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Nel frattempo, Netanyahu attacca Haaretz e la libertà di stampa: troppe critiche

"Pensiamo di avere un accordo. Siamo sulla linea del traguardo, ma non l'abbiamo ancora superata. Il Gabinetto israeliano deve approvare l'accordo martedì e fino ad allora qualcosa può sempre andare storto". Lo ha dichiarato un funzionario Usa al giornalista Barak Ravid della testata Axios, aggiungendo che è atteso che il Gabinetto di sicurezza israeliano approvi l'accordo martedì. Un funzionario israeliano ha confermato che il Gabinetto si riunirà martedì, aggiunge Axios. La bozza di accordo per il cessate il fuoco in Libano prevede un periodo di transizione di 60 giorni durante il quale l'esercito di Israele dovrebbe ritirarsi dal Libano meridionale, l'esercito libanese si dovrebbe schierare nelle aree vicine al confine e Hezbollah dovrebbe spostare le sue armi pesanti a nord del fiume Litani. L'accordo prevede un comitato di supervisione guidato dagli Stati Uniti per monitorare l'attuazione del testo e affrontare eventuali violazioni. Secondo fonti israeliane e statunitensi citate da Axios, gli Usa hanno accettato di fornire a Israele una lettera di garanzie che include il sostegno all'azione militare israeliana contro minacce imminenti provenienti dal territorio libanese e per interrompere eventi come un eventuale ripristino di una presenza militare di Hezbollah vicino al confine o il contrabbando di armi pesanti. In base alla proposta di accordo, Israele potrebbe intervenire dopo consultazioni con gli Stati Uniti e se l'esercito libanese non affrontasse la minaccia.


Israele usò armi “Made in USA” in un bombardamento contro 3 reporter

La ong Human Rights Watch (Hrw) afferma che il raid aereo israeliano del 25 ottobre nel sudest del Libano in cui 3 giornalisti libanesi sono stati uccisi mentre dormivano in una pensione e altri sono rimasti feriti è stato molto probabilmente un attacco deliberato contro civili e un apparente crimine di guerra. Il gruppo aggiunge di avere accertato che le forze israeliane effettuarono l'attacco utilizzando una bomba sganciata dal cielo dotata di un kit di guida JDAM (Joint Direct Attack Munition) prodotto dagli Stati Uniti. Secondo Hrw, il governo statunitense dovrebbe sospendere i trasferimenti di armi a Israele a causa dei ripetuti "attacchi illegali contro i civili, per i quali i funzionari statunitensi potrebbero essere complici di crimini di guerra". Dall'inizio della guerra fra Israele e Hezbollah, secondo il ministero della Sanità libanese, sono 11 i giornalisti uccisi e 8 quelli rimasti feriti. A maggio l'amministrazione Biden aveva dichiarato che l'uso da parte di Israele di armi fornite dagli Stati Uniti nella guerra tra Israele e Hamas a Gaza ha probabilmente violato il diritto umanitario internazionale, ma che le condizioni di guerra hanno impedito ai funzionari statunitensi di determinarlo con certezza in attacchi aerei specifici. I giornalisti uccisi nell'attacco aereo nella città sud-orientale di Hasbaya erano l'operatore Ghassan Najjar e il tecnico di trasmissione Mohammed Rida della TV panaraba Al-Mayadeen, con sede a Beirut, e l'operatore Wissam Qassim, che lavorava per la TV Al-Manar di Hezbollah. Human Rights Watch ha dichiarato che una munizione ha colpito l'edificio a un piano ed è esplosa dopo aver colpito il pavimento. "L'uso da parte di Israele di armi statunitensi per attaccare e uccidere illegalmente giornalisti lontani da qualsiasi obiettivo militare è un marchio terribile per gli Stati Uniti e per Israele", ha dichiarato Richard Weir, ricercatore senior di Hrw su crisi, conflitti e armi. Weir ha aggiunto che "i precedenti attacchi mortali dell'esercito israeliano contro i giornalisti senza alcuna conseguenza danno poche speranze di giustizia in questa o in future violazioni contro i media". L’ong ha riferito di aver trovato sul posto dei resti dell'arma usata e di aver esaminato le fotografie dei pezzi raccolti dal proprietario della pensione, determinando appunto che erano compatibili con un kit JDAM assemblato e venduto dall'azienda statunitense Boeing. Il JDAM viene applicato alle bombe sganciate dall'aria e consente di guidarle verso un obiettivo utilizzando coordinate satellitari, il che rende l'arma precisa nel raggio di alcuni metri, spiega il gruppo. A novembre 2023 due giornalisti di Al-Mayadeen TV furono uccisi in un attacco con droni nel loro luogo di lavoro. Un mese prima i bombardamenti israeliani nel sud del Libano hanno ucciso l'operatore video della Reuters Issam Abdallah e ferito gravemente altri giornalisti dell'agenzia di stampa francese AFP e di Al-Jazeera su una collina non lontana dal confine israeliano.


Israele attacca Haaretz e la libertà di stampa

"Un tentativo di mettere a tacere un giornale critico e indipendente": il quotidiano israeliano Haaretz ha definito in questi termini la decisione del governo di Netanyahu di sospendere qualsiasi tipo di pubblicità statale sul giornale e di bloccare tutti gli abbonamenti alla testata sottoscritti da funzionari e amministrativi. All'origine della misura, approvata ieri all'unanimità dal Consiglio dei ministri, ci sarebbe la copertura data dal quotidiano più antico di Israele della nuova fiammata del conflitto in Medio Oriente divampata dopo il 7 ottobre 2023. Fondato nel 1919, di orientamento progressista e liberale, Haaretz ha sostenuto la necessità di indagare abusi commessi dalle forze armate di Israele sia nella Striscia di Gaza che in Libano. Le ragioni del governo sono state esplicitate dal ministro della Comunicazione Shlomo Karhi: "Non possiamo permettere che l'editore di un quotidiano riconosciuto chieda di imporre sanzioni contro lo Stato di Israele e supporti i suoi nemici nel pieno di una guerra e che sia poi da esso finanziato, mentre gli organismi internazionali minano la sua legittimità e il suo diritto all'autodifesa e adottano sanzioni contro di esso e i suoi dirigenti". Opposta la lettura data dal giornale, affidata anche a un editoriale del corrispondente diplomatico Jonathan Lis. La decisione del governo, si legge nell'articolo, rischia di contribuire alla "demolizione della democrazia israeliana". E ancora: "Come Putin, Erdogan e Orban, Netanyahu cerca di mettere a tacere un giornale critico e indipendente". Nell'editoriale del quotidiano si legge infine: "Haaretz non indietreggerà e non si trasformerà in un opuscolo che pubblica messaggi approvati dal governo e dal suo capo". Nei confronti di Netanyahu la settimana scorsa è stato emesso un mandato di cattura della Corte penale internazionale (Cpi) per presunti crimini di guerra e contro l'umanità commessi a Gaza. In relazione al periodo compreso tra il 7 ottobre e il 20 maggio scorso, la procura dell'Aia contesta in particolare l'uso della fame come arma di conflitto, l'ostacolo all'assistenza umanitaria e gli attacchi "intenzionali" contro la popolazione civile. Haaretz è edito da Amos Schocken, imprenditore 79enne, contestato di recente per aver definito i militanti palestinesi "combattenti per la libertà".

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