obiettivi, ammettendo che Mosca ha avuto "seri successi nella produzione di missili".
Il Piano NATO per prendere Kaliningrad: le parole del Generale Christopher Donahue
Ma non finisce qui. Il 17 luglio 2025, durante la conferenza inaugurale LandEuro dell'Associazione dell'Esercito USA a Wiesbaden, Germania, si respirava un clima ambizioso e colmo di fiducia su nuovi piani militari in grado di neutralizzare la principale enclave russa nel vecchio continente.
Il generale Christopher Donahue, comandante dell'Esercito USA in Europa e Africa e comandante delle forze terrestri NATO, ha svelato la strategia militare più audace dell'Alleanza Atlantica dall'epoca della Guerra Fredda: un piano per neutralizzare la regione di Kaliningrad "in un lasso di tempo senza precedenti e più velocemente di quanto siamo mai stati in grado di fare".
A questo proposito – continua il generale – "il dominio terrestre non sta diventando meno importante, anzi, sta diventando più importante. Ora è possibile eliminare le bolle A2AD (anti-accesso e interdizione aerea) da terra. Ora è possibile controllare il mare da terra. Tutte queste cose che stiamo osservando accadere in Ucraina".
Un esempio di bolla A2AD è proprio Kaliningrad, costellata da divisioni missilistiche Iskander, capaci di colpire obiettivi fino a 500 chilometri di distanza, e protetta da una fitta difesa aerea che include i sistemi S-300, S-350 e S-400.
L’enclave – ha osservato Donahue – è larga circa 47 miglia ed è circondata dalla NATO su tutti i lati e l'esercito e i suoi alleati ora hanno la capacità di "distruggerla da terra in un lasso di tempo senza precedenti e più velocemente di quanto siamo mai stati in grado di fare".
"Lo abbiamo già pianificato e lo abbiamo già sviluppato. Il problema di massa e quantità di moto che la Russia ci pone... abbiamo sviluppato la capacità di assicurarci di poterlo fermare", ha aggiunto Donahue.
Un piano sinistro, quello descritto, che contempla l’adozione di un sistema avanzato per la condivisione dei dati, già acquisito dalla NATO. Donahue ha spiegato che si tratta del Maven Smart System, una piattaforma sviluppata da Palantir basata su intelligenza artificiale, capace di raccogliere e analizzare rapidamente grandi volumi di dati per supportare i comandanti nelle decisioni operative.
“Sappiamo già con precisione cosa serve in termini di cloud, sistemi senza pilota, brigate e tutto il resto”, ha precisato il comandante, sottolineando la chiarezza strategica con cui l’Alleanza sta definendo la propria trasformazione tecnologica.
Nell’esporre il nuovo piano, il comandante ha anche esposto la nuova dottrina difensiva della NATO, la Eastern Flank Deterrence Line (EFDL) che punta a rafforzare le capacità militari dell’Alleanza e a migliorarne l’interoperabilità, anche sul piano industriale. Al centro della strategia vi è l’uso avanzato della tecnologia: piattaforme di intelligenza artificiale, lanciatori compatibili con munizioni di tutti i paesi membri e un sistema di condivisione delle informazioni in cloud che consente il coordinamento istantaneo tra le forze alleate.
La Duma russa minaccia risposte nucleari ai piani NATO
La reazione russa alle dichiarazioni di Donahue è stata immediata e durissima. Leonid Slutsky, presidente del Comitato per gli Affari Esteri della Duma russa, ha lanciato minacce nucleari esplicite:
"Un attacco alla regione di Kaliningrad equivale a un attacco alla Russia, con tutte le misure di rappresaglia corrispondenti, incluso l'uso di armi nucleari", ha ammonito definendo i propositi dell’Alleanza "un piano per scatenare la Terza Guerra Mondiale con un conseguente confronto globale senza vincitori.
"Kaliningrad è territorio russo e tali minacce sono essenzialmente una dichiarazione di guerra", ha aggiunto Sergei Muratov del Comitato parlamentare per la difesa.
La Russia avanza verso Dnipropetrovsk e Pokrovsk. Distrutti alcuni sistemi Patriot
Nel frattempo il fronte orientale dell’Ucraina continua a sperimentare criticità crescenti nella tenuta delle difese tra le forze di Kiev. Secondo quanto riportato dagli analisti ucraini di DeepState, le forze russe hanno conquistato Hrushivske, un insediamento chiave situato nei pressi del confine amministrativo tra le regioni di Donetsk e Dnipropetrovsk, avvicinandosi pericolosamente a un’area fino a poco tempo fa ritenuta relativamente sicura.
Parallelamente, l’esercito russo ha compiuto progressi in altri quattro insediamenti: Voskresenka e Horikhovoe nella direzione di Novopavlivske, e Mayak e Zatyshko a nord di Pokrovsk, città strategica che ora rischia di essere accerchiata.
L’attenzione maggiore è puntata proprio su Pokrovsk, dove gruppi di sabotatori russi (DRG) si sono infiltrati fin dal 17 luglio, come confermato dai militari ucraini presenti nella zona. Le operazioni di smantellamento di questi gruppi sono ancora in corso, ma gli occupanti puntano a stabilire teste di ponte, consolidare le posizioni e prendere il controllo della via dei Difensori dell’Ucraina, asse viario strategico.
Secondo Oleksiy Hetman, analista militare ed ex maggiore delle Forze Armate ucraine, la Russia ha radunato oltre 100.000 soldati in questa direzione. Una massa critica che consente rotazioni costanti e mantiene alta la pressione sul fronte ucraino con l’obiettivo tattico di accerchiare la città dal nord, attraverso manovre aggiranti anche dal lato di Myrnograd.
A complicare ulteriormente la situazione per Kiev è il crollo della difesa aerea. Il 21 luglio, le Forze Armate russe hanno lanciato un massiccio attacco aereo con 426 droni e numerosi missili balistici e da crociera. Secondo Military Watch, nell’attacco sono stati distrutti tre lanciatori del sistema missilistico Patriot e un radar AN/MPQ-65, uno dei pochi ancora operativi in Ucraina.
La perdita di questi sistemi – tra i più costosi e avanzati a disposizione delle forze ucraine – segna un grave colpo. I Patriot, forniti dagli Stati Uniti, sono sempre più inefficaci contro i missili russi di nuova generazione come gli Iskander-M, capaci di manovre evasive e dotati di esche elettroniche. Anche missili balistici nordcoreani del tipo KN-23B sono stati citati tra le armi che mettono in crisi le capacità di intercettazione ucraine.
L’avanzata terrestre russa è dunque supportata da una crescente superiorità aerea e missilistica. L’industria bellica russa ha aumentato vertiginosamente la produzione di droni Geran-2, passati da 300 al mese a oltre 100 al giorno (con l’obiettivo di 500), e ha intensificato la fabbricazione di missili Kh-101 e 9K720. Questo ritmo sostenuto consente attacchi continui, logorando giorno dopo giorno le risorse militari ucraine.
Foto © Imagoeconomica
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