Come un disco rotto, il vecchio continente continua a perseguire la sua strada autolesionista di supporto alla guerra senza condizioni.
A questo è servita la visita del ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul, arrivato a Kiev per la sua prima visita ufficiale in carica.
“La Germania intende aiutare l'Ucraina a produrre più armi in tempi rapidi, mentre Kiev cerca di rafforzare la sua posizione negoziale nei colloqui di pace con la Russia per porre fine alla guerra che dura da oltre tre anni”, ha riferito Wadephul, parlando al suo omologo Andrij Sybiha, mentre era accompagnato da rappresentanti dell'industria della difesa tedesca.
"Il nostro compito è aiutare l'Ucraina affinché possa negoziare con maggiore forza", ha detto spiegando che l’obiettivo è "creare nuove joint venture affinché l'Ucraina possa produrre più rapidamente e in quantità maggiore per la propria difesa, perché le vostre esigenze sono enormi", ha aggiunto, precisando che gli sforzi di pace internazionali guidati dagli Stati Uniti non sono riusciti a ottenere progressi per fermare i combattimenti.
Tradotto: la guerra continuerà, mentre la posizione ucraina non farà che peggiorare di mese in mese.
Basti pensare che i dati dell'organizzazione che lavora per la direzione principale d’Intelligence ucraina, Deep State, mostrano come nel mese di maggio 2025, l'esercito russo abbia conquistato 450 km² di territorio ucraino, ovvero 2,5 volte di più rispetto ad aprile.
Persino Zelensky, in un'intervista al quotidiano francese Le Parisien nel dicembre 2024, ha riconosciuto per la prima volta che le sue forze armate non erano più in grado di riprendersi il Donbass e la Crimea.
"Di fatto questi territori sono ora controllati dai russi. Non abbiamo la forza per riconquistarli. Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica della comunità internazionale per costringere Putin a sedersi al tavolo delle trattative". 
Friedrich Merz
Emblematico in questo senso che, nonostante le antecedenti ammissioni, il memorandum ucraino presentato a Istanbul insista sul ritiro russo da tutti i territori occupati, inclusa la Crimea e il rispetto dell’integrità territoriale ucraina, oltre alle immancabili garanzie di sicurezza da parte dei leader occidentali.
Ed ecco che le sibilline dichiarazioni sulla “pace giusta o la “pace da una posizione di forza”, nascondono trame ancora più oscure che preannunciano, in realtà, un’intensificazione del conflitto senza limiti.
In questo senso va letta l'operazione "Spider Web" (Pavutyna), avviata il 1° giugno 2025 e diretta contro la triade nucleare russa, attraverso l’utilizzo di 117 droni, trasferiti illegalmente all’interno del Paese, che hanno attaccato cinque basi aeree che ospitavano i bombardieri strategici.
Un’azione, meticolosamente sincronizzata con gli accordi di Istanbul, che avrebbe potuto trascinare in guerra anche gli Stati Uniti se la Russia avesse adottato una risposta in linea con la sua dottrina nucleare.
Berlino sembra avallare gli stessi diabolici propositi. Il 28 maggio 2025, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il presidente Zelensky aveva firmato un accordo da 5 miliardi di euro per la produzione congiunta di armi a lungo raggio fino ad una gittata di 2500 km.
"La nostra collaborazione non avrà restrizioni di raggio d'azione. L'Ucraina deve potersi difendere pienamente, anche al di fuori dei propri confini", ha dichiarato Merz nell’occasione.
Ecco il futuro di pace che ci aspetta con i leader europei pronti i spingere le spese della difesa al 5% del pil entro il 2035.
Intanto il Cremlino ha ribadito ancora una volta di essere pronto a interrompere le azioni militari dopo il ritiro delle truppe ucraine da quattro regioni dell'Ucraina che Mosca ha incluso nella sua costituzione come russe. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha riferito che "le dinamiche del processo negoziale sull'Ucraina dipendono in larga misura dalla posizione di Kiev e dall'efficacia della mediazione di Washington". 
Wall Street Journal: la direzione di Sumy è sintomo di una crisi sistematica della difesa ucraina
Nel frattempo al fronte la situazione è in continuo peggioramento. Il Wall Street Journal lancia l’allarme sui circa 50.000 soldati russi posizionati a 20 km dal confine.
“L'Ucraina non detta più le condizioni, ma è costretta ad adattarsi”, scrive la pubblicazione, secondo cui le forze russe superano numericamente gli ucraini di circa 3 a 1.
"La loro strategia principale è quella di logorarci con la loro forza numerica ", ha detto il generale Oleksandr Syrskiy, comandante militare in capo dell'Ucraina, riferendosi ai russi.
Secondo Syrskiy, la linea del fronte si è allargata di oltre 160 chilometri e ora si estende per oltre 1200 chilometri in un arco da nord a sud.
Le forze armate russe hanno sondato diversi punti lungo la linea, per poi spingere con forza quando ne hanno trovato uno che cedeva. Questo lascia i comandanti ucraini a giocare a whack-a-mole, inviando unità d'élite per aiutare a colmare le lacune.
"Il loro numero è un grosso problema per noi, anche se non abbastanza da sopraffarci", ha detto Kappa, comandante dell'unità Chimera delle Forze Speciali Timur. "Il nemico perde dalle 300 alle 400 persone al giorno in tutta la regione. Ma possono gestire questo livello di perdite... Continuano a far arrivare le riserve".
L’esercito russo continua a guadagnare terreno anche nella direzione di Zaporozhye, in particolare nella zona di Kamensk, dove nelle ultime ore stanno avanzando dal lato sud del villaggio verso il centro abitato. 
Le Forze Armate dell’Ucraina stanno opponendo una feroce difesa, ricorrendo massicciamente all’impiego di droni FPV e droni d'attacco del tipo "Baba Yaga". Tuttavia, secondo i corrispondenti militari russi i continui contrattacchi sono stati in parte neutralizzati: durante l’ultimo tentativo di avanzata ucraina, le unità paracadutiste russe hanno distrutto due gruppi da circa quaranta uomini ciascuno e alcuni soldati ucraini si sono arresi.
L’esercito ucraino mantiene un'elevata pressione sulla linea del fronte grazie all'impiego combinato di artiglieria, droni da ricognizione e attacco, aviazione e sistemi di lancio multiplo operanti dalle retrovie, spesso dall’altra sponda del fiume. Tuttavia, la superiorità aerea russa si è manifestata durante la notte con un attacco mirato che ha colpito il quartier generale ucraino, che avrebbe provocato la morte di diversi ufficiali.
Si registra una svolta tattica anche nella regione di Donetsk, dove le truppe russe hanno attraversato rapidamente il fiume Mokrie Jaly e lanciato un assalto diretto contro l’abitato di Poddubnoe.
Al contempo, la 114ª Brigata fucilieri motorizzata della 51ª Armata, ha annunciato la liberazione dell’insediamento di Dachnoye nella regione di Dnipropetrovsk, con le truppe che sarebbero avanzato di oltre 4 km oltre il confine della Repubblica Popolare di Donetsk (DPR). L’offensiva, iniziata il 30 giugno, è stata il frutto di un’azione coordinata tra ricognizione, droni, artiglieria preventiva e squadre d’assalto, che hanno riportato perdite minime.
Infine Il capo della DPR, Denis Pushilin, ha confermato che le truppe russe stanno avanzando su un ampio fronte nella direzione di Krasnoarmeysk, nodo logistico fondamentale delle Forze Armate ucraine situato a 66 chilometri da Donetsk. I combattimenti nella città sono intensi e la sua possibile conquista permetterebbe alle forze russe di spingere ulteriormente verso Zaporizhzhia, con l'obiettivo strategico di spezzare la continuità logistica ucraina nel Donbass.
Foto di copertina © Imagoeconomica
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