Washington Post: Trump non vuole inviare ulteriori aiuti all’Ucraina e non la vuole nella NATO. The Hill: entro il 2030 Mosca pronta ad invadere l’Europa. Crisi di diserzioni nell’esercito ucraino 

L’Europa continua a essere accecata da un delirio guerrafondaio senza fine e sembra ormai incapace di proiettare nel futuro uno scenario diverso da un apocalittico scontro con Mosca.
Ne ha dato prova l’alto rappresentante per la Politica Estera UE, Kaja Kallas che il 22 gennaio scorso arrivò ad asserire che gli ucraini “con il nostro aiuto possono vincere la guerra”.
Non è bastata l’ecatombe degli ultimi anni – culminata con la fallita controffensiva di Kiev, lanciata a giugno 2023 – a risvegliare le coscienze sull’assoluta illogicità della ricerca di una vittoria militare sulla Russia, guerra atomica esclusa.
Persino il segretario generale della NATO, Mark Rutte, alla commissione per gli affari esteri e alla sottocommissione per la sicurezza e la difesa del Parlamento europeo ha ammesso che l’Ucraina non è nelle condizioni di negoziare da una posizione di forza e che la Russia in tre mesi, dal punto di vista militare, sta sfornando “quello che tutta la NATO sta producendo da Los Angeles fino ad Ankara in un anno intero”.
Ma a rispondere alle parole della Kallas ci ha pensato il nuovo segretario di Stato americano, Marco Rubio, secondo cui è “disonesto” affermare che Kiev sia in grado di distruggere la Russia sul campo di battaglia e tornare a una situazione pre-2014.
Il Segretario di Stato americano ha riconosciuto le "atrocità" e gli "atti orribili" commessi da Vladimir Putin dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina, sottolineando però la necessità di un approccio realista per accelerare il raggiungimento di un accordo di pace. "La disonestà sta nel fatto che abbiamo fatto credere alla gente che l'Ucraina potesse sconfiggere la Russia e tornare alla situazione pre-2014, prima dell'annessione della Crimea", ha dichiarato durante il Megyn Kelly Show.
Il senatore Rubio ha poi criticato la gestione del conflitto, affermando che gli Stati Uniti hanno "finanziato una situazione di stallo" in una guerra che "ha fatto regredire l’Ucraina di 100 anni". Ha inoltre sottolineato l’urgenza di una rapida risoluzione, evidenziando i danni crescenti del conflitto: "La rete energetica è stata distrutta. Qualcuno dovrà farsi carico della ricostruzione. E quanti ucraini hanno lasciato il Paese, vivendo ora all’estero? Potrebbero non tornare mai. Il futuro della nazione è in bilico".
Rubio ha concluso ribadendo che entrambe le parti dovranno fare compromessi per porre fine a una guerra che continua a devastare l’Ucraina e a minacciare la stabilità globale.


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La dottrina della nuova leadership americana sta creando sconcerto in Europa. Il Washington Post è tornato a ribadire che il presidente Trump è riluttante a inviare ulteriori aiuti in Ucraina, per non parlare delle truppe statunitensi; né vuole l'Ucraina ammessa alla NATO. Secondo la pubblicazione, anche la supervisione di un eventuale cessate il fuoco, viene considerato dal tycoon un problema esclusivamente europeo.
La questione preoccupante è che l’idea di una Russia imperialista, mossa dall’obiettivo di espandersi territorialmente sull’intero continente, è ancora condivisa dalla maggior parte dei leader e studiosi occidentali.
Un'analisi condotta presso l'American Enterprise Institute ha stabilito che una sconfitta dell’Ucraina da parte di Mosca costerebbe ai contribuenti americani altri 808 miliardi, diretti al budget che gli Stati Uniti hanno pianificato di spendere in difesa nei prossimi cinque anni.
Una stima che si basa su uno scenario in cui gli Stati Uniti smettono di fornire aiuti e la conseguente vittoria russa richiede di “adattare le nostre capacità, capacità e postura militari al fine di mantenere la nostra sicurezza”.
Ma è proprio l’idea di un accordo sulla sicurezza – come quello avanzato dal Cremlino nel dicembre 2021, che potrebbe ridimensionare le spese militari anziché farle lievitare in modo esponenziale, tenendo conto anche delle legittime rivendicazioni russe – non viene nemmeno presa in considerazione.
Il 15 dicembre 2021 Vladimir Putin aveva inviato una bozza di trattato di pace, intitolata “Accordo sulle misure per garantire la sicurezza della Federazione Russa e degli Stati membri della Nato”, alla Casa Bianca e ai vertici dell’Alleanza Atlantica. Il documento, composto da nove articoli, si richiamava alla Conferenza di Helsinki del 1975 e alla Carta OSCE del 1999, ribadendo il principio di non rafforzare la propria sicurezza a spese di altri Stati.  L’articolo 4, stabiliva che gli Stati Uniti avrebbero dovuto impegnarsi a bloccare l’espansione della Nato verso Est, escludendo l’adesione di ex Stati sovietici e rinunciare a stabilire basi militari o cooperazioni bilaterali in quei territori. 
La proposta è stata rispedita al mittente il 16 gennaio 2022, poco più di un mese prima dell’aggressione illegale dell’Ucraina. Un anno dopo, alla commissione affari Esteri del Parlamento europeo lo stesso ex segretario generale della NATO Jens Stoltenberg avrebbe ammesso che Putin ha invaso l’Ucraina per evitare di avere l’Alleanza più vicina ai suoi confini.Secondo il quotidiano The Hill, Senza il sostegno degli Stati Uniti, la Russia potrebbe avanzare in modo significativo già nel 2025, mentre l’Ucraina si troverebbe a corto di armi e risorse ed entro il 2030, Mosca potrebbe trovarsi in una posizione tale da minacciare non solo l’Ucraina, ma anche di lanciare attacchi oltre i suoi confini, destabilizzando ulteriormente la regione.
Proiezioni simili a quelle lanciate dalla Bild, citando una dichiarazione dell'ispettore generale delle forze armate tedesche, Carsten Breuer. Secondo la fonte, una data cardine sarà il 2029. Anno in cui si saranno sviluppate le condizioni ottimali affinché la Russia possa iniziare una guerra con la NATO.
Ma, parallelamente, è l’Europa che si riarma compromettendo la Carta OSCE sopra citata e la Germania si prepara ad ospitare nel 2026 i missili Tomahawk e SM6 statunitensi. I primi, con una gittata di 2500 km e capaci di trasportare una testata nucleare possono raggiungere Mosca in pochi minuti, mentre i secondi sono predisposti per intercettare i missili balistici intercontinentali russi.
Il vecchio continente si consegna dunque per sua volontà all’ineluttabile destino della guerra.


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The Guardian: crisi di diserzioni nell’esercito ucraino

Nel frattempo l’Ucraina sta affrontando un grave problema di diserzione nelle sue forze armate, aggravato dall’esaurimento fisico e mentale dei soldati dopo tre anni di guerra su larga scala.
Ne parla il The Guardian che cita Olga Reshetilova, commissaria per la protezione dei diritti del personale militare, secondo cui il fenomeno non può essere risolto con punizioni penali, poiché i soldati sono esausti, desiderosi di rivedere le famiglie e spesso alle prese con problemi di salute mentale.
“Vogliono vedere le loro famiglie. I loro figli crescono senza di loro. Le relazioni stanno crollando”, afferma la funzionaria.
Testimonianze di soldati, come quelle di Victor e Alexei, rivelano che molti scelgono di disertare a causa della stanchezza, dei conflitti con i comandanti o della paura di essere richiamati al fronte. Victor ha descritto un cambiamento nell’umore della popolazione, che ora teme di essere arruolata, mentre Alexei ha citato il conflitto con un superiore come motivo della sua decisione di fuggire.
Sebbene il numero esatto di disertori rimanga un segreto militare, le autorità riconoscono che il fenomeno è diffuso e legato alla prolungata mancanza di riposo e alle condizioni di guerra estenuanti. La situazione rischia di peggiorare ulteriormente man mano che il conflitto si protrae.


Truppe russe a due chilometri da Myrnohrad, polizia esorta all’evacuazione

L’avanzata delle truppe russe non si ferma e si trovano ormai a soli due chilometri dalla città ucraina di Myrnohrad, nel distretto di Pokrovsk, secondo quanto riportato dalla polizia nazionale ucraina attraverso Telegram. Nonostante i continui bombardamenti, nell’insediamento rimangono circa tremila residenti, che ora affrontano una situazione critica: mancano elettricità, acqua potabile e gas. Le autorità locali stanno sollecitando con urgenza la popolazione a evacuare per evitare ulteriori rischi.
Le forze armate RF hanno anche riconquistato Novomlynsk, creando e ampliando una testa di ponte sulla riva destra del fiume Oskol, nella regione di Kharkiv. Nonostante i contrattacchi delle forze armate ucraine all’inizio di dicembre, le truppe russe sono riuscite a riprendere il controllo dell’area, rafforzandosi con uomini e mezzi militari.
Fonti analitiche sottolineano che la testa di ponte russa sta diventando sempre più difficile da contrastare. Negli ultimi giorni, si è registrata un’espansione attiva delle posizioni russe lungo la riva destra dell’Oskol, incluso nel distretto di Dvurechny. Questa mossa strategica potrebbe aprire la strada a ulteriori avanzate, aumentando la pressione sulle forze ucraine già in difficoltà.
La situazione umanitaria e militare nell’area è sempre più critica, con migliaia di civili costretti a fuggire e le infrastrutture locali gravemente danneggiate. Mentre la guerra continua, la comunità internazionale guarda con preoccupazione all’evolversi del conflitto, che rischia di intensificarsi ulteriormente nei prossimi giorni.

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