Il Pontefice nella sua prima intervista rilasciata al Tg1
Nella sua prima intervista televisiva dopo l’elezione al soglio pontificio dell’8 maggio 2025, concessa in esclusiva al Tg1 al termine della visita al Centro di Radio Vaticana a Santa Maria di Galeria, Papa Leone XIV ha ribadito con forza la necessità di trovare soluzioni diplomatiche per fermare le guerre e salvare vite innocenti.
“Mettiamoci insieme per cercare soluzioni alla guerra: tanti innocenti muoiono e bisogna evitare l'uso delle armi”, ha dichiarato, sottolineando l’urgenza di un impegno collettivo per la pace. “Veramente preoccupante. Giorno e notte cerco di seguire quello che sta succedendo in tante parti del mondo. Si parla soprattutto del Medio Oriente oggi, però non è soltanto lì”, ha aggiunto, evidenziando la gravità della situazione internazionale. “Come ho detto ieri nell’udienza, vorrei rinnovare questo appello per la pace. Cercare a tutti i costi di evitare l’uso delle armi e cercare attraverso gli strumenti diplomatici il dialogo. Ci mettiamo insieme a cercare soluzioni. Ci sono tanti innocenti che stanno morendo e bisogna promuovere la pace sempre”.
Le parole del Papa riecheggiano il suo intervento durante l’udienza generale di ieri, quando aveva espresso il dolore della Chiesa per le sofferenze causate dai conflitti: “Il cuore della Chiesa è straziato per le grida che si levano dai luoghi di guerra, in particolare dall’Ucraina, dall’Iran, da Israele, da Gaza”. In quell’occasione, il Pontefice aveva esortato a non abituarsi alla guerra: “Non dobbiamo abituarci alla guerra! Anzi, bisogna respingere come una tentazione il fascino degli armamenti potenti e sofisticati”. Citando i suoi predecessori, aveva ricordato le parole di Papa Francesco – “la guerra è sempre una sconfitta!” – e di Pio XII: “Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra”.
L’appello di Leone XIV ha trovato una risposta concreta nelle parole dell’ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran presso la Santa Sede, Mohammad Hossein Mokhtari, intervistato da Avvenire. “Se la Santa Sede lo proponesse, sarei il primo a garantire la disponibilità dell’Iran a sedersi intorno a un tavolo in Vaticano con gli Stati Uniti per discutere sul nucleare”, ha dichiarato Mokhtari, sottolineando però una condizione: “È necessario che si fermi l’aggressione del regime sionista”. L’ambasciatore ha poi aggiunto: “L’Iran stava già dialogando con gli Usa proprio sul versante nucleare. E forse saremmo arrivati anche a un accordo se Netanyahu con il suo governo non ci avesse attaccato. La nostra volontà all’incontro c’è sempre stata. Ma il regime sionista ha voluto sabotare i colloqui. Secondo gli statuti dell’Onu, siamo di fronte all’aggressione di uno Stato indipendente. Anzi, è un membro delle Nazioni Unite che colpisce un altro membro Onu”. Mokhtari ha denunciato una “chiara violazione del diritto internazionale” e l’inerzia degli organismi internazionali: “Nessuno si è mosso anche dopo l’uccisione di centinaia di civili. Gli organismi internazionali nati per assicurare pace e stabilità al mondo si voltano dall’altra parte quando si tratta di Israele: accade anche per il genocidio di Gaza dove non possono neppure entrare gli aiuti umanitari. Comunque, come ha affermato il nostro ministro degli Esteri, non appena si fermerà l’aggressione, riprenderemo il dialogo”.
L’invito del Papa a “cercare a tutti i costi di evitare l’uso delle armi e cercare attraverso gli strumenti diplomatici il dialogo” si pone come un richiamo universale ai leader mondiali, affinché promuovano soluzioni pacifiche e dialoghino per porre fine alle sofferenze di milioni di innocenti.
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