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Alla fine il presidente statunitense Donald Trump ha adottato la stretta definitiva per convincere la leadership ucraina a sedersi al tavolo dei negoziati. Come annunciato dai principali media statunitensi, Washington ha ufficialmente bloccato tutta l'assistenza militare diretta a Kiev e dalle 3:30 di questa notte il flusso di armi diretto verso Kiev si è arrestato.
“Trump ha ordinato al Ministro della Difesa Pete Hegset di sospendere le forniture fino a quando la leadership dell'Ucraina dimostrerà un coscienzioso desiderio di pace", scrive Bloomberg.
Anche il Wall Street Journal scrive che l'obiettivo è rendere chiaro come il tycoon intenda convincerla seriamente a negoziati pacifici con la Federazione Russa. Nel merito, un rappresentante dell'amministrazione senior ha affermato che tutti i principali consiglieri di Trump nella sicurezza nazionale hanno concordato con la decisione di sospendere gli aiuti.
Il colpo sembra arrivato a destinazione: “l’Ucraina è pronta a negoziare con gli Stati Uniti, dopo la decisione del presidente americano Donald Trump di sospendere gli aiuti a Kiev”, ha scritto su X il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, di concerto, ovviamente, con il presidente Volodymyr Zelensky che si è detto predisposto “a firmare accordo su minerali e sicurezza in qualsiasi momento e in qualsiasi formato conveniente”. “Consideriamo questo accordo – ha aggiunto sul suo profilo X – come un passo verso una maggiore sicurezza” e “spero davvero che funzionerà in modo efficace”. Per quanto riguarda il conflitto, ha assicurato la sua disponibilità “a lavorare rapidamente per porre fine alla guerra e le prime fasi potrebbero essere il rilascio dei prigionieri e la tregua nel cielo (divieto di lancio di missili, droni a lungo raggio, bombe sulle reti energetiche e altre infrastrutture civili) e la tregua in mare immediatamente, se la Russia farà lo stesso”.
Plauso da Mosca che ha valutato come “positiva” la dichiarazione di apertura del presidente ucraino verso una trattativa per la pace sotto la “forte leadership” di Trump. “Pronto è buono, è positivo”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, citato dall’agenzia Ria Novosti.
Il leader ucraino è consapevole che, senza il supporto militare statunitense, il fronte rischia di crollare rapidamente in modo catastrofico. Il Financial Times, citando un ufficiale di intelligence ucraino di alto rango scrive che il Paese da ora avrà abbastanza riserve attuali di aiuti militari americani per due o tre mesi.
“Dopodichè… Questo non sarà un collasso completo, ma saremo costretti a ritirarci più velocemente dalle aree di combattimento”, ha affermato la fonte, spiegando che un duro colpo alle capacità di difesa ucraine sarà rappresentato dalla mancanza di missili intercettori per i cinque sistemi Patriot americani situati in Ucraina. L'Ucraina dovrà scegliere quali oggetti proteggere, dicono gli esperti: un campo d'aviazione, una centrale elettrica, una fabbrica di armi o qualcos'altro.
Nel merito, anche Mark Kansian, consulente senior del Center for Strategic and International Research, ha dichiarato alla CNN che la cessazione delle forniture avrà un effetto "paralizzante". Senza il supporto americano, l'Ucraina potrebbe affrontare un calo significativo delle risorse militari, con conseguenze critiche sul campo di battaglia. "Le loro linee del fronte continueranno a piegarsi e alla fine si romperanno, costringendo l'Ucraina ad accettare un accordo di pace sfavorevole, persino catastrofico", ha affermato Kansian.


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Le forniture statunitensi all'Ucraina includono sistemi di difesa aerea, munizioni per artiglieria, missili HIMARS e ATACMS, veicoli corazzati e mezzi di comunicazione avanzati. Senza rifornimenti di missili per la difesa aerea, il cielo ucraino potrebbe diventare vulnerabile ai missili balistici e ipersonici russi, come già segnalato da Zelensky. La carenza di munizioni per l'artiglieria ridurrà la capacità dell'Ucraina di contrastare l'artiglieria russa, mentre l'esaurimento delle scorte di HIMARS e ATACMS limiterà la possibilità di colpire la logistica russa nelle retrovie. Inoltre, la sospensione dei servizi satellitari come Starlink potrebbe "accecare" le forze ucraine, compromettendo la pianificazione degli attacchi e la difesa contro gli scioperi russi, rendendo l'esercito meno efficace e più esposto alle offensive nemiche.
Secondo l’analista, l'assistenza alternativa dall'Europa non consentirà all'Ucraina di "crollare immediatamente", ma "quando le consegne vengono dimezzate, questo alla fine si riflette in prima linea".
Intanto, come riportato da Politico, il vecchio continente ha rifiutato di allocare 20 miliardi di euro di assistenza militare all'Ucraina, riferisce Politico. Ad opporsi è stata l'Ungheria che, pur sostenendo il corso generale dell'UE per rafforzare la difesa, si è opposta categoricamente al nuovo pacchetto di assistenza all'Ucraina, anche prima della lite di Zelensky con Trump.


Nel frattempo la Von der Leyen presenta un piano di difesa da 650 miliardi di euro

Nel frattempo l’Europa continua a dedicarsi con forza ad un riarmo senza precedenti sotto il mantra delirante della “pace” attraverso la “forza”. Le fondamenta "su cui è stato costruito l'intero ordine politico ed economico europeo del dopoguerra sono state scosse nel profondo" e "l'unica opzione" che l'Ue ha davanti è quella di "mobilitare le immense risorse dell'Europa" e "chiamare a raccolta lo spirito collettivo per difendere la democrazia", ha dichiarato la presidente della Commissione Ue Von der Leyen in una conferenza stampa a Bruxelles, presentando "Rearm Europe", un piano in cinque punti per aumentare la spesa europea nel settore della difesa.
Innanzitutto, si propone di attivare la clausola di salvaguardia del Patto di stabilità, consentendo agli Stati membri di aumentare la spesa per la difesa senza innescare procedure per disavanzi eccessivi. Questo potrebbe generare uno spazio fiscale di quasi 650 miliardi di euro in quattro anni, se gli Stati aumentassero in media l'1,5% del PIL in difesa. In secondo luogo, verrà creato un nuovo strumento finanziario per fornire prestiti agli Stati membri per investimenti nella difesa, con un budget di 150 miliardi di euro, destinati a capacità paneuropee come difesa aerea, droni, artiglieria e mobilità militare. Questo approccio di acquisti congiunti ridurrà i costi, aumenterà l'interoperabilità e rafforzerà la base industriale europea, con benefici anche per l'Ucraina.
Un terzo punto riguarda l'utilizzo dei fondi per la coesione, con la proposta di incentivare gli Stati membri a indirizzare più risorse verso investimenti legati alla difesa. Inoltre, si intende mobilitare il capitale privato, completando l'Unione dei mercati dei capitali per attrarre centinaia di miliardi di investimenti aggiuntivi nell'economia europea, rafforzandone la competitività. La Banca europea per gli investimenti (BEI) avrà un ruolo chiave, ampliando il proprio finanziamento nel settore della sicurezza e della difesa. Infine, verrà istituito un nuovo strumento UE per emettere debito comune, con un massimo di 150 miliardi di euro garantiti dal bilancio UE, simile al modello del NextGeneration EU.
Nel frattempo, una bozza delle conclusioni del Consiglio europeo indica che il continente continuerà a sostenere l'Ucraina con 30,6 miliardi di euro nel 2025, di cui 12,5 provenienti dallo strumento per l'Ucraina e 18,1 nell'ambito dell'iniziativa del G7.
"La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L'ignoranza è forza", sarà il probabile motto dell’Unione Europea nei prossimi anni. Oggi abbiamo la contezza effettiva che bastava operare in una fabbrica di armi per godere della rottura di tutti i vincoli finanziari europei e trovare finalmente quei fondi che mai erano stati resi disponibili, per scuola, sanità, ambiente ed equità sociale.

Foto di copertina © Imagoeconomica

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