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Hamas conferma la morte del comandante Mohammed Deif

Proseguono gli scambi di ostaggi in un clima ad alta tensione. Questa mattina Hamas ha consegnato alla Croce Rossa tre ostaggi israeliani – Agam Berger, Arbel Yehud e Gadi Moshe Mozes – e cinque lavoratori thailandesi, trattenuti nella Striscia di Gaza da oltre un anno. Una liberazione segnata da scene caotiche a Khan Younis, dove una folla esultante ha circondato i prigionieri durante il trasferimento, spingendoli e urtandoli. 
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito le immagini "terrificanti", avvertendo che Israele non tollererà violazioni degli accordi. In una dichiarazione video diffusa su X, Netanyahu ha dichiarato: "Non accetteremo violazioni dell'accordo. Oggi durante il rilascio dei nostri ostaggi, abbiamo visto tutti cose terrificanti. Abbiamo chiarito ai mediatori che non accetteremo che ci siano pericoli per i nostri ostaggi. Chiunque osi fare del male ai nostri ostaggi, la pagherà".
Israele ha comunque confermato il rilascio di 110 detenuti palestinesi, in linea con gli accordi sul cessate il fuoco. Secondo il Times of Israel, i prigionieri sono stati trasferiti in Cisgiordania e a Gerusalemme, mentre altri detenuti liberati dal carcere di Ketziot, nel sud di Israele, sono stati portati al valico di Kerem Shalom, al confine con la Striscia di Gaza.
Tra i detenuti rilasciati ci sono figure di spicco come Zakaria Zubeidi, ex leader delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, noto per la sua fuga dal carcere di alta sicurezza di Gilboa nel 2021. Zubeidi, 49 anni, è un simbolo della resistenza palestinese e ha trascorso oltre due decenni nelle carceri israeliane.
Figlio di una famiglia sfollata da Caesarea durante la pulizia etnica della Palestina (1947-49), a 13 anni fu ferito da un cecchino, a 15 fu arrestato per la prima volta e negli anni successivi perse la madre e un fratello per mano israeliana.
Nonostante la sua militanza armata, Zubeidi mantenne legami con figure politiche come Yasser Arafat e Mahmoud Abbas, ma criticò apertamente la corruzione nell’Autorità Palestinese e si distanziò dalla politica ufficiale, preferendo la lotta armata. 
Nel 2007, fu incluso in un’amnistia per i membri delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, ma non ricevette mai una piena grazia da Israele. Dopo essere stato arrestato nel 2012 e rilasciato nel 2018, fu nuovamente catturato nel 2019.
Il 6 settembre 2021, lui e altri cinque prigionieri fuggirono dalla prigione israeliana di Gilboa scavando un tunnel con dei cucchiai, in un’operazione diventata leggendaria e nota come “Freedom Tunnel”. Tuttavia, l’11 settembre fu nuovamente catturato.
Nel frattempo, Hamas ha confermato oggi la morte di Mohammed Deif, comandante dell'ala militare del gruppo, le Brigate al-Qassam. Lo scorso agosto, le Forze di difesa israeliane (IDF) avevano annunciato di aver ucciso Deif in un bombardamento a Khan Younis nel luglio 2024, insieme al vice comandante Marwan Issa.
Deif, soprannominato "il fantasma" per la sua capacità di sfuggire ai tentativi di assassinio israeliani, era considerato uno degli ideatori dell'attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele. "Questo è adatto al nostro leader Mohammed Deif, che ha esaurito il nemico per più di 30 anni. Come potrebbe essere menzionato nella storia senza il titolo di 'Martire'?", ha dichiarato Il portavoce delle Brigate al-Qassam, Abu Obaida.
Il rilascio degli ostaggi ha suscitato reazioni contrastanti in Israele. "Da un lato, c'è giubilazione per la liberazione degli ostaggi, ma c'è anche ansia per la fase successiva dei negoziati. Ci stiamo avvicinando al dodicesimo giorno del cessate il fuoco, e c'è incertezza sul fatto che riusciremo a raggiungere un accordo per la fase due", ha dichiarato ad Al Jazeera, Alon Pinkas, ex consigliere del presidente Shimon Peres.
Pinkas ha aggiunto che, mentre emotivamente gli israeliani sono concentrati sui prigionieri, razionalmente tutti pensano alla prossima fase del cessate il fuoco e alla possibilità di raggiungere una soluzione duratura.
Hamas, da parte sua, ha giurato di continuare la resistenza fino alla liberazione di tutti i prigionieri detenuti nelle carceri israeliane. "Le grandi folle che si sono radunate per accogliere i prigionieri liberati sono un messaggio chiaro: (questa questione, ndr) è una linea rossa", ha affermato il gruppo in una dichiarazione.

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