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Il vecchio continente continua a soffiare sui venti di una guerra per la quale sta investendo tutto il suo futuro. Oggi la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ignorando il parere contrario del Parlamento europeo e della commissione giuridica (JURI), ha insistito sull'approvazione della proposta Safe (parte del piano ReArm EU da 800 miliardi di euro), senza il voto dell'Eurocamera. Una scelta giustificata dalla Commissione con l'articolo 122 dei Trattati UE, ritenendolo applicabile per "casi straordinari" di minaccia alla sicurezza.
L’ipotesi di un esito favorevole e distensivo dei negoziati tra Washington e Mosca non viene dunque nemmeno preso in considerazione.
E infatti è proprio l’Europa ad incalzare Zelensky sulle posizioni più rigide e intransigenti nei negoziati. Secondo il Financial Times paesi dell’UE non accetteranno di riconoscere la Crimea come territorio russo e non sosterranno il divieto di ingresso dell'Ucraina nella NATO.
Un’eventualità, quest’ultima, che è stata determinante per lo scoppio del conflitto, come ammesso dall’ex segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, alla commissione affari Esteri del parlamento europeo nel settembre 2023.
Una condotta europea che rimarca la posizione di Kiev, ostile al piano di pace di Trump, presentato ai funzionari ucraini a Parigi la scorsa settimana. Nei dettagli, il testo includeva il riconoscimento della Crimea come parte integrante del territorio russo, così come l'accettazione del controllo militare esercitato da Mosca su gran parte delle aree ucraine occupate a partire dal 2022. A questo si aggiunge la promessa che l’Ucraina non entrerà a far parte della NATO, accompagnata dalla revoca delle sanzioni economiche imposte alla Russia nel 2014. Sul piano economico, la proposta prevede inoltre una maggiore cooperazione tra Washington e Mosca nei settori dell’energia e dell’industria.
Zelensky si era subito detto contrario al riconoscimento della penisola. "Non c'è niente di cui parlare. Questo è al di fuori della nostra Costituzione. Questo è il nostro territorio, il territorio del popolo ucraino", aveva sottolineato, scatenando l’annullamento del vertice londinese, che avrebbe visto la presenza segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale, Steve Witkoff. Trump, furioso, ha subito replicato che la posizione ucraina è "deplorevole", e che il leader ucraino dovrebbe scegliere tra "fare la pace o continuare la guerra per altri tre anni prima di perdere l’intero Paese". 





Secondo il FT, l'accordo proposto e la possibilità che gli Stati Uniti si rifiutino di negoziare, dando la colpa a Kiev e iniziando a normalizzare le relazioni con Mosca, potrebbero provocare un conflitto tra i leader della NATO. Inoltre, è probabile che tali disaccordi si intensifichino all'interno dell'UE, in particolare sul futuro delle sanzioni economiche contro la Russia se Washington decidesse di revocare le restrizioni.
Gli americani hanno già chiarito che un'interruzione dei negoziati comporterà la cessazione degli aiuti e la guerra continuerà, ma in condizioni molto peggiori per l'Ucraina, già ora impossibilitata a riconquistare i territori perduti. Una constatazione, tra l’altro, espressa dallo stesso Zelensky, che a febbraio aveva riconfermato l’impossibilità per il Paese di riprendere i territori perduti fino ai confini del 2014.
Non è in grado di negoziare da una posizione di forza nemmeno per il segretario generale della NATO, Mark Rutte, che aveva aggiunto come Mosca fosse in grado di produrre – a livello militare – in tre mesi quello che l’Alleanza produceva in un anno.
Ma Kiev non molla. Come riporta il quotidiano Bild, il Paese si sta preparando allo scenario peggiore: il possibile ritiro del sostegno degli Stati Uniti. Una fonte ucraina ha espresso delusione per il piano di pace proposto da Washington, affermando che "speravamo che questa fosse solo una tattica negoziale di Trump, ma finora non sta esercitando pressioni su Putin né imponendo sanzioni alla Russia".
Lo stesso diplomatico ha aggiunto che le condizioni avanzate da Trump sono inaccettabili: "Quello che vediamo per iscritto e ciò che ci viene comunicato nei colloqui è insostenibile. Non cederemo, anche se il governo volesse accettare – e non è così – la popolazione non lo permetterebbe".
Secondo il professore associato nel dipartimento di Scienze politiche della Luiss, Alessandro Orsini, nonostante la controffensiva lanciata il 5 giugno 2023 si sia rivelata un disastro per l’esercito ucraino, che si è "praticamente autodistrutto" – come dimostrato dall’annuncio di Zelensky del 19 dicembre sul bisogno urgente di reclutare 500.000 nuovi soldati – la guerra continua per tre motivi principali. 


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Innanzitutto, come riportato dal professore su Sicurezza Internazionale, “l’Unione europea ha bisogno che gli ucraini combattano idealmente per i cinque anni necessari a completare il piano di riarmo annunciato da Ursula von der Leyen”. In questa logica, la funzione dell’Ucraina è quella di rallentare l’avanzata russa, non di vincere.
La seconda ragione riguarda il tempo necessario a Paesi come Francia e Inghilterra per preparare un eventuale intervento diretto: devono addestrare truppe, equipaggiarle, costruire strutture di coordinamento e convincere l’opinione pubblica e gli altri alleati. Per Orsini, in questo contesto ogni mese guadagnato serve a “studiare le strategie di combattimento” e a definire come gestire un’escalation, come nel caso in cui “Putin bombardasse i soldati francesi e inglesi”.
Infine, la terza motivazione è di tipo psicologico-strategico: “la pura e semplice speranza” che i danni inflitti alla Russia accumulati nel tempo portino Putin a ritenere conveniente una tregua. Da questo punto di vista, persino un segnale come la disponibilità di Putin a una tregua sulle infrastrutture civili viene letto in chiave positiva: “evidentemente, le armi che diamo agli ucraini stanno sortendo qualche effetto positivo”.
Nel frattempo, il presidente Trump, durante l'incontro alla Casa Bianca con il premier norvegese Jonas Gahr Stoere, è tornato a ritenere che Ucraina e Russia "vogliono la pace" nonostante l'"odio e i massacri".
"Ho una mia" scadenza per raggiungere un accordo di pace tra Ucraina e Russia, ''vogliamo che avvenga rapidamente'', ha poi aggiunto il miliardario newyorchese.
L’ultimatum che precede un totale disimpegno Usa dal delirio guerrafondaio europeo sembra sempre più vicino.


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Massiccio raid russo su Kiev: 12 morti e 90 feriti

Dopo l’affondo di Zelensky sul non riconoscimento della Crimea proposto da Washington, la notte a Kiev si è illuminata di bagliori infernali, con una pioggia di missili che si sono abbattuti nelle zone di periferia provocando diverse vittime.
Secondo il Servizio di emergenza statale si contano almeno 10 morti e 90 feriti, ma continuano le operazioni di soccorso per estrarre i corpi dalle macerie. Almeno due bambini risultano dispersi tra le rovine della loro abitazione nel quartiere Svyatoshyn, il più colpito della capitale.
"Non approvo i bombardamenti russi su Kiev – ha commentato Donald Trump su Truth Social–. Sono attacchi inutili e arrivano nel momento peggiore. Vladimir, basta così! Stiamo perdendo 5000 soldati a settimana. È ora di chiudere questo accordo di pace!".
Il Ministero della Difesa russo ha riferito che " le Forze Armate hanno lanciato un massiccio attacco con armi di precisione a lungo raggio, basate su basi aeree, terrestri e navali, e con droni contro imprese ucraine del settore aeronautico, missilistico e spaziale, dell'ingegneria meccanica e dei veicoli corazzati, nonché contro la produzione di carburante per missili e polvere da sparo.  Gli obiettivi dell'attacco sono stati raggiunti. Tutti gli obiettivi sono stati colpiti".
Un filmato mostra i resti di un'officina industriale, utilizzata come base di produzione e riparazione dei veicoli corazzati per le forze armate ucraine, colpita la notte scorsa dai missili russi durante il bombardamento della capitale.
Zelensky – che ha interrotto anticipatamente la sua visita ufficiale in Sudafrica – rientrando urgentemente in patria dopo l'atterraggio all'alba a Pretoria, ha definito l'attacco russo come "uno dei più oltraggiosi degli ultimi tempi", accusando Mosca di voler "esercitare una pressione strategica sugli Stati Uniti" attraverso questa escalation militare.

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