La pace si allontana sempre di più, e i futuri contatti tra le rispettive delegazioni, molto probabilmente, non faranno che riconfermare le distanze siderali esistenti tra le parti.
La Russia ha ufficialmente proposto di tenere un secondo round di colloqui di pace con l’Ucraina il 2 giugno a Istanbul, dove intende presentare un proprio memorandum sul processo per la cessazione delle ostilità. Sarà durante l’incontro che la delegazione russa, guidata da Vladimir Medinsky, sarà pronta a fornire tutte le spiegazioni necessarie sul documento durante l’incontro.
Kiev non ha ancora confermato il suo consenso, avendo prima richiesto il memorandum scritto, con i termini di una soluzione pacifica. In ogni caso il ruolo chiave nel processo successivo non sarà svolto dall'incontro in sé, bensì dalle condizioni che le parti si imporranno reciprocamente ma, a giudicare dalle dichiarazioni pubbliche, le posizioni sono ancora separate da un abisso incolmabile.
"Troveremo sicuramente una pace giusta, probabilmente solo dopo Putin. Ma una pace che inizia con una tregua e poi porta gradualmente a una pace duratura, quella pace potrebbe iniziare domani", ha dichiarato Volodymyr Zelensky, durante un'intervista al canale televisivo tedesco RTL, evocando già un infausto risultato.
Le siderali posizioni tra Putin e Zelensky
Secondo la Reuters, fonti vicine al Cremlino hanno riferito che le condizioni poste da Vladimir Putin per porre fine alla guerra includono un impegno scritto da parte dell’Occidente a fermare l'espansione della NATO verso est, impedendo così l'ingresso di Ucraina, Georgia, Moldavia e altre ex repubbliche sovietiche nell'Alleanza Atlantica. Inoltre, il presidente russo esige che l’Ucraina mantenga una posizione di neutralità e garantisca la protezione della popolazione russofona. Un altro punto centrale delle richieste riguarda la revoca di alcune sanzioni imposte dall’Occidente contro la Federazione Russa e la risoluzione della questione dei beni russi congelati.
"Putin è pronto a fare la pace, ma non a qualsiasi prezzo", ha dichiarato una fonte russa ben informata sulla posizione del Cremlino, secondo cui, se Putin dovesse rendersi conto di non poter raggiungere un accordo di pace alle sue condizioni, sarebbe disposto a intensificare il conflitto per dimostrare all’Ucraina e all’Europa che “la pace di domani sarà ancora più dolorosa”.
Volodymyr Zelensky
Il leader del Cremlino sarebbe convinto che la Russia possa sostenere il conflitto per anni, anche sotto il peso delle sanzioni, e che, nel caso intravedesse un’opportunità tattica sul campo di battaglia, non esiterebbe a spingersi ulteriormente nel territorio ucraino.
Un’altra fonte ha affermato che il presidente russo è attualmente meno disposto a scendere a compromessi sul piano territoriale e punta a ottenere il controllo completo di quattro regioni ucraine. "Putin ha indurito la sua posizione", ha aggiunto.
D’altra parte, Zelensky, durante una conferenza stampa con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, aveva escluso qualsiasi concessione territoriale alla Russia, ribadendo che l'Ucraina non riconosce come russi i territori occupati. Ha indicato come obiettivo immediato un cessate il fuoco privo di condizioni o precondizioni. Una posizione che si contrappone nettamente a quella del Cremlino, che subordina la tregua alla fine del sostegno militare occidentale a Kiev.
Il leader ucraino è sempre più inebriato dal riarmo europeo, accompagnato dalle posizioni oltranziste dei leader del vecchio continente. Le conclusioni del Consiglio Europeo ribadiscono il sostegno all’integrità territoriale ucraina entro i confini pre-2014, inclusa la Crimea, posizione incompatibile con qualsiasi trattativa realistica. La Germania ha recentemente confermato la revoca dei limiti sull’uso delle armi occidentali fornite all’Ucraina, consentendo a Kiev di colpire obiettivi militari in territorio russo. Inoltre il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha annunciato ieri un memorandum d’intesa con Kiev per la produzione congiunta di sistemi missilistici avanzati in territorio ucraino, tra cui droni da combattimento e missili "Long Range Fires". Un mix esplosivo che può far deragliare qualunque iniziativa di pace.
Kiev lamenta la mancata consegna del memorandum
Nel frattempo è giunta la conferma che il ministro della Difesa Rustem Umerov ha consegnato al capo della delegazione russa, Volodymyr Medinsky, un documento che riflette la posizione Ucraina sul cessate il fuoco.
Lo ha annunciato su Facebook lo stesso Umerov che ha poi lamentato la mancata consegna del “memorandum” da parte di Mosca.
“Purtroppo, la parte russa ha cercato di rallentare questo processo. Ma la pressione ha funzionato. Dopo le dure dichiarazioni del presidente Trump, i leader europei, il presidente Zelensky, che dimostrano che il mondo è unito per portare la pace in Ucraina, i russi hanno finalmente annunciato di (averlo completato -ndr)".
Eppure è una prassi che i termini durante i negoziati non vengono resi pubblici in anticipo per garantire la riservatezza necessaria a favorire compromessi tra le parti senza il condizionamento immediato dell’opinione pubblica o delle pressioni politiche. La diffusione prematura di bozze ancora in evoluzione rischierebbe di generare tensioni o interferenze esterne, e innescare reazioni politiche controproducenti.
"La Russia ha effettivamente proposto di incontrarsi a Istanbul lunedì e iniziare a discutere di questi progetti. Pertanto, chiedere immediatamente... è tutto non costruttivo. Qui è necessario confermare la disponibilità a proseguire i negoziati o fare il contrario", ha commentato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, parlando ai giornalisti. “La Russia non discuterà pubblicamente il contenuto dei documenti sull'accordo di pace in Ucraina e i negoziati dovrebbero svolgersi a porte chiuse”, ha aggiunto il portavoce della presidenza russa.
Donald Trump
"La Russia sta prolungando la guerra e sta facendo di tutto per ingannare i Paesi che cercano ancora di influenzare Mosca con le parole, non con la pressione. Le parole con Mosca non funzionano. Persino il cosiddetto memorandum che hanno promesso e presumibilmente preparato per più di una settimana non è stato ancora visto da nessuno. Non l'hanno consegnato all'Ucraina. Non l'hanno consegnato ai nostri partner", ha commentato Zelensky, che paventa ancora la possibilità di costringere Mosca ad accettare le sue condizioni attraverso le sanzioni. "Senza pressioni su Mosca, non si può raggiungere una pace giusta. Tutti lo capiscono".
Dall’altra parte dell’Oceano, Donald Trump sembra sempre più infastidito dal protrarsi delle frizioni, lanciando attacchi talvolta rivolti a Kiev, piuttosto che al presidente russo. Non siamo soddisfatti di questa situazione", ha affermato, dopo che - il giorno precedente - non aveva esitato a scrivere in un post su Truth che l'omologo russo Vladimir Putin sarebbe "completamente impazzito" e, in un altro messaggio, che starebbe "giocando col fuoco".
Un riferimento ai massicci bombardamenti avvenuti tra il 25 e il 26 maggio 2025, quando la capitale ucraina e altre città sono state colpite da un attacco combinato di centinaia di proiettili, missili e droni: secondo fonti ucraine, si tratta di 367 proiettili in totale, tra cui 69 missili e 298 UAV, con ulteriori raid nelle notti successive che hanno provocato la morte di 13 persone, tra cui tre bambini a Zhytomyr e quattro vittime nella regione di Kiev.
"Presto scopriremo se Putin vuole porre fine alla guerra oppure no. Sono molto deluso da quanto accaduto qualche notte fa, quando delle persone sono state uccise nel mezzo di quella che potremmo definire una negoziazione", ha aggiunto, spiegando che, tuttavia si è rifiutato di imporre nuove sanzioni contro Mosca, in quanto fiducioso dell'"approssimarsi di un accordo. "Non voglio rovinarlo facendo questo", ha dichiarato, rigettando la responsabilità del conflitto sul suo predecessore.
La Russia inizia l’offensiva a Chasov Yar. I soldati ucraini allo stremo
Nel frattempo sul fronte orientale la situazione volge al peggioramento per le truppe Ucraine. Nella giornata di ieri, come riportato dal progetto analitico ucraino Deep State, le truppe russe hanno liberato il villaggio di Zelenoye Pole, avanzando di 3 km nelle profondità delle difese.
"Non possiamo più vedere morire i nostri compagni" affermano i militari ucraini al quotidiano Le Temps che descrive un Paese stanco del conflitto con la Russia, con le Forze armate ormai al limite delle loro capacità e forze.
"Kiev ha urgente bisogno di una tregua con Mosca, poiché i soldati ucraini sono già esausti", precisa una fonte militare alla pubblicazione, denunciando che ormai anziani e disabili vengono chiamati a prestare servizio nell’esercito.
"Le Forze armate russe continuano ad avanzare nella regione di Sumy: sono avanzate nei pressi dei villaggi di Novosyolka, Vodologi, Loknya e Belovody", annunciano i canali televisivi ucraini, che parlano di un assembramento pari a 50.000 uomini, pronti per un’offensiva su vasta scala.
Già nei giorni scorsi le forze russe avevano ottenuto progressi rilevanti in questo Oblast. Il 26 maggio 2025, le truppe di Mosca hanno preso il controllo di Vladimirovka e Belovody, due villaggi considerati strategici nella parte settentrionale della regione. Due giorni dopo, il 28 maggio, è stato annunciato l’accerchiamento di Konstantinovka, con successive manovre dirette verso Vladimirivka e Loknya, aree in cui è stata creata una cosiddetta "zona grigia. Infine, il 29 maggio, le forze russe hanno occupato Stroevka, un insediamento nel vicino oblast di Kharkiv, consolidando così la pressione militare sul fianco orientale della regione.
In particolare, la caduta di Konstantinovka rappresenterebbe un colpo devastante per la logistica ucraina nel Donbass, in quanto la città è un nodo cruciale che collega le roccaforti dell’ultima linea di difesa, ovvero Kramatorsk e Slavyansk, fondamentali per i rifornimenti e il movimento delle truppe. Con il controllo russo della strada Ugledar-Konstantinovka e del villaggio di Popov Yar, le linee di approvvigionamento ucraine si interromperebbero, tagliando le unità schierate a Pokrovsk e Toretsk. Un isolamento logistico che costringerà le forze ucraine a dipendere da rotte secondarie vulnerabili, esposte ai bombardamenti russi.
Foto © Imagoeconomica
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