Entrano in scena nuove indiscrezioni sull’iniziativa negoziale statunitense che sta compiendo passi decisivi per una definitiva fine delle ostilità in Ucraina.
Sì, ci saranno le elezioni in Ucraina... penso che (il presidente ucraino Volodymyr) Zelensky stia facendo il possibile, penso che sia in una posizione molto, molto difficile ma si trova di fronte a una nazione nucleare e inoltre si trova di fronte a una nazione che ha quattro volte la popolazione (dell'Ucraina) e quindi deve sapere che verrà schiacciato", ha dichiarato l’inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff (n foto), in un'intervista con l'ex anchor di Fox news Tucker Carlson, sostenendo animatamente “che non possiamo semplicemente dare soldi per sempre” all’Ucraina “perché potrebbero finire in polvere” e “non possiamo correre il rischio” di una guerra nucleare.
Wikoff ha rivelato durante l’intervista il rapporto conviviale che si è instaurato tra il tycoon newyorchese e il leader del Cremlino che gli avrebbe regalato un importante ritratto di un artista russo.
“Glielo portai e glielo consegnai. È stato un momento molto bello, e Putin mi ha raccontato una storia: quando il presidente fu colpito, andò alla chiesa locale, incontrò il prete e pregò per lui. Non perché potesse diventare presidente degli Stati Uniti, ma perché aveva un rapporto di amicizia con lui e stava pregando per il suo amico”, racconta l’inviato speciale di Trump, sostenendo che ci sono le condizioni per arrivare a un cessate il fuoco definitivo, subordinato al rispetto delle principali rivendicazioni russe.


Penso che il problema più grande in questo conflitto siano le cosiddette quattro regioni: Donbass, Crimea, Lugansk e Zaporizhzhia…Sono russofoni, ci sono stati referendum in cui la stragrande maggioranza della popolazione ha espresso il desiderio di sottomettersi al dominio russo. Questa è la questione chiave del conflitto”, ha proseguito Witcoff, definendo questo “l’elefante nella stanza” che nessuno vuole vedere.
Di fatto i russi hanno il controllo di questi territori.  Il mondo riconoscerà che si tratta di territori russi? Zelensky potrà sopravvivere politicamente se riconosce questo?”, si chiede poi l’inviato.
Ovviamente cruciale poi la questione della neutralità del Paese, il cui futuro ingresso nell’Alleanza, anche secondo il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha spinto Putin a dare inizio alle ostilità.
Per quanto riguarda la NATO – continua Witkoff – penso che Zelensky e il suo braccio destro Yermak, abbiano ampiamente ammesso che non diventeranno membri della Nato. Si è parlato molto della possibilità che potessero ancora avere, tra virgolette, quella che viene chiamata la protezione dell’Articolo 5, giusto? Penso che se l’ucraina potesse ottenerla senza essere membro della NATO, penso che sia un argomento aperto della discussione. Ma penso che se Ucraina e Russia raggiungono un accordo di pace, non possono essere membri della NATO”.
E sulle fantomatiche ambizioni imperiali del Cremlino a conquistare l’intero continente?
I russi non hanno bisogno di occupare completamente l'Ucraina. I russi non vogliono marciare attraverso l'Europa. Questo è il 100%”, ha concluso, lanciando uno schiaffo al programma di Riarmo Europeo, al nuovo libro bianco della Difesa che si propone di far raggiungere la piena prontezza al continente entro il 2030, per contrastare la brama putiniana di invasione.
Il piano prevede l’investimento di 800 miliardi di euro per la costituzione di un sistema integrato di difesa aerea/missilistica; l’aumento della potenza di fuoco (numero di artiglieria, lanciatori missilistici, armi missilistiche e produzione di munizioni); l’implementazione di tutti i tipi di droni UAV (aerei, terrestri, di superficie e subacquei) e contromisure contro di essi; il miglioramento della mobilità militare (semplificando la burocrazia e utilizzando infrastrutture civili); l’ampliamento dell'uso dell'intelligenza artificiale e delle capacità informatiche e la protezione delle infrastrutture critiche.
Il Consiglio Europeo ha ribadito “il suo continuo sostegno all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale e mantiene il suo approccio di 'pace attraverso la forza'”, attraverso la quale il Paese “si trovi nella posizione più forte possibile, con le sue potenti capacità di difesa".
Condizioni che non faranno altro che trascinare la guerra a tempo indeterminato e, paradossalmente, determinando quelle condizioni necessarie e sufficienti per innescare quel conflitto tra Russia e UE che il piano di riarmo tenterebbe di scongiurare.

Le truppe di peacekeeping sotto egida Onu: “La Cina valuta di unirsi ai volenterosi di Kiev”


Nel frattempo, giovedì a Parigi si terrà una nuova “riunione sulla pace e la sicurezza dell’Ucraina”, a cui parteciperanno i cosiddetti paesi “volenterosi” per l’invio di truppe di mantenimento della pace. Secondo quanto riportato da Welt am Sonntag, l’edizione domenicale del quotidiano tedesco Die Welt, la Repubblica popolare cinese starebbe valutando l’ipotesi di unirsi alla coalizione internazionale per la potenziale missione di mantenimento della pace che sarebbe stabilita sotto egida Onu. “I diplomatici cinesi a Bruxelles hanno sondato il terreno” per capire se il coinvolgimento di Pechino sia “auspicabile” per l’Unione Europea, scrive il giornale citando fonti diplomatiche europee. Sebbene la questione sia considerata “delicata”, l’inclusione della Cina potrebbe aumentare le possibilità che Mosca accetti la presenza di truppe di peacekeeping, hanno evidenziato le stesse fonti.

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