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Reuters: Putin sarebbe disponibile ad un congelamento del conflitto

Non si fermano i tentativi di innescare ulteriori incendi al di là delle linee rosse, per portare il conflitto su un pericoloso piano inclinato.
Bloomberg annuncia che le forze armate ucraine (AFU) hanno lanciato per la prima volta missili da crociera britannici a lungo raggio Storm Shadow in Russia, dopo che il governo britannico ha concesso il permesso in risposta allo schieramento in battaglia di truppe nordcoreane.
Informazioni che, badare bene, non sono state confermate nemmeno dal Dipartimento della difesa statunitense.
“Per quanto riguarda i combattimenti, non ne abbiamo ricevuto, ma per qualche motivo si stanno trasferendo a Kursk. Sapete, abbiamo tutte le ragioni per aspettarci che parteciperanno (alle schermaglie – ndr), ma non posso confermarlo in questo momento", ha detto la portavoce del Pentagono Sabrina Singh in un briefing di pochi giorni fa.
Il fatto che gli Stati Uniti abbiano ritirato le loro obiezioni all'uso di questi missili per attacchi in profondità nella Russia, era stato precedentemente riportato proprio oggi da fonti del Times.
Secondo il quotidiano Defense Express, l'Ucraina li avrebbe adoperati per colpire un obiettivo strategico nella regione russa di Kursk, nei pressi del villaggio di Maryine. L'obiettivo sembrerebbe essere un posto di comando sotterraneo vicino a un sanatorio legato all'Ufficio del Presidente della Federazione Russa.
Nel mentre, la risposta russa ai recenti attacchi a lunga gittata sul suo territorio sembra imminente. Nel pomeriggio sono stati diffusi avvisi allarmanti su un possibile massiccio raid contro la capitale ucraina. L'ambasciata statunitense a Kiev ha dichiarato che sarebbe stata chiusa oggi dopo aver ricevuto "informazioni specifiche su un potenziale attacco aereo significativo". A seguire, si sono aggiunte le ambasciate di Italia, Spagna e Grecia mentre quella del Kazakistan ha esortato i suoi cittadini a lasciare il Paese.
Vi ricordiamo che le minacce di bombardamenti da parte dello Stato aggressore sono purtroppo una realtà quotidiana per gli ucraini da più di mille giorni. In questo millesimo giorno di un’invasione su vasta scala, la minaccia dei bombardamenti russi è tanto rilevante quanto lo è stata nei mille giorni precedenti", ha scritto in una nota il Ministero degli Esteri ucraino.
In queste ore emergono indiscrezioni secondo cui le forze aerospaziali russe avrebbero concentrato fino a 30 bombardieri strategici Tu-95MS e Tu-160 nella parte centrale del paese in preparazione di un attacco su larga scala contro il territorio ucraino.
Sarà la risposta non nucleare di Putin alla violazione della nuova dottrina che disciplina l'uso di armi atomiche? Nel terrore generale, emergono tuttavia segnali di speranza sul fronte diplomatico: la Reuters, citando cinque fonti informate sui piani del Cremlino, rivela che Vladimir Putin sarebbe disposto a discutere un cessate il fuoco in Ucraina con Donald Trump - escludendo concessioni territoriali significative - e insisterebbe affinché Kyiv rinunci alle ambizioni di entrare nella NATO.
In particolare, secondo le fonti, Putin potrebbe accettare di congelare il conflitto lungo le attuali linee del fronte, con margini per negoziare la suddivisione delle regioni orientali di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, che Mosca rivendica come parte della Russia, ma controllandone solo il 70-80% del territorio.
Secondo due funzionari il Cremlino potrebbe considerare il ritiro da alcune piccole aree occupate nelle regioni di Kharkiv e Mykolaiv, ma Putin teme che un cessate il fuoco possa servire solo all'Occidente per riarmare l'Ucraina. “Se non c’è neutralità, è difficile immaginare rapporti di buon vicinato tra Russia e Ucraina,” aveva affermato nel merito il presidente russo il 7 novembre.


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Vladimir Putin


D'altra parte, il suo portavoce, Dmitrij Peskov, ribatte che Putin ha già definito inconcludente l’opzione del congelamento, affermando che non funzionerà.
"Il presidente ha già detto che qualche opzione per congelare questo conflitto non è adatta a noi. È importante per noi raggiungere i nostri obiettivi, che sono ben noti a tutti", ha detto Peskov ai giornalisti.
Nel mese di giugno, il presidente russo aveva proposto una soluzione pacifica per il conflitto con Mosca, avrebbe immediatamente cessato i combattimenti e dichiarato la propria disponibilità ai negoziati dopo il ritiro delle truppe ucraine dal territorio delle nuove regioni della Russia. Inoltre, Kiev avrebbe dovuto dichiarare la sua rinuncia all'intenzione di aderire alla NATO, effettuare la smilitarizzazione e la denazificazione, nonché accettare uno status neutrale, non allineato e privo di nucleare.
Appare tuttavia chiaro che la prosecuzione della guerra convenzionale non porterà a Kiev alcun risultato, al di là di ulteriori cessioni territoriali e perdite incalcolabili di vite umane, condotte al mattatoio della prima linea.
A questo proposito, il generale Valeriy Zaluzhny, in visita alle truppe ucraine in una base di addestramento britannica, non ha lasciato spazio a speranze che non contemplino un eroico e cieco sacrificio al sacro Moloch della guerra.
"Abbiamo una sola Ucraina. Nessuno tranne noi la difenderà. Ricorda che la guerra diventa ogni giorno sempre più crudele. Non lascia praticamente alcuna possibilità di sopravvivenza. Impara a non aver paura della morte, a non aver paura di guardare il nemico negli occhi", ha detto l'attuale ambasciatore in Regno Unito.
Il New York Times riporta che le forze armate di Kiev stanno attraversando una grave carenza di risorse e di comandanti esperti. Gli stessi militari hanno affermato che in alcune zone del fronte le forze armate russe sono più di sei volte più numerose e che spesso si trovano ad affrontare situazioni critiche come l’accerchiamento e la mancanza di rifornimenti.
Nemmeno l'autorizzazione di Biden agli attacchi a lungo raggio, salvo giustificare un'escalation, potrebbe cambiare l'esito infausto del conflitto. Bloomberg riferisce che gli alleati di Kiev sono scettici del fatto che decisione cambierà gli equilibri di potere sul campo di battaglia.
"I funzionari alleati non si aspettano che l'ultima autorizzazione abbia... un impatto, almeno per ora, o cambi radicalmente l'equilibrio in un conflitto in cui le truppe ucraine hanno perso terreno negli ultimi mesi", si legge nella pubblicazione. Anche il New York Times, citando funzionari americani e analisti militari, sostiene che difficilmente ciò influenzerà il corso del conflitto ucraino.
Lo stesso Volodymyr Zelensky, ha ammesso in un’intervista a Fox News, che l’Ucraina non ha abbastanza forza per restituire la Crimea con mezzi militari.
"Non possiamo permettere che decine di migliaia di persone muoiano per restituire la Crimea”, ha osservato, riconoscendo come la cessazione dell’assistenza militare statunitense a Kiev porterebbe inevitabilmente alla sconfitta dell’Ucraina.

Foto di copertina © Imagoeconomica

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