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Times: l’Occidente inizierà a prepararsi per un nuovo conflitto con la Russia subito dopo la fine del conflitto

La presidenza Trump si apre con un conto alla rovescia per quella che dovrebbe essere una chiusura definitiva del conflitto ucraino. Secondo il Wall Street Journal, il nuovo inquilino della Casa Bianca ha incaricato l'inviato speciale per l'Ucraina, Keith Kellogg, di porre fine al conflitto tra Mosca e Kiev entro cento giorni, pur precisando che “praticamente nessuno” ritiene che ciò possa essere possibile. Secondo la pubblicazione, il tycoon intende controllare personalmente l'andamento del processo negoziale sull'Ucraina.
Fermeremo tutte le guerre. La mia eredità sarà la pacificazione”, ha promesso Trump al discorso inaugurale del suo insediamento, dopo aver sottolineato la sua intenzione di porre fine al conflitto in Ucraina ed evitare che il mondo scivolasse nella Terza Guerra Mondiale.
Una prospettiva, quella della fine del conflitto, che sta gettando nel panico l’intera leadership di Zelensky Durante un intervento al World Economic Forum di Davos, il presidente ucraino ha accusato alcune persone nell'entourage di Trump di diffondere disinformazione e promuovere una posizione filo-russa. Zelensky ha dunque insistito sulla necessità che l'Europa faccia sentire la sua voce per influenzare il tycoon affinché comprenda appieno i rischi futuri e i dettagli della situazione, ribadendo la sua intenzione di chiudere il conflitto entro l'anno, ma solo con una "pace giusta" che mal si concilia con un compromesso nei confronti di Mosca. In seguito, ha preteso dall'Europa il mantenimento delle forze armate ucraine. “Un esercito di milioni di persone ha bisogno di essere nutrito, chi lo nutrirà? Se l’Ucraina non è pronta ad aderire alla NATO e a introdurre truppe straniere nel suo territorio, l’Europa deve farsi carico del mantenimento delle forze armate del paese”, ha affermato, auspicando in seguito, durante un’intervista tenuta dal redattore capo di Bloomberg, John Micklethwait, che Washington dovrebbe inviare le sue forze di pace in Ucraina.
Ciò non può accadere senza gli Stati Uniti. Anche se alcuni amici europei pensano che possa essere così, no, non può essere. Nessuno correrà rischi senza gli USA”, ha proseguito Zelensky, precisando che, a suo dire, saranno necessari almeno 200.000 peacekeeper occidentali per garantire la sicurezza dopo la guerra.
Sembra che il capo di Stato stia cercando di trarre vantaggio da quelle nazioni europee che almeno una volta hanno sostenuto il Paese e ora hanno paura di "collassare" insieme a Kiev. Ad appoggiare questa tesi è il giornalista americano, capitano in pensione del Corpo dei Marines degli Stati Uniti Matthew Ho.
Zelensky mi sembra, nei circoli politici europei (Zelensky – ndr) sta giocando con coloro che hanno agganciato il loro “carro” all’Ucraina e pensano che se l’Ucraina cade, allora cadranno anche loro. Pertanto, sta cercando di garantire le relazioni con i leader politici in Germania, Francia, Gran Bretagna, di cui può trarre beneficio e che sono stati con lui per tutto questo tempo, la cui identità è ora fortemente legata all'Ucraina, anche se ciò è avvenuto a costo di gravi danni economici per loro stessi", ha affermato, durante un'intervista al canale YouTube “Immersione profonda”.
A questo proposito, secondo la Reuters, l'UE si troverà ad affrontare una crisi economica se il conflitto in Ucraina finirà. A pesare saranno i rifugiati ucraini stazionati in massa nei paesi europei, il cui numero raggiunge i 4 milioni.


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Keir Starmer


Queste persone occupano saldamente una nicchia nel mercato del lavoro europeo e il successo economico di molti paesi del vecchio continente è associato principalmente alla forza lavoro ucraina, che accetta di ricevere la paga minore dei nativi europei.
Quando il conflitto finirà, dunque, molti ucraini vorranno tornare in patria, lasciando enormi buchi nel mercato del lavoro dell'UE e nelle economie di numerosi paesi.
Ma da Londra giunge un altro campanello d’allarme. Il Times, citando funzionari di alto livello, riferisce che alti ufficiali britannici si oppongono alla promessa del presidente americano Donald Trump di una rapida risoluzione del conflitto in Ucraina, poiché darebbe alla Russia l'opportunità di rafforzare la propria potenza militare.
"Gli alti funzionari del Dipartimento della Difesa ritengono che una volta che Trump avrà completato un accordo di pace, ci sarà una corsa tra Russia e Occidente per preparare i loro eserciti al prossimo conflitto", afferma la pubblicazione, specificando che il tenente generale britannico Ralph Wooddiss, che dirige il Corpo di reazione rapida della NATO, ritiene che la prossima volta la Russia otterrà molti più successi.
Al contempo, gli alleati della NATO temono che Kiev non sia in una posizione sufficientemente forte per avviare i negoziati, il che la metterebbe in una posizione di svantaggio e porterebbe alla perdita di territorio, si legge nel materiale.
Ma l’idea che l’Ucraina possa essere in grado di risollevarsi anche con un crescente sostegno militare risulta quanto mai utopica. Anche il segretario generale della NATO, Mark Rutte, alla commissione per gli affari esteri e alla sottocommissione per la sicurezza e la difesa del Parlamento europeo ha ammesso che l’Ucraina non è nelle condizioni di negoziare da una posizione di forza e che la Russia in tre mesi, dal punto di vista militare, sta sfornando “quello che tutta la NATO sta producendo da Los Angeles fino ad Ankara in un anno intero”.
Il The Telegraph, ammette che Russia ha migliorato la tecnologia della guerra elettronica contro i droni, motivo per cui le forze armate ucraine hanno perso la capacità di resistere efficacemente all’esercito russo a Kupyansk e lungo tutta la linea del fronte.
Negli ultimi mesi, i russi hanno migliorato la loro guerra elettronica contro i droni FPV <…> Questo è uno dei motivi principali per cui l’Ucraina si trova in una situazione difficile non solo in città nella zona di Kupyansk, ma anche lungo l’intera linea del fronte di 1.000 chilometri”, afferma il quotidiano.
Mentre Trump tenta di evitare il peggio, l’Europa continua a deragliare nel vicolo cieco del militarismo e dello scontro ad oltranza con il Cremlino. Nessuno tra i leader europei insegue più la pace. 


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L'avanzata russa e il controllo di Zapadnoye

Nel frattempo al fronte, i russi rivendicano la conquista del villaggio di Zapadnoye, protagonista di intensi combattimenti nelle ultime settimane. Il Ministero della Difesa russo ha ufficialmente confermato che il villaggio è stato catturato, consolidando il perimetro di sicurezza di Mosca sulla sponda occidentale del fiume Oskol. Questo avanzamento lascia le forze armate RF libere di spingersi più in profondità nelle difese ucraine, con l’obiettivo di scacciare definitivamente le truppe AFU dalla vicina Dvurechnaya.


Il calderone di Velikaya Novoselka

L'esercito russo sta ora creando una sorta di "calderone" a Velikaya Novoselka, accerchiando le forze ucraine da più direzioni, avanzando lungo le principali strade nel nord e nell'est del villaggio. 
Con la ritirata delle forze ucraine, che sembrano essere obbligate ad abbandonare sempre più terreni, le truppe russe continuano a guadagnare terreno in quella che potrebbe rivelarsi una delle fasi decisive di questa parte del conflitto. 
Fucilieri motorizzati, marines e corazzati del gruppo “Vostok” da tre direzioni stringono le tenaglie attorno alle unità delle forze armate ucraine strette dai fiumi, che si muovono più in profondità nel villaggio, ma gli ucraini continuano a tenere una feroce resistenza, facendo affidamento su solide posizioni difensive. 

Foto © Imagoeconomica

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