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Mai era stato così lungo un dialogo a distanza tra Washington e Mosca.  La chiamata tra Donald e Vladimir Putin è durata quasi tre ore e rappresenta un primo gradino importante per la risoluzione del conflitto ucraino. Lo confermano i commenti a margine della telefonata:
Sotto la guida del presidente Putin e del presidente Trump, oggi il mondo è diventato un posto molto più sicuro. Storico!”, ha affermato Kirill Dmitriev, inviato speciale di Vladimir Putin per la cooperazione economica e di investimento internazionale.
Come riportato in una dichiarazione della Casa Bianca entrambi i leader hanno parlato della necessità della pace e di un cessate il fuoco in Ucraina.
Putin si è subito detto favorevole per una pausa di 30 giorni negli attacchi alle infrastrutture energetiche, infrastrutturali “e ha immediatamente dato ai militari il comando appropriato. <...> La parte russa ha delineato una serie di punti significativi riguardanti la garanzia di un controllo efficace su un possibile cessate il fuoco lungo la linea di contatto di combattimento", si legge in una nota di Ria Novosti.
Un commento della Casa Bianca precisa che questo rappresenta il primo passo per la cessazione delle ostilità e che molto presto in Medio Oriente inizieranno i negoziati tecnici per attuare una tregua navale nel Mar Nero, un cessate il fuoco completo e una pace permanente.
Il sangue e il denaro che l'Ucraina e la Russia stanno spendendo in questa guerra sarebbero meglio spesi per i bisogni dei loro popoli”, si legge nella nota.
In vista di una totale sospensione dei combattimenti Putin ha espresso al suo omologo alcune richieste fondamentali: cessazione completa degli aiuti militari stranieri e la fornitura di intelligence a Kiev, nonché lo stop alla mobilitazione forzata in Ucraina.
Il leader del Cremlino ha promesso che sarà risparmiata la vita dei soldati ucraini nel Kursk che decideranno di arrendersi e si è detto favorevole ad uno scambio di prigionieri secondo la formula "175 per 175". Al contempo, come gesto di buona volontà, Mosca consegnerà a Kiev 23 soldati delle Forze armate ucraine gravemente feriti, attualmente sottoposti a cure in Russia. Infine i due capi di Stato hanno concordato di creare gruppi di esperti per lavorare alla risoluzione della crisi ucraina.
I due leader hanno inoltre affrontato temi internazionali cruciali, tra cui la situazione in Medio Oriente e nella regione del Mar Rosso, sottolineando la necessità di una collaborazione per stabilizzare queste aree critiche. Un punto chiave emerso è stato il consenso sul fatto che l’Iran non dovrebbe mai essere in grado di minacciare o distruggere Israele, ribadendo un impegno condiviso verso la sicurezza regionale.
Putin, di fatto, ha ottenuto un importante successo legittimando la cooperazione Russia-USA su questioni globali come Medio Oriente, Mar Rosso e Artico, slegando le relazioni bilaterali dal conflitto ucraino. Ha rifiutato un cessate il fuoco totale, volgendo la situazione a suo favore. L’Ucraina è ora trattata come una pedina sacrificabile, relegata a questioni locali.
Un’intesa che, dunque, mette all’angolo l’Europa intera e la stessa Ucraina, ancora persa nel suo delirio di pace attraverso la forza.


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A questo proposito, "sono stati rilevati anche gravi rischi associati all'incapacità di negoziare del regime di Kiev, che ha ripetutamente sabotato e violato gli accordi raggiunti", riferisce l'ufficio stampa del Cremlino, precisando che, durante la conversazione i leader di Russia e Stati Uniti hanno attirato l'attenzione “sui barbari crimini terroristici commessi dai militanti ucraini contro la popolazione civile della regione di Kursk”.
Kiev, nel frattempo, continua a perseguire condizioni di pace irrealistiche che non verranno mai incontro alle richieste di Mosca.
"L'Ucraina non discuterà di uno status neutrale o di una riduzione del numero delle nostre forze armate. Non riconosceremo mai alcun territorio temporaneamente occupato come russo", ha dichiarato il capo dello staff del presidente Zelensky, Andriy Yermak, definendole linee rosse invalicabili. Non sono certamente queste le condizioni di una leadership che cerca la pace, tenendo conto che, come ricordato dallo stesso segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, Putin ha attaccato l’Ucraina perché non voleva vedere l’Alleanza avvicinarsi ai suoi confini, dato che l’avrebbe inglobata di lì a poco.
Zelensky, commentando il dialogo intercorso tra i due leader si è detto favorevole ad un cessate il fuoco sulle infrastrutture energetiche, ma ha evidenziato l'importanza del sostegno americano per raggiungere la pace, criticando l'approccio del leader del Cremlino:
"Putin sta mettendo in scena una storia diversa. Nei prossimi mesi cercherà di esercitare la massima pressione sull'Ucraina, entrando il più possibile nel nostro territorio. Abbiamo bisogno della forza dell'America per mantenere la nostra posizione e fare pressione (sulla Russia – ndr)".

L’Europa corre per lo scontro con Mosca entro il 2030

Ancora più guerrafondaia è la posizione europea, con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron che in conferenza stampa a Berlino hanno assicurato la prosecuzione degli aiuti militari a Kiev, anche dopo il cessate il fuoco.


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Secondo la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, Mosca dovrebbe accettare una “tregua senza precondizioni”, mentre preme affinché il vecchio continente venga riarmato entro i prossimi 5 anni.
Entro il 2030, l’Europa deve avere una forte posizione sulla difesa. ‘Prontezza 2030’ significa aver riarmato e sviluppato le capacità per avere una deterrenza credibile”, ha detto la Von der Leyen, parlando a Copenaghen, sottolineando la necessità di investire in trasporti militari, munizioni, droni, difesa aerea e missili. “La portata, i costi e la complessità dei progetti vanno ben oltre le capacità di ogni singolo Paese. Ecco perché dobbiamo sviluppare progetti su larga scala e intensificare gli appalti congiunti…Se l’Europa vuole evitare la guerra, deve prepararsi alla guerra”.
Millenni di storia non hanno mai insegnato che prepararsi alla guerra non può certo portare alla pace. Tutto converge verso il celebre paradosso della sicurezza, elaborato da John Hertz, secondo cui gli Stati, temendosi a vicenda, cercano di accrescere il proprio potere. Nel far ciò, rendono insicuri gli altri Stati, i quali reagiscono impiegando la stessa strategia offensiva.
Ed ecco che la Germania ospiterà i missili a medio raggio Tomahawk entro il 2026 e Parigi schiererà i caccia Rafale dotati di testate nucleari supersoniche al confine con il territorio tedesco nel 2035.
"Nel 2035, Luxeuil sarà la prima base aerea ad ospitare la nuova versione modificata del Rafale, dotata di testate nucleari supersoniche", ha annunciato oggi Macron presso la base aerea di Luxeuil-Saint-Sauveur che, secondo quanto riportato da France 3, potrebbe schierare circa 40 caccia che sostituiranno progressivamente gli aerei Mirage 2000.
"Si tratta di una persona che manipola l'argomento delle armi nucleari e lo usa chiaramente per scopi aggressivi", ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, parlando di Macron, nel merito di questa iniziativa.

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