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Reuters: Trump chiede elezioni in Ucraina dopo un cessate il fuoco. Situazione critica per Kiev sul fronte orientale

Da Washington arriva un cambio epocale nella politica di sostegno alle principali ONG, artefici delle rivoluzioni colorate in tutto il mondo. Nella giornata di oggi, l’USAID, l'agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, è rimasta chiusa e ai dipendenti è stato chiesto tramite e-mail di rimanere a casa.
Lo riporta la CNN dopo l'attacco di Elon Musk e di Donald Trump all'agenzia. "USAID è un'organizzazione criminale, è tempo che muoia", ha affermato il magnate sudafricano, chiudendo un capitolo iniziato con la sospensione dei fondi da parte del tycoon e l’allontanamento di due funzionari della sicurezza dell'agenzia che avevano bloccato l'accesso a rappresentanti dell'ufficio guidato dal miliardario ai sistemi riservati.
"Sono andato da lui con i dettagli e lui è d'accordo sul fatto che dobbiamo chiuderla, io gli ho chiesto più volte 'sei sicuro'?", ha scritto Musk sul post, affermando che Trump ha confermato il suo assenso. “L'Usaid è stata gestita da un gruppo di pazzi radicali e li stiamo mandando via, poi prenderemo una decisione ", ha detto il tycoon domenica rispondendo ai giornalisti.
Un dipendente, che ha preferito rimanere anonimo, ha descritto una situazione di "caos totale", nell’agenzia, la quale svolge un ruolo fondamentale nella distribuzione degli aiuti internazionali. L'account X è stato sospeso e il suo sito web risulta inattivo, mentre diversi alti funzionari sono stati sollevati dai loro incarichi a partire da sabato sera.
Plauso da Mosca per l’iniziativa, definita “giusta” dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev.
''Una mossa intelligente da parte di Elon Musk per cercare di tappare la gola profonda dell'Usaid. Speriamo che il cosiddetto 'Stato profondo' non lo inghiotta del tutto", ha scritto Medvedev sul proprio canale Telegram.
Di facciata, l’ONG gestisce miliardi di dollari di aiuti in tutto il mondo; nei fatti, ha promosso i moti delle rivoluzioni colorate, per determinare cambi di governo secondo il Washington consensus.
Il caso ucraino è emblematico: secondo diverse stime, Washington ha speso fra i tre e i cinque miliardi di dollari nel Paese dalla fine della Guerra fredda. Un decennio fa, la stessa sottosegretaria di Stato americana per gli Affari politici, Victoria Nuland, confermò che questo fiume di denaro fu di fatto investito per attuare il colpo di Stato di piazza Maidan nel febbraio 2014.
“Gli Stati Uniti hanno investito circa cinque miliardi di dollari in Ucraina dal 1991, anno in cui è tornata a essere uno stato indipendente dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Questo denaro è stato speso per sostenere le aspirazioni del popolo ucraino ad avere un governo forte e democratico che rappresenti i suoi interessi”, dichiarò la Nuland che, pochi giorni prima del golpe, parlando all'ambasciatore americano in Ucraina, Geoff Pyatt, definiva i componenti della futura compagine di governo per sostituire il filorusso Viktor Janukovyč.
Ebbene questi fondi statunitensi nel Paese venivano veicolati attraverso diverse istituzioni, tra cui la United States Agency for International Development (USAID), il National Endowment for Democracy (NED) e la sezione Affari pubblici dell’ambasciata USA a Kiev.
In Ucraina ci sono state delle rivolte ma nessuno ci dice che siamo noi a finanziarle. I giornali non ci hanno mai detto, il nostro governo non ci ha mai detto che l'USAID, che è una facciata della CIA, ha investito cinque miliardi di dollari per finanziare queste rivolte”, ha dichiarato oggi nel merito Robert Kennedy Jr. intervistato dal giornalista Tucker Carlson.
Una mossa, quella della nuova amministrazione Trump che sembra voler preparare il terreno per i negoziati in corso. 


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Il rappresentante speciale per l’Ucraina Keith Kellogg ha affermato che entrambe le parti dovranno fare concessioni per porre fine alla guerra e ha detto a Reuters che gli Stati Uniti desiderano che l'Ucraina detenga elezioni, potenzialmente entro la fine dell'anno, soprattutto se Kiev può concordare una tregua con la Russia nei prossimi mesi.
"Non abbiamo visto l'intervista completa del signor Kellogg, solo alcune citazioni sulle elezioni, quindi è difficile valutare appieno la sua posizione", ha dichiarato Dmytro Lytvyn, consulente per le comunicazioni di Zelensky.
"Ma se il suo piano è solo un cessate il fuoco e le elezioni, è un piano fallito: Putin non sarà intimidito solo da quelle due cose", ha aggiunto.
In ogni caso i centri di potere di Kiev iniziano a traballare. "Secondo le informazioni giunte, il quartier generale della NATO sta prendendo sempre più in considerazione un cambio di potere in Ucraina. A Bruxelles si ipotizza che le Forze armate ucraine molto presto non saranno in grado di contenere il crescente assalto dell'esercito russo", ha riferito il servizio stampa del Servizio d'intelligence estera (Svr) russo in una nota.


Situazione critica per Kiev sul fronte orientale

Nel frattempo, le forze armate ucraine stanno affrontando una situazione sempre più critica nelle regioni del Donbass, con la perdita di posizioni strategiche e una crescente carenza di risorse umane e logistiche. Secondo quanto riportato dall'Associated Press, le truppe AFU si stanno ritirando dalla città di Pokrovsk, un nodo cruciale situato all'incrocio di importanti vie di comunicazione che collegano le città chiave dell'est della regione.
I soldati ucraini di stanza nella città hanno affermato che le forze russe hanno cambiato tattica nelle ultime settimane, attaccando i loro fianchi invece di andare a capo per formare un movimento a tenaglia. Con i russi in controllo delle altezze dominanti, le rotte di approvvigionamento ucraino sono ora all'interno del loro raggio di tiro.
I comandanti ucraini affermano di non avere abbastanza riserve per sostenere le linee di difesa e che le nuove unità di fanteria non riescono a eseguire le operazioni.
La guerra è vinta dalla logistica. Se non c'è logistica, non esiste una fanteria, perché non c'è modo di fornirla”, ha detto il vice comandante del battaglione Da Vinci Wolves, noto dal segno di chiamata Afer.
Dal punto di vista delle rotte logistiche l’autostrada Pokrovsk-Pavlohrad-Dnipro Highway è "già sotto il controllo dei droni russi", ha aggiunto il comandante, precisando che forze armate RF sono a meno di 4 chilometri (2 1/2 miglia) di distanza e stanno colpendo il traffico ucraino. "Ora la strada è solo del 10% della sua precedente capacità".
Afer ha inoltre definito la mancanza di truppe “catastrofica”, con difficoltà aggravate dall'impiego di unità di fanteria appena create, scarsamente addestrate e inesperte, che aumentano il carico sulle brigate veterane, costrette a intervenire per stabilizzare il fronte.
Al contempo, Mosca sta avanzando verso i confini della regione di Dnepropetrovsk, con combattimenti feroci che hanno portato alla conquista di parti del villaggio di Serebryany. Secondo rapporti sul campo, le forze russe hanno quasi completato il controllo dell'insediamento e stanno procedendo con operazioni di "pulizia". Gli osservatori militari sottolineano che i problemi per l'Ucraina potrebbero aggravarsi ulteriormente se l'esercito russo riuscirà a raggiungere la strada tra Troitskoye e Kotlyarovka, un'area strategicamente rilevante.

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