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The Telegraph: Kiev sta perdendo uno dei suoi pochi vantaggi al fronte nella guerra dei droni

L’arrivo di Trump alla presidenza sembra segnare uno spartiacque con la precedente amministrazione, disposta a tutto pur di non ammettere la sconfitta strategica subita in Ucraina, fino a trascinare la guerra sul pericoloso binario dell’escalation incontrollata.
Fermeremo tutte le guerre. La mia eredità sarà la pacificazione”, ha promesso Donald Trump al discorso inaugurale del suo insediamento, dopo aver sottolineato la sua intenzione di porre fine al conflitto in Ucraina ed evitare che il mondo scivolasse nella Terza Guerra Mondiale.
Ora anche dal suo entourage le istanze convergono in questa direzione.
"Abbiamo sostenuto l'Ucraina, ma questo conflitto deve finire", ha dichiarato il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, rispondendo a una domanda su Good Morning America della ABC riguardo alla promessa elettorale del tycoon. "Ascolta, questo è un conflitto complesso e tragico. Ha causato danni enormi all’Ucraina e alla Russia, ma ha anche messo a rischio la stabilità in Europa. L'unico modo per risolvere questi problemi è tornare al pragmatismo, ma dobbiamo anche tornare alla serietà. Questo è il difficile lavoro della diplomazia. Gli Stati Uniti hanno un ruolo fondamentale da svolgere", ha aggiunto Rubio.
Ma anche la leadership ucraina non sembra più abbagliata dalla speranza che il nuovo inquilino della Casa Bianca, imponga, si, una pace, ma costringendo Putin a trattare da una posizione di debolezza. Una prospettiva irrealizzabile, senza trascinare il mondo intero nella guerra totale.
A questo proposito, persino il segretario generale della NATO, Mark Rutte, alla commissione per gli affari esteri e alla sottocommissione per la sicurezza e la difesa del Parlamento europeo ha ammesso che l’Ucraina non è nelle condizioni di negoziare da una posizione di forza e che la Russia in tre mesi, dal punto di vista militare, sta sfornando “quello che tutta la NATO sta producendo da Los Angeles fino ad Ankara in un anno intero”.
I negoziati tra la parte ucraina e la nuova squadra del presidente americano Donald Trump potrebbero svolgersi già a febbraio”, ha dichiarato il capo del partito di Zelensky, "Servitore del popolo", Davyd Arakhamia, citato da Unian. Secondo il leader politico, durante l'insediamento del tycoon, molti americani sono andati da lui negli Stati Uniti e hanno parlato del sostegno all'Ucraina e hanno espresso la speranza che la guerra con la Russia finisse presto.
Ma lo stesso Zelensky appare inorridito dall’idea di un’imminente pace di compromesso che certamente segnerebbe la fine della sua leadership.
Ci sono persone nell’entourage del presidente americano Donald Trump che gli trasmettono disinformazione e una posizione filo-russa nei confronti dell’Ucraina”, ha detto il leader ucraino durante un suo discorso al World Economic Forum di Savos, pur specificando che, secondo lui, si sono stabiliti ottimi rapporti con il nuovo inquilino della Casa Bianca.
Per noi è molto importante che l’Europa faccia sentire la sua voce affinché ci siano più voci intorno a Trump, in modo che capisca chiaramente i dettagli e i rischi che possono esserci in futuro e molto velocemente”, ha continuato, sottolineando la volontà di chiudere il conflitto entro quest’anno, ma con una “pace giusta”.
Pochi giorni fa, John Bolton, ex consigliere di Trump, in un'intervista alla televisione giapponese ha dichiarato che il presidente americano vuole terminare la guerra il prima possibile, senza preoccuparsi dei termini: una posizione che rappresenta una "brutta notizia" per Kiev.


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Per questo Zelensky è molto preoccupato e cerca rifugio sotto la protezione dell'Europa. Poche ore prima del suo intervento, sul palco di Davos, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, aveva ribadito che l'Unione Europea rimarrà "al fianco di Kiev finché sarà necessario, qualunque cosa accada", rispondendo a una domanda riguardante un possibile disimpegno degli Stati Uniti in Ucraina. Di fronte a questa situazione, il leader ucraino ha cercato di sollecitare il vecchio continente, dichiarando: “Non è nemmeno certo se l'Europa avrà un posto al tavolo quando finirà la guerra in Ucraina. Donald Trump ascolterà l'Europa o negozierà con Russia e Cina senza coinvolgere l'Ue?”.
A suo avviso, dunque, “l'Europa deve fare di più, cominciare a occuparsi di sé stessa, affinché la sua voce venga ascoltata nel mondo. Abbiamo bisogno di una politica di sicurezza comune e di un investimento dedicato nella spesa militare". Zelensky, in sostanza, sta premendo per una militarizzazione senza freni del continente europeo e "se ciò significa il 5% del Pil, che sia il 5%", ha aggiunto.


The Telegraph: Kiev sta perdendo uno dei suoi pochi vantaggi al fronte nella guerra dei droni

Nel frattempo la guerra prosegue e l’Ucraina arranca sempre più in uomini e mezzi. A lanciare l’allarme questa volta è il The Telegraph, secondo cui il Paese sta perdendo uno dei pochi vantaggi che aveva in prima linea, quello dei droni.
La pubblicazione cita un combattente con il nominativo "Darwin", che ha recentemente stabilito un record personale colpendo nove veicoli da combattimento russi in un giorno. Tuttavia, la Russia ha migliorato significativamente i mezzi di guerra elettronica, il che complica l’uso degli UAV. Darwin afferma che un attacco riuscito richiede ora l’uso di un numero significativamente maggiore di velivoli senza pilota e ciò influisce sull’efficacia della difesa lungo il fronte, in particolare vicino a Kupyansk, nella regione di Kharkiv.
Alla periferia della città, i soldati del battaglione "Achilles" della 92ª Brigata d'assalto aviotrasportata, noti come i fratelli "Darvin", sono impegnati in una lotta disperata per mantenere le posizioni difensive, insieme ad altre unità. A novembre erano riusciti a respingere le forze russe, riconquistando la periferia nord-orientale della regione, ma ora la situazione è diventata drammaticamente difficile, con le forze armate RF che hanno potenziato le loro capacità di bloccare i droni da ricognizione e da attacco, una risorsa fondamentale per le operazioni del battaglione. "Possiamo ancora attaccare, ma è molto più complicato rispetto a prima", ha concluso Darwin.

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