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Oggi Kiev ha deciso di giocare le ultime carte jolly per portare a suo favore l’iniziativa negoziale di Donald Trump.
A Gedda si sono tenuti i colloqui tra la delegazione ucraina e quella statunitense, i primi dopo il durissimo scontro fra Donald Trump e Volodymyr Zelenksy alla Casa Bianca. Il team del leader ucraino è stato guidato dal capo di gabinetto della presidenza, Andri Yermak, con la partecipazione del consigliere del presidente Pavlo Palitsa, e i ministri degli Esteri e della Difesa, Andrii Sybiha e Rustem Umerov. Da Washington sono giunti il segretario di Stato, Marc Rubio, e il consigliere per la Sicurezza nazionale, Mike Waltz.
Il vertice è andato meglio del previsto e ha segnato una svolta non da poco, dopo oltre tre anni di conflitto: come riportato durante la conferenza stampa congiunta, Kiev ha accettato una tregua temporanea di 30 giorni, mentre Washington ha revocato lo stop alle forniture militari e della condivisione di intelligence.
Oggi a Gedda, gli Stati Uniti e l’Ucraina hanno compiuto passi importanti per ripristinare una pace duratura”, si legge nella dichiarazione finale.
L’accordo, che può essere esteso di comune accordo tra le parti, dovrà necessariamente essere accettato da Mosca.
Le delegazioni hanno anche discusso l’importanza degli sforzi umanitari durante il cessate il fuoco, inclusi lo scambio di prigionieri di guerra, il rilascio di detenuti civili e il ritorno dei bambini ucraini trasferiti forzatamente in Russia.
Entrambe le parti hanno concordato di nominare team di negoziazione per avviare immediatamente i colloqui verso una pace duratura, garantendo la sicurezza a lungo termine dell’Ucraina. Gli Stati Uniti si sono impegnati a discutere le proposte con i rappresentanti russi, mentre la delegazione ucraina ha ribadito il coinvolgimento dei partner europei nel processo di pace.
Infine, i presidenti di entrambi i paesi hanno concordato di concludere al più presto un accordo completo per lo sviluppo delle risorse minerarie critiche dell’Ucraina. Questo accordo mira a espandere l’economia ucraina, compensare i costi dell’assistenza americana e garantire la prosperità e sicurezza a lungo termine del paese.
"L'Ucraina ha accettato il cessate il fuoco, ora dobbiamo rivolgerci al presidente Putin in modo che anche lui sia d'accordo e potremmo spostare questo processo da un punto morto", ha dichiarato Donald Trump, dichiarando che i delegati statunitensi incontreranno rappresentanti della Russia in Ucraina "oggi o domani".

Le contraddizioni ucraine: cerca la pace ma attacca Mosca col più massiccio attacco di droni dall’inizio del conflitto

Ai giornalisti l’Ucraina ripete di volere la pace e di essere pronta a negoziare per la fine della guerra innescata dall’invasione russa su vasta scala, avviata il 24 febbraio di tre anni fa. “Siamo pronti a fare di tutto per arrivare alla pace”, ha assicurato Andriy Yermak, parlando alla stampa poco prima dell’avvio dei colloqui.
Singolare, tuttavia come proprio oggi, in occasione delle trattative che dovrebbero rappresentare un importante passo per porre fine al conflitto, l’Ucraina abbia lanciato uno degli attacchi di droni più massicci mai realizzati contro la regione di Mosca.
Secondo il Ministero della Difesa russo ben 337 UAV – di cui 74 abbattuti ­– alle 8:22 del mattino hanno solcato i cieli della capitale, uccidendo almeno tre impiegati di un magazzino di carne, ferendo altri 17 e causando un breve arresto nei quattro aeroporti della capitale russa. Un attacco che potrebbe compromettere il dialogo, a detta del portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, citato dall’agenzia Tass.
D’altra parte, i successivi bombardamenti russi nel Donetsk, nell’Ucraina orientale hanno provocato “6 morti, tra cui due bambini”, ha riferito il governatore della regione Vadym Filashkin su Telegram.
Secondo il Financial Times, durante i colloqui di oggi, Kiev avrebbe cercato di convincere gli Stati Uniti a riprendere la condivisione di intelligence e il supporto militare, assicurando a Trump che Volodymyr Zelensky intenda impegnarsi per una rapida fine della guerra con la Russia. L’obiettivo principale dei negoziati in Arabia Saudita sarebbe quello di concordare una ripresa dell’assistenza statunitense, come ha dichiarato Fedir Venislavskiy, parlamentare ucraino del partito di Zelensky.
Per raggiungere questo scopo, il leader ucraino avrebbe sostenuto l’idea di un cessate il fuoco parziale in aria e in mare, spostando la responsabilità sulla Russia e costringendola a fare concessioni. Questo dimostrerebbe che l’Ucraina è pronta a collaborare con Trump, a differenza di Putin. Se Mosca rifiuterà l’accordo, Trump si vedrà costretto a fare pressioni sul Cremlino
Se in questo va letto il massiccio raid su Mosca di questa mattina, il passo avanti compiuto oggi per la pace potrebbe ben presto far precipitare ulteriormente la situazione.
La Duma di Stato ha già chiesto una risposta agli attacchi dei droni di oggi, utilizzando il sistema missilistico "Oreshnik" sul territorio controllato da Kiev. “La decisione spetta al Comandante in Capo Supremo, ma penso che non farebbe male lanciare Oreshnik sul territorio controllato da Kiev, meglio più di uno”, ha riferito il generale Andrei Kartapolo.

I russi avanzano ancora nel Kursk ed entrano a Sudzha

Nel frattempo i russi avanzano e tengono fermamente l’iniziativa. Un fattore non trascurabile che renderebbe certamente Putin meno incline ad accettare un cessate il fuoco temporaneo. La regione occupata di Kursk è prossima a cadere: nelle ultime ore le truppe russe hanno completato la bonifica di Kazachya Loknya e di altre posizioni che costituivano il precedente perimetro difensivo delle forze ucraine (VSU) nell'area di Sudzha. Un successo che ha aperto una via diretta per avanzare verso i quartieri occidentali di Sudzha, con l'obiettivo immediato di conquistare il quartiere di Zaoleshenka.
Secondo i rapporti di Readovka le forze armate RF controllano ormai saldamente il settore industriale di Sudzha e gran parte della sponda orientale del fiume omonimo, sia all'interno della città che a nord e sud di essa. Rimangono alcune sacche di resistenza, come nel quartiere di Zamostye, ma si prevede che le forze ucraine si ritireranno oltre il fiume per unirsi alle loro truppe principali nella parte occidentale della città.
L'avanzata russa è stata rapida e inaspettata per le forze ucraine, che non hanno avuto il tempo di costruire fortificazioni adeguate. Un aspetto degno di nota è la scomparsa delle grandi unità meccanizzate ucraine dalla zona di sfondamento. Si ritiene che queste unità siano state ritirate nella regione di Sumy per essere riorganizzate e rafforzate, lasciando solo forze ridotte a difendere Sudzha. Inoltre, l'assenza di droni FPV ucraini nei cieli sopra Sudzha e Malaya Loknya suggerisce che le unità siano state ritirate per essere impiegate altrove.
In sintesi, le forze russe stanno consolidando il controllo su Sudzha e sulle aree circostanti, mentre le forze ucraine si ritirano e si riorganizzano. La prossima fase dell'operazione russa si concentrerà probabilmente sull'avanzata verso i quartieri occidentali della città e sul taglio delle vie di rifornimento ucraine, mentre le VSU cercano di riorganizzarsi per future operazioni.
Anche l'ultimo rapporto del canale ucraino DeepState, segnala che le truppe di Mosca continuano a esercitare pressione nella regione di Kursk, dove sono avanzate in particolare nelle zone di Myrne e Zozulivka. “Inoltre, il nemico si sta rafforzando e sta ammassando forze nella parte orientale della città di Sudzha”, confermano gli analisti.

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