Nella capitale ucraina oggi si incontrano i leader di Francia, Regno Unito, Germania e Polonia per una visita congiunta senza precedenti. La linea adottata è la medesima e inflessibile: “tregua di 30 giorni senza precondizioni”.
“Ora la palla passa alla Russia", scrive la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sui social.
Dello stesso avviso è il cancelliere tedesco Friedrich Merz che in un'intervista rilasciata alla Bild, ammonisce: "In caso di rifiuto, ci sarà un serio rafforzamento delle sanzioni e un massiccio sostegno all'Ucraina: politico, finanziario e militare".
Secondo lui, gli Stati Uniti e il presidente Donald Trump sostengono personalmente questo approccio, presumibilmente perché stanno "perdendo la pazienza" con Putin. A questo proposito, il Cancelliere ha sottolineato che attualmente esiste un "livello di accordo sorprendentemente alto" tra Europa e Stati Uniti.
"Se non si riuscirà a raggiungere un cessate il fuoco, gli Stati Uniti inaspriranno le sanzioni contro la Russia", ha precisato Merz.
Nel frattempo, il nuovo governo del cancelliere tedesco ha deciso di rompere con il periodo caratterizzato da ampia trasparenza nella gestione delle comunicazioni riguardanti le forniture di armamenti all’Ucraina. Da ora in poi queste informazioni saranno classificate, riducendo drasticamente la quantità di dati pubblicamente accessibili sulle spedizioni militari.
Lo riporta il Der Spiegel citando fonti interne all’esecutivo, secondo cui l’obiettivo dichiarato è quello di non offrire “vantaggi militari all’aggressore”, ovvero alla Russia. Meno si parla pubblicamente delle armi fornite, minore sarà la possibilità per Mosca di adattare in anticipo le proprie strategie sul campo.
Uno dei temi più sensibili toccati da questa nuova linea riguarda i missili da crociera a lungo raggio Taurus, una delle questioni più dibattute della politica tedesca verso l’Ucraina. Durante la campagna elettorale, Merz aveva dichiarato di essere favorevole a inviare questi armamenti, ma solo a patto che anche altri partner europei facessero lo stesso. A oggi, solo Francia e Regno Unito dispongono di armi comparabili (come gli SCALP e i Storm Shadow), e sono già coinvolti nella fornitura di simili capacità all’esercito ucraino.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito il pieno sostegno dell’Europa all’Ucraina, sottolineando l’importanza di una risposta collettiva all’aggressione russa. "Tornando a Kiev, il mio primo pensiero va agli ucraini. Per più di tre anni avete resistito con ammirevole coraggio. Per la vostra terra.
Per la vostra libertà. Per l'Europa. Perché sì, la sicurezza del nostro continente è in gioco", ha dichiarato Macron, che ha poi evocato la questione delle truppe di peacekeeping promosse in particolare dall’asse anglo-francese.
“Qualsiasi accordo di pace futuro dovrà necessariamente garantire la sicurezza dell’Ucraina. È su questo che abbiamo lavorato negli incontri di Parigi, Londra e oggi a Kiev. Stiamo andando avanti insieme”.
Di fronte alla crescente pressione internazionale per un cessate il fuoco in Ucraina, la Russia ribadisce la propria posizione, sottolineando la disponibilità a percorrere la via diplomatica, ma alle giuste condizioni.
"Ormai siamo abituati alle sanzioni", ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov durante un’intervista alla televisione russa Rossiya 1, spiegando che la Russia ha già piani pronti per minimizzarne gli effetti. Secondo il Cremlino, queste misure punitive non basteranno a modificare la posizione russa, soprattutto se accompagnate dalla continua fornitura di armi occidentali all'Ucraina.
Proprio questo, infatti, rappresenta il nodo centrale delle condizioni poste da Mosca: per accettare una tregua di 30 giorni, la Russia pretende lo stop immediato all’invio di armamenti a Kiev da parte di Stati Uniti ed Europa. "Altrimenti, sarebbe solo un vantaggio per l’Ucraina", ha affermato Peskov in un’intervista all’emittente americana ABC. Il Cremlino teme che Kiev possa usare la tregua per intensificare la mobilitazione militare, addestrare nuove truppe e rafforzare le proprie posizioni al fronte.
Il portavoce del Cremlino ha inoltre ribadito che il presidente Vladimir Putin "sta facendo tutto il possibile per risolvere il conflitto con mezzi diplomatici", ma che l’assenza di strumenti concreti per negoziare obbliga la Russia a continuare la propria operazione militare. In questo contesto, Mosca guarda con interesse alla possibile mediazione dell’ex presidente statunitense Donald Trump, auspicando che possa "spingere il regime di Kiev verso una maggiore flessibilità e saggezza politica".
Se la postura europei non si disallineerà dal mantra della “pace attraverso la forza” molto difficilmente potranno essere soddisfatte le condizioni minime per una tregua temporanea.
Foto © Imagoeconomica
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