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Manca solo un giorno all'avvio dei colloqui di Istanbul, ma dal vecchio continente non si intravedono segnali di distensione, almeno apparenti.
Nella giornata di oggi, gli ambasciatori dei 27 stati membri dell'Unione Europea hanno approvato un 17esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, attuando misure che prendono di mira le nuove petroliere "fantasma" utilizzate per aggirare le sanzioni esistenti volte a limitare le esportazioni di petrolio russo. Ad annunciarlo sono state fonti diplomatiche citate dalla France presse. Badate bene, le nuove sanzioni sono indipendenti da quelle "massicce" previste nel caso in cui Mosca si rifiuti di negoziare e accettare un cessate-il-fuoco di 30 giorni già accettato da Kiev e richiesto dai suoi alleati occidentali.  Il nuovo pacchetto di sanzioni, in discussione da diverse settimane, prende di mira quasi 200 nuove "navi fantasma" impiegate dalla Russia, insieme a circa trenta entità accusate di aver contribuito ad aggirare le restrizioni già in vigore. Secondo fonti diplomatiche, l’Unione Europea sta esaminando complessivamente circa 345 imbarcazioni.
I toni sono molto lontani dall’essere concilianti con un clima pre-negoziale. Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot, ha addirittura parlato di “prendere la Russia per il collo", evocando sanzioni devastanti. Un riferimento al piano proposto dal senatore statunitense Lindsey Graham che ha ideato un pacchetto di misure “estremamente incisivo, con dazi doganali del 500% sulle importazioni di petrolio russo e del 500% sui paesi che oggi continuano a importare petrolio russo".
Il tutto per imporre una tregua di un mese, senza condizioni, che non contempli un’interruzione delle forniture militari a Kiev. Una linea che Mosca non potrà mai digerire.


Macron disponibile allo schieramento di armi nucleari francesi verso Est

Allo stesso tempo, il presidente francese Emmanuel Macron ha deciso di rilanciare sulla retorica nucleare e ha dichiarato di essere “pronto ad aprire una discussione” con gli alleati europei sullo schieramento di armi atomiche francesi nei loro territori.
Un annuncio fatto all’emittente TF1, dove il capo dell’Eliseo si è impegnato in colloqui con Germania, Polonia e altri paesi europei per esplorare se e come l’apparato di deterrenza nucleare francese possa essere esteso nel continente.
Definirò il quadro [per i colloqui sulle armi nucleari francesi] in modo molto ufficiale nelle settimane e nei mesi a venire, ma abbiamo già iniziato con alcune condizioni”, ha dichiarato Macron, elencando tre condizioni affinché la Francia estenda la propria protezione agli alleati:
Parigi non pagherà per la sicurezza di altri paesi; l’eventuale dispiegamento non dovrà compromettere la capacità difensiva francese; la decisione sull’uso delle armi nucleari resterà esclusivamente nelle mani del presidente francese.
Macron ha aggiunto che “il momento che stiamo vivendo è un risveglio geopolitico”, aggiungendo che l’Europa è stata inizialmente costruita “per la pace” e per integrare economie e commercio,ora si tratta di potere”.


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In sostanza, la vecchia UE garante del dialogo e della pacificazione con gli altri popoli sarà solo un lontano ricordo dei padri fondatori.
"La proliferazione delle armi nucleari in Europa non contribuirà alla sicurezza e alla stabilità del continente europeo", ha commentato il ​​portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, in risposta all’iniziativa del presidente francese.
"Ora l'intero sistema di stabilità strategica e di sicurezza si trova in uno stato deplorevole per ragioni comprensibili", ha sottolineato Peskov.
Tra i membri dell’unione, evidentemente, la prospettiva di una guerra appare ormai irreversibile e non si contempla un piano B per la pace e il disarmo nemmeno alla vigilia degli incontri di Istanbul.


Merz: la Germania deve tornare ad avere l’esercito più potente d’Europa

Una linea condivisa strenuamente dal cancelliere tedesco Friedrich Merz, che è intervenuto esortando europei e americani a rifiutare una “pace imposta” dalla Russia all'Ucraina, affinché non sia sottoposta “contro la sua volontà” a concessioni territoriali. Eppure, come anche ammesso dallo stesso Zelensky il 18 dicembre 2024, il Paese non è in grado di riconquistare i territori perduti e oramai, può solo arretrare sotto la lenta, ma implacabile, avanzata russa. Difficile aspettarsi che Mosca, da una posizione di forza, sia disposta a retrocedere senza onorare i colossali costi umani ed economici di una guerra che poteva essere fermata sempre ad Istanbul, nel marzo-aprile 2022, a condizioni certamente migliori per Kiev.
Oltre alla non adesione dell'Ucraina alla Nato, ora Vladimir Putin chiede la smilitarizzazione del Paese e la garanzia che la Russia mantenga i territori ucraini annessi nel 2022, oltre alla Crimea occupata dal 2014. Chi crede che la Russia si accontenterà di una vittoria sull'Ucraina o dell'annessione di una parte del Paese si sbaglia, avverte Merz che di fronte alla “minaccia” ormai ritenuta irreversibile, ha evocato la necessità di dotare la Germania dell'“esercito convenzionale più potente d'Europa, grazie in particolare alle centinaia di miliardi di euro di investimenti sbloccati dal suo governo. Il leader tedesco ha definito il rafforzamento della Bundeswehr, a lungo sottofinanziata, “la nostra priorità assoluta”, sottolineando che è “ciò che si aspetta il Paese più popoloso e potente d'Europa”.
E Zelensky? Mentre si dice pronto a qualunque negoziato per porre fine alla guerra, dichiara che vuole convincere Donald Trump sull’inaffidabilità di Vladimir Putin nei negoziati.
"Trump deve convincersi che Putin sta mentendo. E noi dobbiamo affrontare le cose in modo ragionevole e dimostrare che non siamo noi a frenare questo processo. Ecco perchè faccio quello che faccio, in modo che altri Paesi, non solo gli Stati Uniti, vedano che Putin non vuole (la pace)”, ha affermato Zelensky in un'intervista alla rivista tedesca Der Spiegel.


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Nel frattempo il Cremlino ha infine comunicato che il presidente russo non sarà ad Istanbul e che la delegazione sarà guidata da Vladimir Medinsky, assistente del presidente russo, e includerà anche il vice ministro degli Esteri Mikhail Galuzin, il capo della direzione principale dello Stato maggiore delle Forze armate russe Igor Kostyukov e il viceministro della Difesa Alexander Fomin. Di fatto una replica di quella che fu la rappresentanza russa nei precedenti colloqui del 2022.
Da tener presente che lo stesso leader ucraino, ora intenzionato ad incontrare solo il leader russo, il 4 ottobre 2022 aveva ratificato un decreto in cui si vietano le trattative proprio con Vladimir Putin.
In ogni caso, in tarda serata, Zelensky ha precisato che deciderà le “misure da adottare” quando saprà chi rappresenterà Mosca ai colloqui previsti giovedì a Istanbul. “Aspetto di vedere chi arriverà dalla Russia. Poi deciderò le misure da adottare da parte dell'Ucraina”, ha concluso.
Secondo il Washington Post, già martedì sera, funzionari americani ed europei hanno scoraggiato il presidente ucraino dall'adottare misure estreme dopo che aveva dichiarato che non avrebbe permesso ai suoi collaboratori di incontrare funzionari russi in Turchia. 

Ucraina, attacco missilistico russo a Sumy: due civili uccisi e nove feriti

Due civili sono stati uccisi e altre nove persone sono rimaste ferite, di cui due in gravi condizioni, in seguito a un attacco missilistico russo che ha colpito un'area industriale nella città di Sumy, nell'Ucraina orientale.
"L'esplosione è stata udita a Sumy: un attacco missilistico nemico contro un impianto industriale nella comunità di Sumy. Purtroppo si registrano feriti e un morto. "I servizi competenti stanno lavorando sul posto", ha scritto il capo dell'amministrazione militare della città di Sumy, Serhiy Kryvosheyenko.
Secondo il Ministero della Difesa russo, nelle ultime 24 ore, le forze di Mosca hanno lanciato attacchi contro gli aeroporti militari ucraini.
"L'aviazione tattica e operativa, i velivoli d'attacco senza pilota, le forze missilistiche e l'artiglieria dei gruppi delle Forze armate russe hanno danneggiato le infrastrutture degli aeroporti militari", si legge nel rapporto.

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