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Il Ministero della Difesa russo avverte di una risposta agli attacchi di ATACMS da parte delle forze armate ucraine

Non si ferma la folle odissea dell'élite guerrafondaia occidentale, che sembra tentare l'impossibile pur di trascinare il conflitto ucraino su un binario senza ritorno. Oggi l'assemblea parlamentare della NATO ha adottato una risoluzione sull'assistenza all'Ucraina che prevede, in particolare, la fornitura a Kiev di missili a medio raggio (da 1.000 a 5.500 chilometri), compresi quelli del tipo Tomahawk.
Si riporta inoltre che a Kiev verrà concesso il permesso di colpire obiettivi militari russi con le armi fornite.
Sono numerose le ulteriori promesse che l’Alleanza ha fatto a Zelensky, come riportato dal documento finale: si propone di creare un programma NATO di assistenza alla sicurezza e alla formazione (NSATU); un Centro congiunto di analisi, formazione e istruzione NATO-Ucraina (JATEC); assistenza a lungo termine allo Stato nel campo della sicurezza. L’Alleanza, inoltre, manterrà e aumenterà il sostegno militare, finanziario e umanitario all’Ucraina garantendo forniture tempestive di munizioni e sistemi d’arma avanzati, compresi sistemi di difesa aerea, armi di precisione a lungo raggio e caccia multiruolo.
Si parla inoltre di fornire un finanziamento di base minimo di 40 miliardi di euro nel prossimo anno e sostenere gli sforzi di Kiev, espressi nella formula del “piano di vittoria”, per raggiungere una “pace giusta e duratura”.
Per finire, non poteva mancare la proposta di intensificare gli sforzi politici e pratici per aiutare l'Ucraina a ricevere un invito alla NATO e a diventare il 33° membro del blocco il prima possibile.
C’è da sperare che si tratti solo di propositi destinati all’oblio. Putin ha già aggiornato la sua dottrina nucleare che ora considera l’aggressione contro la Russia da parte di qualsiasi stato non nucleare, ma con la partecipazione o il sostegno di uno stato nucleare, come una loro azione congiunta di attacco alla Federazione Russa. Il Ministero della Difesa di Mosca oggi ha già avvertito di una risposta agli attacchi delle forze armate ucraine con i missili americani ATACMS contro obiettivi nella regione di Kursk, dopo che pochi giorni fa ha lanciato l’Oreshnik, il primo missile balistico a medio raggio sperimentato in un conflitto armato, come rappresaglia per la decisione di Biden di autorizzare attacchi in profondità.
Secondo il dipartimento, negli ultimi tre giorni, le forze armate ucraine hanno lanciato due volte attacchi con armi occidentali a lungo raggio contro obiettivi nella regione di Kursk: il 23 novembre utilizzando cinque missili ATACMS contro la posizione del sistema S-400 divisione missilistica nell'area di Lotarevka e il 25 novembre, con otto ATACMS presso l'aeroporto di Kursk-Vostochny.
Nel primo caso, l'equipaggio del sistema missilistico di difesa aerea Pantsir, che copriva la divisione, ha distrutto tre missili, ma due hanno raggiunto l'obiettivo. Di conseguenza, il radar è stato danneggiato e ci sono state vittime tra il personale. Nel secondo caso, i sistemi S-400 e Pantsir hanno abbattuto sette missili su otto. Quando la scheggia è caduta, due militari sono rimasti leggermente feriti e le infrastrutture sono state leggermente danneggiate, ha detto il Ministero della Difesa.
"Il Ministero della Difesa della Federazione Russa sta monitorando la situazione e si stanno preparando azioni di risposta", si legge nel messaggio.
Il Tomahawk è un missile da crociera subsonico progettato per attacchi di precisione a lungo raggio, diventato uno dei pilastri della strategia militare moderna grazie alla sua versatilità e affidabilità. Originariamente introdotto negli anni '70 e sviluppato dalla Raytheon, il missile si distingue per un design compatto e una capacità di lancio da piattaforme diversificate, tra cui navi, sottomarini e sistemi terrestri. Con una portata che può superare i 1.600 chilometri, il Tomahawk combina un sistema di propulsione avanzato e tecnologie di navigazione sofisticate, come il TERCOM, il DSMAC e la guida GPS, per garantire una precisione straordinaria, anche su obiettivi difficili.
La sua capacità di volare a bassa quota, seguendo il terreno per eludere i radar nemici, e la possibilità di trasportare vari tipi di testate, da quelle convenzionali ad alto esplosivo a munizioni a grappolo, sottolineano la sua flessibilità operativa. Le varianti più recenti, come il Block IV, includono caratteristiche innovative, come la possibilità di aggiornare gli obiettivi in tempo reale e una capacità di "bighellonare" in attesa della conferma del bersaglio. Inoltre, la variante Maritime Strike amplia il suo utilizzo, permettendo di colpire anche navi in movimento, adattandosi così a scenari operativi sempre più complessi.

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