Rutte: Mosca in 3 mesi produce l’equivalente della NATO in un anno. Deep State: l’esercito russo ha occupato tre insediamenti nella regione di Donetsk
Ora da Londra arriva la conferma ufficiale: la Gran Bretagna pronta a schierare forze di pace in Ucraina. A dichiararlo è il primo ministro britannico, Keir Starmer, in un’intervista a Sky News, confermando che il Paese è pronto a svolgere il proprio ruolo nei negoziati di pace con l’ambizione di porre fine alla guerra che la Federazione Russa ha condotto contro il Paese.
"Starmer ha detto che non vuole 'saltare avanti', ma che il Regno Unito giocherà un 'ruolo pieno' in qualsiasi dialogo di pace, anche schierando truppe britanniche per mantenere la pace", afferma la pubblicazione, precisando che per il primo ministro non si tratta solo di una questione legata alla sovranità di Kiev.
"Riguarda (le conseguenze – ndr) che avrà sul Regno Unito e sui nostri valori, sulla nostra libertà, sulla nostra democrazia. Perché se la Russia riuscirà in questa aggressione, avrà un impatto su tutti noi per un tempo molto, molto lungo", ha detto Stramer, che si è poi espresso in merito alla questione dell’adesione dell’Ucraina alla NATO, principale tema del contenzioso con l’Occidente che ha portato Putin a reagire con l’aggressione militare, pur di evitare l’ulteriore avanzata dell’alleanza ai suoi confini.
"Sosteniamo pienamente il diritto dell'Ucraina di scegliere le proprie misure di sicurezza e di decidere il proprio futuro, senza interferenze esterne. Il futuro dell'Ucraina è nella NATO", ha continuato il primo ministro, ribadendo la posizione espressa dai membri dell’Organizzazione del trattato dell'Atlantico del Nord, al vertice dell’Alleanza tenutosi a Washington l’estate scorsa.
Tuttavia, l’Ingresso nella NATO accompagnato dalle “forze di pace”, difficilmente potrà rappresentare un connubio in grado di garantire all’Ucraina un futuro lontano da una catastrofica guerra totale.
Ammissioni, quelle di Starmer, che giungono, tra l’altro, subito dopo la firma da parte di Londra e Kiev di un accordo strategico della durata di 100 anni, comprendente iniziative in ambito difensivo, economico ed energetico. Secondo il Financial Times, la Gran Bretagna destinerà 3 miliardi di dollari, provenienti dai beni russi congelati, per sostenere l'Ucraina nella sua difesa contro l'invasione russa. L'accordo prevede anche l'invio di 150 unità di artiglieria britannica a Kiev e un potenziamento dell'addestramento delle forze armate ucraine, con focus su armi a lungo raggio.
Sul piano economico, Londra intende diventare un partner chiave nell'estrazione di minerali critici e nella produzione di "acciaio verde", una tecnologia per ridurre le emissioni di carbonio, mentre i due paesi rafforzeranno la cooperazione nella sicurezza marittima, con un focus sul Mar d'Azov, il Mar Nero e il Baltico.
Mark Rutte © Imagoeconomica
Lo stesso Financial Times ha messo in guardia sull'idea di inviare truppe europee in Ucraina, definendola problematica. I paesi europei, essendo sostenitori di Kiev, non potrebbero considerarsi neutrali e non avrebbero il diritto di guidare le forze di pace, creando il rischio di uno scontro diretto con le truppe russe. Se gli USA dovessero intervenire, ciò potrebbe portare a una guerra su vasta scala, mentre un'eventuale assenza degli Stati Uniti danneggerebbe irreparabilmente l'autorità della NATO.
Nel frattempo sul The Atlantic, il politologo Robert Kagan, figura di spicco del movimento neoconservatore e marito di Victoria Nuland, ha dichiarato che “l’Ucraina non subirà una sconfitta negoziata e recuperabile, che comporti la perdita di territori vitali ma con l’indipendenza preservata e garantita dalle potenze occidentali. Al contrario, il Paese è destinato a fronteggiare una sconfitta totale, con la perdita della sovranità e la completa sottomissione al controllo russo […]. Trump ora deve scegliere se accettare una sconfitta strategica umiliante sulla scena mondiale o se incrementare immediatamente il supporto americano all’Ucraina, mentre c’è ancora tempo”.
Persino il segretario generale della NATO, Mark Rutte, alla commissione per gli affari esteri e alla sottocommissione per la sicurezza e la difesa del Parlamento europeo ha ammesso che l’Ucraina non è nelle condizioni di negoziare da una posizione di forza e che la Russia in tre mesi, dal punto di vista militare, sta sfornando “quello che tutta la NATO sta producendo da Los Angeles fino ad Ankara in un anno intero”.
Deep State: l’esercito russo ha occupato tre insediamenti nella regione di Donetsk
Intanto la situazione sul fronte orientale, in particolare nella regione di Donetsk, continua a deteriorarsi. Secondo l'analista militare tedesco Julian Repke, le forze russe stanno avanzando a ritmo accelerato e stanno sfondando le difese ucraine, in particolare nella zona di Pokrovsk. Repke sottolinea che le truppe russe sono riuscite ad entrare in due insediamenti a soli 10 km a ovest della città, e non ci sono segnali che le tattiche di fiancheggiamento che i russi hanno utilizzato finora non porteranno ulteriori successi.
La riconquista di città chiave da parte delle forze russe sembra essere sempre più una possibilità concreta.
In un report del canale ucraino Deep State è stato confermato che le forze russe hanno occupato tre nuovi insediamenti nella regione di Donetsk, tra cui Pishchane, Slovyanka e Yasenove e sono avanzati ulteriormente nelle vicinanze di Novoandriivka, Dachny, Kotlyny, Zvirovoy, Vremivka e Chasov Yar.
Più a nord, secondo il Ministero della Difesa russo, più del 60% del territorio della regione di Kursk occupato dalle forze armate ucraine è stato riconquistato.
Il dipartimento militare precisa che le due settimane di gennaio, le operazioni offensive hanno portato alla liberazione di quattro insediamenti: Alessandria, Leonidovo, Russkoye Porechnoye e Kruglenkoye, grazie all'intervento di unità del gruppo di truppe Nord, tra cui la 7ª e la 76ª divisione aviotrasportata, l'83ª brigata aviotrasportata, la 155ª brigata marina della flotta del Pacifico, l'810ª brigata marina della flotta del Mar Nero e il 1427º reggimento di fucilieri motorizzati.
Inoltre, è stato respinto un contrattacco delle forze ucraine, che avevano tentato di fermare l'avanzata russa in direzione di Kursk, in particolare nell'area della fattoria Berdin. Le unità Akhmat della 42ª Divisione di fucili motorizzati della Guardia e della 106ª Divisione aviotrasportata della Guardia hanno inflitto pesanti perdite al nemico, che ha dovuto ritirarsi.
Nel corso di gennaio, le forze armate ucraine hanno subito gravi perdite, con oltre 5.600 soldati e più di 570 unità di equipaggiamento militare distrutte, tra cui 40 carri armati, 213 veicoli da combattimento di fanteria, 91 pezzi di artiglieria e mortai, e oltre 210 veicoli corazzati.
Foto di copertina © Imagoeconomica
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