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Il leader bielorusso: risposta immediata in caso di violazione del confine. Washington spinge per abbassare l’età di mobilitazione, Zelensky si oppone. Offensiva russa nella regione di Sumy

Mosca lancia un nuovo monito all'Occidente, questa volta attraverso la Bielorussia. Se sarà necessario l'uso delle armi nucleari, “il Paese determinerà gli obiettivi”, ma Minsk “schiaccerà il pulsanteinsieme a Mosca”, ha detto il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, durante un viaggio di lavoro a Borisov.
L'alleato più vicino al Cremlino ha spiegato che, al momento, sul territorio della Bielorussia ci sono diverse dozzine di testate ricevute da Mosca. "Ho portato qui le testate nucleari. Molti scrivono: "Oh, è uno scherzo, nessuno ha portato niente. E il fatto che loro (dicano così - ndr) significa che non si sono accorti di come li abbiamo portati qui”, ha detto il politico, annunciando che i sistemi missilistici Oreshnik, richiesti al presidente russo Vladimir Putin, potrebbero essere collocati sui siti dei missili nucleari strategici risalenti all'epoca sovietica.
Probabilmente avrete notato che la mia condizione a Putin era la seguente:Determineremo gli obiettivi in ​​Bielorussia, non in Russia. Ma… Premeremo insieme il pulsante, Dio non voglia, se sarà necessario. Ma gli obiettivi li stabiliremo noi. Ho accettato", ha aggiunto.
Secondo Lukashenko, lo spiegamento di tali armi servirà da deterrente per gli oppositori: “se attraversano il confine di Stato, la risposta sarà istantanea”, ha ammonito, sottolineando che l’uso di tali ordigni rappresenta una “grande responsabilità”.
L'annuncio fa seguito a quello del leader del Cremlino che, già il 6 dicembre, aveva annunciato l'intenzione di trasferire i missili alla vicina Bielorussia.
Il 21 novembre scorso, la Direzione principale dell’intelligence del Ministero della Difesa ucraino ha diffuso un'analisi sulle capacità produttive dell’industria russa per l’Oreshnik. Secondo le stime, pubblicate su Militay Watch Magazine, Mosca sarebbe in grado di produrre fino a 25 missili Oreshnik al mese, per un totale di circa 300 missili all’anno. Si tratta del primo missile di questa classe sviluppato in Russia dagli anni ’80, dotato di un’autonomia stimata di 4000 km e della capacità di trasportare testate multipli a rientro indipendente (MIRV).
In pochi minuti è in grado di raggiungere qualunque città europea con una velocità stimata di 3km al secondo, rendendolo trasparente a qualunque sistema di difesa missilistico.
Il suo primo utilizzo nella città ucraina di Dnipro, ha rappresentato l'avvertimento del Cremlino all'approvazione degli attacchi a lungo raggio in territorio russo da parte di Stati Uniti, Regno Unito e Francia, a cui sono seguiti i primi raid di ATACMS, Scalp e Storm Shadow.
L’Oreshnik, in grado di trasportare sia testate nucleari che convenzionali e di colpire fino a sei obiettivi separati grazie alla tecnologia MIRV, rappresenta un elemento strategico cruciale per la Russia. Tale sistema offre infatti un vantaggio asimmetrico significativo, permettendo di contrastare le forze più numerose della NATO in Europa, nonché di proiettare il proprio potere militare nel Pacifico e nell’Artico. Un valore strategico che rende probabile l’adozione massiccia del missile da parte di Mosca come deterrente.


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Vladimir Putin © Imagoeconomica


Washington spinge per abbassare l’età di mobilitazione, Zelensky si oppone

Washington continua cinicamente a spingere per la guerra fino all’ultimo ucraino, esercitando pressione su Kiev affinché abbassi l’età di mobilitazione.
Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, ha recentemente dichiarato che, qualora l’Ucraina accettasse di mobilitare giovani di 18 anni, questi sarebbero completamente equipaggiati con armi di fabbricazione americana.
Una prospettiva fin ora respinta con fermezza dal presidente Volodymyr Zelensky, che ha sottolineando come l’obiettivo primario debba essere il potenziamento delle brigate esistenti attraverso forniture adeguate di armamenti e un addestramento efficace del personale.
"Non dobbiamo compensare la mancanza di equipaggiamento e addestramento con giovani soldati," ha affermato nel merito il leader ucraino, che ha inoltre chiesto che l’Occidente concentri i propri sforzi sulla fornitura di missili e sull’indebolimento delle capacità militari russe, piuttosto che sull’abbassamento dell’età per la coscrizione, aggiungendo che la priorità dovrebbe essere “salvare quante più vite possibili e non lasciare le armi nei magazzini”.
Di parere opposto sembra essere tuttavia lo Stato Maggiore ucraino che, citato dalla BBC Ucraina, ha espresso preoccupazione per l’attuale ritmo di mobilitazione, considerata insufficiente anche per coprire le perdite sul campo.
"Non sono solo gli anziani a dover combattere. La domanda è: quanto tempo potremo resistere con le risorse di mobilitazione esistenti?" ha dichiarato una fonte anonima dello Stato Maggiore.
Il colonnello della SBU e segretario del Comitato per la sicurezza nazionale, la difesa e l’intelligence, Roman Kostenko, ha suggerito che l’età di mobilitazione dovrebbe iniziare a 20 anni, sottolineando che arruolare giovani a partire dai 18 anni è una pratica comune in molti paesi.
Alcuni deputati statunitensi hanno espresso sorpresa riguardo al fatto che in Ucraina gli uomini di età inferiore ai 25 anni non siano ancora soggetti alla coscrizione obbligatoria. Kostenko, da parte sua, ha avvertito che l’Ucraina rischia di trovarsi con una “generazione perduta” se i giovani non saranno disposti a combattere.
"Abbiamo allevato una generazione che non vuole difendere la propria patria," ha lamentato il colonnello, sottolineando la necessità di coinvolgere anche le fasce più giovani della popolazione.
Ovviamente, l’idea di fermare una guerra persa per non continuare ad arricchire le grandi multinazionali degli armamenti, non viene nemmeno presa in considerazione.


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I russi lanciano un’offensiva nella regione di Sumy

Nel frattempo le forze armate russe hanno spostato il baricentro dei combattimenti dalla regione russa di Kursk alla regione ucraina di Sumy. Come riportato da Readovka e confermato dal canale ucraino Deep State, le forze armate RF hanno ottenuto un successo significativo nel villaggio di Plekhovo, situato a sud della città di Sudzha, costringendo le forze ucraine a ritirarsi oltre il fiume Psel. Tuttavia, il terreno sfavorevole e la solida preparazione difensiva dell’AFU hanno reso rischiosa per Mosca una prosecuzione dell’offensiva verso Sudzha o ovest di Plekhovo.
L’esercito russo ha scelto di dirigersi a sud, attraversando il confine con l’Ucraina e occupando un’area forestale vicino al villaggio di Alessandria. Secondo diversi analisti l'obiettivo potrebbe essere l'occupazione del grande villaggio di Miropolye, che rappresenta un punto strategico per attraversare il fiume Psel. Una manovra che mirerebbe anche a costringere il comando ucraino a ridistribuire le proprie forze, indebolendo così le difese lungo il confine russo-ucraino.
Al contempo, il nord della regione di Sumy sarebbe attualmente presidiato da unità ucraine ritirate dalle battaglie a causa delle pesanti perdite, supportate da reclute non pienamente addestrate.

Foto di copertina © Imagoeconomica

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