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Zelensky a favore dell’invio di personale militare straniero nel Paese, anche prima della fine del conflitto. Nuovo pacchetto di aiuti militari da 500 milioni di dollari

Al vertice di Ramstein per la Riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina tornano ad infuriare i tamburi di guerra, senza che venga aperto un solo spiraglio per una doverosa distensione negoziata che ponga fine alla tragica ecatombe di un intero popolo.
“Siamo qui oggi per essere sicuri che l’Ucraina abbia ciò che le serve in termini di equipaggiamento e addestramento per prolungare la battaglia e prevalere”, ha dichiarato il segretario generale della NATO, Mark Rutte, evocando lo scenario di un inevitabile scontro tra Mosca e l’Occidente.
“La Russia vuole naturalmente prendere l’Ucraina, ma in ballo non c’è solo l’Ucraina. Il mondo sta guardando e alla fine conterà molto, dato il contesto geopolitico, se Kiev avrà un buon accordo, quando deciderà di entrare nei negoziati, oppure no. Se l’Ucraina avrà un cattivo accordo sarà peggio; oltre alla Russia sono coinvolti la Cina, l’Iran e la Corea del Nord e dobbiamo far sì che l’Ucraina sia nella miglior situazione possibile”, ha continuato.
Dichiarazioni che sembrano far eco a quelle del segretario di Stato americano, Antony Blinken, che nei giorni scorsi aveva ammesso che il controllo della regione russa del Kursk da parte dell’Ucraina sarà determinante al tavolo dei negoziati.
Il partito della guerra continua a proporre la pace attraverso nuove carneficine su vasta scala che certamente non cambieranno il corso del conflitto ma daranno ulteriore linfa vitale all’industria degli armamenti statunitense. Persino il segretario alla difesa statunitense Lloyd Austin in un articolo pubblicato su Foreign Affairs, ha dichiarato che “non c’è nessuna soluzione miracolosa” nella guerra in Ucraina, cioè nessun sistema d’arma che possa cambiare il corso degli eventi sul campo di battaglia”.
Esprimendosi con un tono solenne e fatalista, ha puntualizzato che "nessuna singola possibilità invertirà il corso degli eventi. Nessun sistema metterà fine all'attacco di Putin; ciò che conta è l'effetto cumulativo delle capacità militari dell'Ucraina e l'attenzione su ciò che funziona".
Il popolo è stanco della guerra. Secondo un recente sondaggio condotto dal KIIS, la fiducia degli ucraini nelle istituzioni di potere è crollata drasticamente dall'inizio del conflitto. La fiducia nell'ufficio presidenziale, ad esempio, è scesa dal 84% a dicembre 2022 al 45% a dicembre 2024. Anche la fiducia personale in Volodymyr Zelenskyj è calata al 52%. La Verkhovna Rada si trova ora al primo posto nell'anti-rating, con un abbassamento della fiducia dal 35% al 13%. Il governo ha visto un crollo simile, scivolando dal 52% al 20%.
Secondo una recente inchiesta del Washington Post, il Paese ha perso oltre 400.000 uomini tra morti e feriti ed è improbabile riesca a sopravvivere ad un altro anno di guerra.
Una drammatica eventualità destinata a concretizzarsi, salvo ipotesi Terza Guerra Mondiale. A questo proposito, Volodymyr Zelensky, presente a Ramstein, ha di nuovo riproposto un piano ambizioso per obbligare Mosca alle trattative con la forza.
Se l’Occidente decidesse di smettere di sostenere l’Ucraina adesso, sarebbe una follia”, ha affermato il presidente ucraino, esprimendosi poi a favore dell’invio di personale militare straniero nel Paese anche prima della fine del conflitto.
"L'anno scorso, la Francia ha avanzato l'idea di inviare un contingente di partner in Ucraina, e questo ci avvicinerà. Il nostro obiettivo è trovare strumenti adeguati per costringere la Russia alla pace. Credo che lo schieramento di un contingente di partner sia uno strumento utile.. Dobbiamo essere più pratici per rendere questo possibile. Abbiamo ricevuto segnali da alcuni dei nostri partner, dal Regno Unito, a sostegno di ciò. Dobbiamo essere coraggiosi, dobbiamo introdurre strumenti davvero forti", ha detto Zelensky al gruppo di contatto.
Dagli alleati europei, intanto, si riconferma l’incrollabile sostegno all’Ucraina nella guerra contro la Russia.
L’Alto rappresentante per la Politica Estera, Kaja Kallas, ha promesso di essere in grado di impegnarsi in questo supporto “anche senza gli Stati Uniti”, in vista di un ipotetico, anche se graduale, disimpegno da parte di Donald Trump.
Intanto Washington ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari statunitensi per l'Ucraina, dal valore di 500 milioni di dollari che include una serie di armamenti avanzati e supporto logistico. Tra i principali strumenti inviati ci sono missili per la difesa aerea, come gli AIM-7, RIM-7 e AIM-9M, ma anche munizioni aria-terra per le operazioni di bombardamento contro obiettivi strategici sul territorio nemico.
In aggiunta, il pacchetto di assistenza prevede l'invio di equipaggiamenti ausiliari per i F-16, aerei da combattimento che l'Ucraina sta ricevendo o ha già in dotazione, con l'intento di migliorare la loro operatività. Sono inclusi anche sistemi di ponti corazzati, utili per consentire alle forze ucraine di superare ostacoli naturali, come fiumi, durante le offensive. Inoltre, l'Ucraina riceverà equipaggiamenti di comunicazione sicuri, essenziali per mantenere le linee di comunicazione protette durante le operazioni sul campo di battaglia.

Foto © Imagoeconomica

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