Netanyahu ha avviato una delle fasi finali dell'invasione totale
Avanzano i veicoli blindati israeliani nella zona sud-orientale di Deir el-Balah, nel cuore della Striscia di Gaza, sotto una fitta copertura di fuoco. L'operazione militare, ribattezzata "Carri di Gideone" si concentra su diverse aree dell'enclave, tra cui Abu Holi, Abu al-Ajin e al-Jafarawim. Anche il sud della Striscia è stato colpito. Forti esplosioni sono state udite nella regione di al-Qarara, a Khan Younis. La Protezione civile di Gaza ha confermato un primo bilancio di una decina di vittime. Nelle 36 ore precedenti all'avvio dell'operazione Israele ha bombardato almeno 150 volte provocando oltre 250 vittime palestinesi.
L’ospedale indonesiano di Gaza, uno dei pochi ancora in funzione, sta affrontando una situazione drammatica. Marwan Al-Sultan, direttore della struttura, riferisce a Reuters che “da mezzanotte la struttura ha ricevuto 58 morti, mentre altre vittime sono sotto le macerie. La situazione all’interno dell’ospedale è catastrofica”, ha dichiarato.
Nel contesto internazionale, emergono nuove indiscrezioni dagli Stati Uniti. Secondo l’emittente NBC, che cita fonti esclusive, Donald Trump starebbe lavorando a un piano per trasferire permanentemente un milione di palestinesi dalla Striscia di Gaza alla Libia. I colloqui sarebbero in corso con la leadership di Tripoli, alla quale verrebbero offerti miliardi di dollari in fondi libici congelati da oltre un decennio come incentivo. Le fonti specificano che non è stato ancora raggiunto alcun accordo e che Israele sarebbe stato informato. Hamas, tuttavia, tramite l’alto funzionario Basem Naim, ha fatto sapere di non essere stato messo a conoscenza delle trattative.
Intanto, dal vertice della Lega araba a Baghdad, il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, ha lanciato un appello diretto a Hamas: “Tutte le fazioni della Striscia devono consegnare le armi all’Autorità nazionale palestinese”, ha detto, invitando il movimento islamico a rinunciare al controllo di Gaza. Ha inoltre chiesto che sia consentito allo Stato di Palestina di assumersi le responsabilità civili nella Striscia, annunciando la disponibilità a indire nuove elezioni nel corso del prossimo anno. “Stiamo procedendo con il processo di riforma delle istituzioni statali”, ha sottolineato.
Nel frattempo, sono iniziati a Doha, capitale del Qatar, nuovi negoziati tra Hamas e Israele, "indiretti" e "senza precondizioni", volti a mettere fine alla guerra a Gaza. Lo riferisce un alto funzionario del gruppo islamista palestinese. "Questo round di negoziati è iniziato senza alcuna precondizione da entrambe le parti e i negoziati sono aperti alla discussione di tutte le questioni", afferma Hamas. Quest’ultima presenterà il suo punto di vista in particolare sulla fine della guerra, il ritiro (delle forze israeliane) e scambio di prigionieri.
Foto © Imagoeconomica
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