Trump deciderà se intervenire tra due settimane per lasciare ad Israele il lavoro sporco
In medio oriente la guerra senza esclusione di missili tra Israele ed Iran aumenta a dismisura le possibilità che il conflitto deflagri in qualcosa di molto più pericoloso ed insidioso per l’intera umanità.
Ieri la questione più scottante riguardava la possibile uccisione della guida suprema Ali Khamenei. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in visita all'ospedale Soroka colpito precedentemente da un missile iraniano, ha lasciato intendere di non escludere un attacco contro la sua persona e alla domanda se sia un "uomo morto che cammina", ha risposto: "Ho dato istruzioni che nessuno è immune. Preferisco non fare titoli e lasciare che le azioni parlino da sole".
Un’eventualità, quella della sua uccisione, in grado di scatenare - assieme all’entrata in guerra degli Stati Uniti - l’apertura delle “porte dell’inferno”: attacchi massicci contro Israele e basi USA in medio oriente e chiusura dello Stretto di Hormuz da cui passa il 20% del petrolio globale.
Oggi, a questi scenari catastrofici, si è aggiunto un’altra eventualità, forse ancora più temibile.
Il capo dell’AIEA, Rafael Grossi, capo dell'organismo di controllo atomico delle Nazioni Unite, ha lanciato un allarme molto serio: un attacco israeliano alla centrale nucleare iraniana di Bushehr potrebbe scatenare una catastrofe regionale, mentre i due Paesi continuano a scambiarsi attacchi per l'ottavo giorno consecutivo.
Grossi, parlando al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha affermato che un raid diretto contro il reattore costruito in Russia e situato sulla costa del Golfo, potrebbe "causare un rilascio molto elevato di radioattività", con "gravi conseguenze" oltre i confini dell'Iran.
"Pertanto, invito ancora una volta alla massima moderazione", ha affermato il capo dell’AIEA, ricordando ai delegati presenti a una sessione di emergenza sul conflitto Iran-Israele che non dovrebbero mai verificarsi attacchi armati contro gli impianti nucleari.
Nel peggiore dei casi, un attacco a Bushehr, che contiene "migliaia di chilogrammi di materiale nucleare", richiederebbe l'emissione di ordini di evacuazione per le aree entro diverse centinaia di chilometri dall'impianto, compresi i centri abitati di altri paesi del Golfo, ha affermato, aggiungendo che sulle due linee che forniscono elettricità a Bushehr potrebbe causare la fusione del nocciolo del reattore, con conseguenze disastrose.
Ali Khamenei © Imagoeconomica
Le sue parole arrivano giorno dopo che un funzionario militare israeliano ha ritrattato l'affermazione di un portavoce militare secondo cui Israele aveva colpito Bushehr, sostenendo che il commento era stato "un errore".
Grossi, nel merito, ha precisato di non poter né confermare né negare che Bushehr, l'unica centrale nucleare iraniana in funzione, sia stata colpita.
Anche Mosca ha avvertito Israele contro un eventuale attacco al sito. affermando che "sarebbe una catastrofe paragonabile a Chernobyl". La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, ha dichiarato che il Cremlino è "particolarmente preoccupato per la sicurezza della centrale nucleare di Bushehr, dove lavorano specialisti russi".
Continuano gli scambi missilistici tra Teheran e Tel Aviv
Non si fermano in ogni caso gli attacchi reciproci che si fanno sempre più violenti. Israele ha condotto nuovi raid aerei su diverse località in Iran nelle prime ore di oggi, impiegando più di 60 aerei per colpire quelle che ha descritto come strutture industriali coinvolte nella produzione di missili. Un raid ha preso di mira anche la sede dell'Organizzazione per la Ricerca e l'Innovazione Difensiva iraniana (SPND), un'agenzia che gli Stati Uniti hanno precedentemente associato alla ricerca nucleare iraniana.
Un altro attacco israeliano ha ucciso questa mattina uno scienziato nucleare iraniano a Teheran, secondo quanto riportato dall'emittente pubblica israeliana Kan. Inoltre, un ospedale nella capitale è stato danneggiato in un attacco missilistico, diventando il terzo ospedale colpito nell'ultima settimana, secondo l'agenzia di stampa IRNA.
Donald Trump © Imagoeconomica
D’altra parte, anche l'Iran ha lanciato una nuova ondata di missili. Un colpo è andato a segno contro il parco tecnologico vicino a Beersheba, nel sud di Israele, causando danni a edifici residenziali e provocando incendi, alcuni dei quali vicino agli uffici di Microsoft. Sei persone sono rimaste ferite nell'attacco. Il raid ha causato 7 feriti e ha portato alla chiusura della stazione ferroviaria di Beer Sheva Nord per danni. Un altro missile iraniano ha colpito la città portuale di Haifa nel nord di Israele, causando 17 feriti, di cui due in gravi condizioni - un sedicenne e un uomo di 54 anni. Il missile è caduto nell'area del porto, e secondo il presidente israeliano Isaac Herzog, ha anche colpito la moschea Al-Jarina nel quartiere di Wadi Nisnas, ferendo religiosi musulmani e fedeli.
Altri missili hanno raggiunto Tel Aviv e Gerusalemme, con esplosioni che hanno fatto tremare gli edifici nel centro delle città.
Trump attende la resa sul nucleare, prima di entrare in guerra, ma l’Iran dice “no”
Donald Trump, ormai assoggettato al volere del complesso militare industriale, in totale contrapposizione con i suoi propositi pacifisti della campagna elettorale ha annunciato oggi che prenderà una decisione definitiva sull'eventuale coinvolgimento militare degli Stati Uniti entro le prossime due settimane. Una dichiarazione è stata comunicata ufficialmente dalla portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt.
Il professore associato di politica del Golfo presso l'Università del Qatar, Luciano Zaccara, sostiene che Washington, “l’unica cosa” a cui può puntare ora è convincere l’Iran “a ridurre un po’ l’escalation e a sedersi di nuovo con gli Stati Uniti per negoziare qualcosa”, ma Teheran non lo farà “mai sotto attacco”.
"Quindi, finché Trump non spingerà Israele a fermare l'offensiva contro l'Iran, questa conversazione non avrà mai luogo", ha precisato, facendo notare che dandosi due settimane per decidere le sue prossime azioni, il presidente degli Stati Uniti sta "dicendo a Israele, 'OK, fai tutto il possibile, e poi deciderò io'".
Ha aggiunto: "Penso che stia cercando di guadagnare tempo, di vedere cosa sta succedendo; ha deciso di lasciare che Israele faccia il lavoro sporco, per vedere fin dove può arrivare Tel Aviv in termini di indebolimento del regime iraniano".
Tuttavia, la guerra sul lungo periodo vede la posizione israeliana estremamente sfavorevole. I costi economici del conflitto stanno mettendo a dura prova la sua economia. Israele sta spendendo 735 milioni di dollari al giorno per il conflitto con l'Iran, dopo aver già sostenuto oltre 67 miliardi di dollari per la guerra a Gaza e il suo deficit di bilancio è destinato a raddoppiare fino all'8% del PIL. Dal punto di vista della difesa missilistica inoltre, secondo fonti del Washington Post, Tel Aviv può mantenere i suoi intercettori funzionanti solo per altri 10-12 giorni se l'Iran continuerà a mantenere il ritmo attuale degli attacchi.
Come previsto, Teheran ha ribadito la sua ferma posizione davanti al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra.
"Il programma nucleare iraniano è pacifico ed è sempre stato sotto la tutela e il monitoraggio dell'AIEA. Pertanto, gli attacchi armati contro impianti nucleari protetti da parte di un regime che non ha sottoscritto alcun trattato sulle armi di distruzione di massa costituiscono un crimine grave e una violazione del diritto internazionale", ha dichiarato Il Ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, esprimendo “grave preoccupazione” per il fallimento dei paesi E3 – Germania, Regno Unito e Francia – e dell’Unione Europea nel condannare tali attacchi.
"L'Iran è pronto a prendere nuovamente in considerazione la diplomazia, una volta che l'aggressione sarà cessata e l'aggressore sarà ritenuto responsabile dei crimini commessi", ha aggiunto, chiarendo in modo inequivocabile “che le capacità di difesa dell'Iran non sono negoziabili".
Foto di copertina: sede AIEA a Vienna © Imagoeconomica
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