Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Mosca: no a scambio di territori. Zelensky contro una soluzione della guerra immediata a svantaggio di Kiev: la Russia può arrivare anche da voi

Un nuovo scambio ad alto livello rompe il brusio di annunci, promesse, piani sul futuro del conflitto ucraino. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin hanno tenuto una lunga conversazione telefonica, durata un'ora e mezza.
Secondo il tycoon, entrambi i presidenti hanno subito convenuto di avviare "immediatamente" trattative per porre fine alla guerra in Ucraina. "Abbiamo concordato di far iniziare immediatamente i negoziati ai nostri rispettivi team e inizieremo chiamando il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky per informarlo della conversazione, cosa che farò subito. Ho chiesto al Segretario di Stato Marco Rubio, al Direttore della Cia John Ratcliffe, al Consigliere per la Sicurezza Nazionale Michael Waltz e all'Ambasciatore e Inviato Speciale Steve Witkoff di condurre i negoziati che, sono convinto, avranno successo" ha scritto Trump sul social Truth.
“Entrambi abbiamo riflettuto sulla grande storia delle nostre nazioni e sul fatto che abbiamo combattuto insieme con tanto successo nella Seconda Guerra Mondiale, ricordando che la Russia ha perso decine di milioni di persone e noi, allo stesso modo, ne abbiamo perse tante! - ha proseguito - Ognuno di noi ha parlato dei punti di forza delle rispettive nazioni e dei grandi vantaggi che un giorno avremo lavorando insieme".
L’ok da Mosca non si è fatto attendere. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, a proposito della conversazione telefonica "ha espresso la sua disponibilità a ricevere funzionari statunitensi in Russia per discutere delle aree di lavoro che sono di reciproco interesse". Tra queste c’è, naturalmente anche “la soluzione della questione ucraina", ha aggiunto il portavoce del Cremlino.
"Credo fermamente che i negoziati avranno successo: milioni di persone sono morte in una guerra che non ci sarebbe stata se io fossi stato presidente, ma è accaduto, e così deve finire. Non dovranno essere perse altre vite!", ha concluso Trump avvisando subito il leader ucraino, che ha confermato la disponibilità del Paese a raggiungere la pace con la Russia, purchè sia duratura.
"Nessuno desidera la pace più dell'Ucraina. Insieme agli Stati Uniti, stiamo tracciando i nostri prossimi passi per fermare l'aggressione russa e garantire una pace duratura e credibile", ha scritto su X.
Zelensky, solo poche ore prima si era detto contrario alle istanze lanciate da alcuni leader occidentali per una rapida fine del conflitto, anche se questa andasse a svantaggio di Kiev.
Questo tipo di considerazioni sono un errore”, ha spiegato il presidente in un'intervista all'Economist, avvertendo che le mire di Putin non saranno limitate alla sola Ucraina. "Nessuno capisce cosa sia la guerra finché non arriva a casa tua. Non voglio spaventare nessuno. Arriverà. Sto solo raccontando i fatti", ha ammonito Zelensky, precisando che Mosca ha incrementato le dimensioni del suo esercito, aumentandolo di 150.000 unità solo quest’anno.
Il leader ucraino ha detto di essere a conoscenza di piani per inviare la maggior parte di questi militari in Bielorussia con il pretesto dell'addestramento. Un modus operandi che ricorda le manovre antecedenti l'invasione su vasta scala avviata a febbraio 2022.
Ma Zelensky è ben conscio che delle trattative sconvenienti per la dottrina trionfalistica, che ha contraddistinto la sua leadership fino a quel momento, lo renderebbero politicamente finito.
L’ex ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha predetto la morte a chiunque firmasse la pace con il Cremlino, rinunciando ai territori, asserendo che il team di Trump ha commesso un grosso "errore negoziale" decidendo che l'adesione dell'Ucraina alla NATO avrebbe dovuto essere posticipata.
A questo proposito, l’ipotesi, paventata dal leader ucraino, dello scambio di territori, grazie all’occupazione della regione di Kursk, non è stata nemmeno presa in considerazione da Mosca.


zelensky ima 2344153

Volodymyr Zelensky © Imagoeconomica


Discorsi che "non hanno senso", secondo il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev, che ha poi schernito i propositi che arrivano da occidente rispetto alla pace attraverso la forza.  “A volte questo concetto funziona. Per esempio, dimostrando un equilibrio di potere reale, non inventato. Come oggi a Kiev dopo l'arrivo dei nostri missili e droni. Anche se nemmeno queste azioni sono in grado di ripulire completamente il cervello di quei pagliacci illegittimi che, tremando per la paura e l'astinenza da droghe, parlano a vanvera davanti alle telecamere di scambio di territori", ha scritto Medvedev.
Un concetto ribadito dal ministro della difesa ucraino Rustem Umerov, secondo cui, il Paese è pronto “a negoziare per porre fine alla guerra con la Russia, ma una pace giusta e duratura è possibile solo quando sarà forte sul campo di battaglia".
Sulla stessa linea il segretario generale della NATO, Mark Rutte, che in conferenza stampa a Bruxelles alla vigilia della Ministeriale Difesa, ha esortato i leader europei a "cambiare davvero la traiettoria del conflitto" in Ucraina. "Dobbiamo fare ancora di più. Quanto più forte è l'UCRAINA sul campo di battaglia, tanto più forte sarà al tavolo dei negoziati, tanto maggiori saranno le possibilità di ottenere un buon accordo per una pace duratura", ha affermato Rutte, ricordando che gli alleati hanno rispettato i propri impegni fornendo a Kiev oltre 50 miliardi di euro.


Capo del Pentagono Hegseth: irrealistico tornare ai confini pre-2014 e portare Kiev nella Nato

Ma a frenare i propositi di pace ottenuti a suon di armi e munizioni, ci ha pensato il nuovo capo del Pentagono, Pete Hegseth, che alla riunione del gruppo di contatto sull’Ucraina presieduto dalla Gran Bretagna a Bruxelles, ha definito “irrealistico” pensare di riportare l’Ucraina ai confini precedenti l’invasione russa.
Il nuovo segretario alla difesa, con un discorso incalzante, ha rimarcato la necessità di far finire “lo spargimento di sangue”, poiché la guerra è “a un momento critico”.
Ha inoltre definito "illusoria" l’ipotesi di un ritiro delle truppe russe ai confini precedenti al 2014, sostenendo che tale obiettivo non farebbe altro che prolungare il conflitto e aumentare le sofferenze. Ha inoltre ribadito che gli Stati Uniti non considerano realistico l’ingresso dell’Ucraina nella NATO come esito di un accordo negoziato con la Russia.
Secondo il capo del Pentagono, eventuali garanzie di sicurezza per l’Ucraina dovrebbero essere fornite da forze europee e non europee, escludendo però qualsiasi impiego di truppe statunitensi. Durante il vertice di Bruxelles, l’inviato americano ha sottolineato che un’eventuale missione di peacekeeping dovrebbe essere organizzata al di fuori del quadro NATO e non rientrare nell’Articolo 5, la cui attivazione implicherebbe l’intervento diretto dell’intera Alleanza e un conflitto con la Russia.


johnson boris ima 1787594

Boris Johnson © Imagoeconomica


Sarà l’Europa che dovrà farsi carico delle future garanzie di sicurezza ucraine e a questo proposito, Hegeset ha esortato nuovamente gli alleati ad aumentare la spesa per la Difesa al 5% del Pil e come esempio positivo ha preso la Polonia, che ha già raggiunto un tale volume di bilancio alla difesa.
Il primo a trarne vantaggio sarà proprio Washington che certamente beneficerà di larga parte delle commesse militari. L’Ue ha già visto aumentare le importazioni di armi dagli Stati Uniti da un 35%, nel quinquennio 2014-2018, a un 55% tra il 2019 e il 2023.


Zelensky sui negoziati del 2022: Boris Johnson non li scoraggiò, ma si smentisce

In seguito il leader ucraino è tornato sulla questione dei falliti accordi di Istanbul, negando le accuse, secondo cui l'ex primo ministro britannico Boris Johnson lo avrebbe dissuaso dal firmare il documento finale.
"Ci sono stati diversi tentativi, ma non li ho mai approvati", ha detto al The Guardian Zelensky, secondo cui la narrativa che ha visto il Regno Unito ostacolare la pace è stata usata dal Cremlino per sostenere che l'Ucraina abbia agito su ordini occidentali. In realtà - continua il presidente ucraino - al momento della visita di Johnson, “le truppe russe erano già state respinte da Kiev” e “non vi era alcuna pressione esterna per proseguire la guerra”.
Il giornalista Simon Shuster ha evidenziato che, sebbene all'inizio vi fossero tentativi di negoziare, le atrocità scoperte a Bucha e in altre città avevano reso qualsiasi accordo politicamente insostenibile.
Esternazioni smentite dalle stesse dichiarazioni che Zelensky rilasciò in quei mesi: “Lo status neutrale e non nucleare dell’Ucraina siamo pronti ad accettarlo: se ricordo bene, la Russia ha iniziato la guerra per ottenere questo. Poi servirà discutere e risolvere le questioni di Donbass e Crimea. Ma capisco che è impossibile portare la Russia a ritirarsi da tutti i territori occupati: questo porterebbe alla Terza guerra mondiale”, affermò il 28 marzo, ammettendo di fatto – come riconosciuto anche dall’ex segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg – che la questione principale per Mosca, non erano tanto le ambizioni imperiali di Putin, quanto l’esigenza di frenare il crescente espansionismo militare dell’Alleanza verso i suoi confini.
Nemmeno la strage di Bucha smosse il presidente ucraino dalla sua aspirazione a terminare i combattimenti il prima possibile. “Tragedie del genere ti colpiranno sul polso mentre fai l’una o l’altra trattativa. Ma abbiamo ancora opportunità per compiere questi passi”, disse il 5 aprile.
Cosa spinse dunque il leader ucraino a cambiare idea all’ultimo minuto? Ce lo rivelò nel novembre 2023, David Arakhamia, il capo della squadra di negoziazione di Zelensky a
Istanbul. “Quando siamo tornati da Istanbul, Boris Johnson è venuto a Kiev e ha detto che non avremmo firmato nulla con loro, e lottiamo solo", ha detto in un'intervista di novembre 2023.

ARTICOLI CORRELATI

Zelensky pronto a scambio di territori con Mosca, ma insiste sull’ombrello militare USA

Zelensky annuncia l'arrivo della squadra di Trump in Ucraina, ma il Paese non ha nulla da sperare

Trump annuncia telefonata con Putin: mi ha detto vuole smettere di vedere la gente morire

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos