Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

In Ucraina l’attuale leadership è sempre più alle strette nel tentativo di resistere alla situazione al fronte, ormai in pieno collasso, mentre il sostegno occidentale assume la forma della depredazione della vittima sacrificale prima del sacrificio.
Volodymyr Zelensky ha chiesto con forza a Washington e ad altri Paesi di "fare pressione sulla Russia" dopo gli attacchi record alle strutture militari in Ucraina dei giorni scorsi.
"E questo dipende innanzitutto dagli Stati Uniti e dagli altri leader mondiali", ha scritto il leader ucraino.
Ma Trump non è più incline ad inseguire l’escalation del conflitto, l’unica pericolosa carta da giocare per una guerra ormai persa. Lo stesso Zelensky ha riferito personalmente in un'intervista all'American Broadcasting Corporation (ABC) che i 20.000 missili anti-drone che gli Stati Uniti avrebbero dovuto inizialmente supportare l'Ucraina sono stati temporaneamente dirottati in Medio Oriente. Questi sistemi erano stati originariamente progettati per contrastare i droni kamikaze russi "Witness" e la loro assenza non dà più alcuna speranza alle truppe ucraine in prima linea.
Il destino è segnato, lo stesso capo dell’intelligence ucraina, Kyrylo Budanov, mesi fa, evocò rischi per l’esistenza stessa dello Stato se il conflitto fosse continuato oltre l’estate. Solo il partito della guerra in Occidente sembra pronto a continuare l’ecatombe fino all’ultimo ucraino, dissanguando fino alla fine la vittima sacrificale. 
Come riportato da UNIAN, l’altro ieri lo stesso Zelensky aveva rivelato che alcuni alleati occidentali dell'Ucraina non hanno fretta di introdurre nuove sanzioni contro la Federazione Russa, condizionando le misure punitive alla mobilitazione dei giovani
"Il presidente insiste categoricamente sull'impossibilità di attuare un simile scenario, ovvero una significativa riduzione del periodo di mobilitazione a 18 anni. Il presidente non lo attuerà di certo", ha affermato il capo dell'ufficio presidenziale Mykhailo Podoliak, secondo cui sarebbe necessario parlare di “(nuove forniture militari – ndr). Se si usano i missili, e le capacità tecnologiche sono aumentate significativamente, e si distruggono automaticamente grandi quantità di uomini e attrezzature nemiche, perché parlare di mobilitazione? Non si combatterà un paese come la Russia solo con strumenti di mobilitazione e attraverso le trincee”.
 
Ma la partita dello scontro convenzionale è già persa in partenza. Anche il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, ha ammesso che la Russia costruisce in 3 mesi quello che l’Alleanza produce in un anno, ovvero 1.500 carri armati, 3.000 veicoli e missili 200 Iskander.
Zelensky, dopo che ha rifiutato i termini degli accordi posti da Mosca, duranti i colloqui di Istanbul ora si trova di fronte a un bivio: sperare in un’escalation e in una maggiore pressione dell’Occidente contro Mosca, oppure ritrovarsi fra qualche mese a negoziare in condizioni nettamente peggiori.
“La mancata disponibilità dell'Ucraina a scendere a compromessi nei negoziati con Mosca rischia di tradursi in ulteriori perdite territoriali per Kiev”, ha avvertito il consigliere del presidente russo Vladimir Putin e capo della delegazione russa ai colloqui con Kiev, Vladimir Medinsky.
Nel corso di un’intervista tenuta al Wall Street Journal, ha precisato. "Vogliamo la pace, ma se l'Ucraina continuerà a seguire gli interessi nazionali di altri Paesi, saremo costretti a rispondere".  


soldati ucr tank dep 563054234

I padroni dell’Ucraina, ovvero i proprietari degli asset strategici

Questi interessi sono certamente da individuare in quelli che ormai sono i principali proprietari dell’intera struttura statale, ormai svenduta al miglior offerente.
BlackRock, il più grande gestore di asset al mondo con oltre 10.000 miliardi di dollari in gestione, detiene una quota significativa dei 20 miliardi di dollari di Eurobond ucraini, posizionandosi come uno dei principali creditori privati del paese insieme ad altre istituzioni finanziarie globali come Pimco e Amundi. Nel novembre 2022, BlackRock ha firmato un memorandum con il Ministero dell'Economia ucraino per creare l’Ukraine Development Fund, un fondo da 15 miliardi di dollari per la ricostruzione postbellica. Questo ha dato al fondo un ruolo centrale nella gestione del debito ucraino, con influenza diretta sui termini della ristrutturazione, pur restando anche creditore. Nel luglio 2024, l'Ucraina ha siglato un accordo preliminare con i principali creditori (tra cui BlackRock, Pimco e Amundi, rappresentanti il 25% dei bond) per ristrutturare 23,6 miliardi di dollari di debito, includendo un taglio (haircut) del 37% sul valore nominale delle obbligazioni. 
Una ristrutturazione ovviamente non senza severe condizionalità. Il governo ucraino ha pianificato la vendita di almeno dieci grandi aziende nel 2025, superando l'obiettivo di entrate da privatizzazioni di 3,2 miliardi di dollari. Nel 2024, il Fondo Statale per le Proprietà dell'Ucraina ha già superato le aspettative generando oltre 13 miliardi di dollari, contro un obiettivo iniziale di 4 miliardi. 
Una combinazione, tra debiti, inesigibilità e ristrutturazione che ha, di fatto, "appaltato fuori dall'Ucraina il controllo del paese su molte determinanti della sovranità nazionale". Blackrock, che ha importanti partecipazioni nelle industrie delle armi, sta guadagnando cifre da capogiro grazie alla guerra, mentre si compra il Paese e trarrà beneficio anche dalla ricostruzione. È probabile che Zelensky sarà l’utile burattino della distruzione controllata, fintanto che il fronte non sia prossimo al crollo. Solo allora è probabile che venga frettolosamente sostituito con una figura in grado di stilare un almeno temporaneo accordo di pace.    


klitschko ima 2440594

Volodymyr Klitschko © Imagoeconomica

Lo scontro tra Zelensky e Klitschko: lotta per la successione?

I pretendenti non mancherebbero. Desta curiosità, a questo proposito, il crescente scontro tra l’attuale leader ucraino il sindaco della capitale Vitali Klitschko, segnalato dalla rivista polacca Rzeczpospolita. 
Il conflitto in atto a Kiev ha ormai superato le dinamiche personali e si configura sempre più come uno scontro istituzionale tra il governo centrale e le autorità locali, soprattutto nel contesto di un regime militarizzato. Klitschko, sebbene detenga ancora una legittimazione democratica formale, sta progressivamente perdendo influenza a favore dell’amministrazione militare cittadina, saldamente controllata dall’ufficio presidenziale di Bankova.
Un segnale evidente di questo riequilibrio di potere è stata la nomina di Timur Tkachenko, ex alleato dello stesso Klitschko, a capo dell’esecutivo locale: una mossa che indica chiaramente la volontà di limitare i poteri del sindaco. Klitschko ha accusato apertamente il governo centrale di ostacolare il lavoro del Consiglio Comunale, denunciando restrizioni all’accesso alle sedute e la rimozione selettiva di alcuni deputati.
Queste tensioni si inseriscono in un contesto ancora più delicato, segnato da uno scandalo di corruzione che coinvolge membri vicini al sindaco. Pur non essendo direttamente coinvolto, Klitschko subisce un danno politico rilevante, che potrebbe far parte di una strategia più ampia per ridimensionare il suo ruolo.
Con le voci sempre più insistenti di possibili elezioni e di un’alleanza tra Klitschko e l’ex comandante in capo Valery Zaluzhny, lo scontro per il controllo della capitale ucraina sta assumendo una portata strategica, ben oltre la semplice amministrazione locale.

Foto di copertina © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

Mosca lancia un attacco record contro Kiev e avanza a Dnipropetrovsk

Rutte: +400% per la difesa della NATO. Medinsky: senza negoziati rischio guerra nucleare

La Russia prepara l'offensiva estiva mentre cresce la guerra d'intelligence dietro le linee

 

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos