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Zelensky: abbiamo gli ATACMS e li useremo. L’ex assistente del Pentagono, Stephen Bryan: basi Nato sotto tiro dopo l’ok di Biden 

Il continente europeo non è mai stato così vicino all'abisso. L'ultima mossa di Biden, che consente attacchi a lungo raggio in territorio russo, rappresenta l'ultimo colpo di coda del "partito della guerra" che vuole lo scontro totale con Mosca. La miccia è già stata innescata.
Secondo il Financial Times, che cita fonti informate, nel millesimo giorno del conflitto ucraino, Kiev ha colpito un obiettivo militare all’interno della Russia utilizzando missili ATACMS.  Il raid ha interessato un grande arsenale di armi vicino alla città di Karachev, nella regione russa di Bryansk, a più di 115 chilometri dal confine con l'Ucraina e 190 chilometri a nord della linea del fronte nella vicina regione di Kursk.
Il Ministero della Difesa russo ha confermato l’incursione, precisando che cinque dei sei missili sono stati abbattuti grazie ai sistemi di difesa aerea S-400.
"Stasera, alle 3:25, il nemico ha colpito un impianto nella regione di Bryansk con sei missili balistici. Secondo dati confermati, sono stati utilizzati missili tattici operativi ATACMS di fabbricazione americana", ha precisato il dipartimento.


La nuova dottrina nucleare russa

Nel frattempo, Vladimir Putin, proprio nella giornata di oggi, si è affrettato ad approvare i nuovi “Fondamenti della politica statale nel campo della deterrenza atomica”, che consente una risposta nucleare agli attacchi delle forze armate ucraine con missili occidentali.
Il suddetto documento – a sostituzione del precedente approvato a giugno 2020 - stabilisce che "contenere un potenziale nemico che possa aggredire la Russia e i suoi alleati è una delle massime priorità del governo".
A questo scopo "la politica statale della Russia nel campo della deterrenza nucleare è di natura difensiva" e disciplinata nei seguenti termini:

-L’aggressione contro la Russia o i suoi alleati da parte di uno stato non nucleare con il sostegno di uno stato nucleare è considerata un attacco congiunto.

-La Russia si riserva il diritto di utilizzare armi nucleari in risposta all’uso di armi di distruzione di massa contro di essa o contro i suoi alleati".

-La Russia considera le armi nucleari come un mezzo di deterrenza, il cui utilizzo è una misura estrema e necessaria.

Sono ore decisive e ogni ulteriore decisione avventata potrebbe risultare fatale. All’interno della Nato ne è convinto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, secondo cui l’Alleanza dovrebbe prestare attenzione alla decisione della Russia di cambiare la sua dottrina nucleare.
"Penso che la dichiarazione della Russia sia innanzitutto una misura presa contro le armi convenzionali […] questo passo compiuto dalla Russia […] dovrebbe essere esaminato dai funzionari della NATO", ha detto, avvertendo che i missili utilizzati dall'Ucraina potrebbero far "andare lontano" la situazione e ha chiesto una soluzione pacifica del conflitto.  
Il segretario generale dell’Organizzazione del trattato dell'Atlantico del Nord, Mark Rutte intanto tergiversa: “Sono sempre stato dell’idea” che è preferibile “non parlare troppo di quello che facciamo e di quello che non facciamo” sul piano militare, ha dichiarato, specificando che “la Nato ha sempre detto che, quando gli Alleati consegnano sistemi d’arma all’Ucraina, è meglio non porre restrizioni”, dice, ma “sta ai singoli alleati decidere che cosa fare”.


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Volodymyr Zelensky


Zelensky: abbiamo gli ATACMS e li useremo

Zelensky intanto si mostra spavaldo e sprezzante del pericolo nel suo intervento alla Rada, dove ha annunciato le linee generali del “Piano di resilienza”, con la promessa di presentarlo in dettaglio a dicembre. Il presidente ha riaffermato la ferma posizione dell'Ucraina sulla salvaguardia della propria sovranità e sull'integrità territoriale, sottolineando che non ci saranno concessioni su questi temi. Ha escluso la possibilità di elezioni durante la guerra e ha confermato che non ci sarà una riduzione dell'età di mobilitazione, pur prevedendo incentivi per chi si arruola volontariamente. 
Sui missili a lungo raggio, senza menzionare i fatti di Bryansk, ha dato assicurazioni concrete su un loro futuro utilizzo. 
"Scusate, senza dettagli inutili. L'Ucraina ha capacità a lungo raggio. L'Ucraina ha droni a lungo raggio di propria produzione. Ora abbiamo anche i Neptune … gli ATACMS. E lì useremo tutti”, ha sottolineato il leader ucraino, specificando che il Paese sta lavorando per garantire che tutti i paesi sostengano la decisione di rafforzare il nostro Stato con armi a lungo raggio. 
Il governo tedesco intanto, in un sussulto di lungimiranza, si smarca dalla decisione di Washington e rifiuta ancora con fermezza l’ipotesi di consegnare i sistemi a lunga gittata Taurus, caratterizzati da una gittata di 500 km. È quanto ha detto il portavoce del cancelliere tedesco Olaf Scholz, Wolfgang Buechner, rispondendo alle domande alla conferenza stampa di governo a Berlino. Scholz ha sempre ripetuto che non consegnerà i panzer richiesti dall'Ucraina.
Nel frattempo è il popolo ucraino a prendere sempre più le distanze dal piano bellico di resilienza fino all’ultimo uomo. Secondo i sondaggi Gallup, condotti nell’agosto e nell’ottobre 2024, il 52% degli ucraini auspica una rapida fine della guerra attraverso i negoziati.
E solo il 38% ritiene che il proprio Paese debba continuare a lottare fino alla vittoria. Nel 2022, questa cifra era del 73%. L'anno successivo scese al 63%.


Lavrov sui recenti attacchi a Bryansk: vogliono l’escalation del conflitto

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, commentando l’attacco ucraino ha ben chiarito la gravità della situazione.  "Il fatto che stanotte gli ATACMS siano stati utilizzati ripetutamente nella regione di Bryansk è, ovviamente, un segnale che vogliono un’escalation. È impossibile usare questi missili ad alta tecnologia senza gli americani, lo ha detto più volte Putin. Lui ha messo in guardia su come cambierebbe la nostra posizione se venisse approvata l'autonomia di cui si discute adesso, fino a 300 km", ha detto il diplomatico ai giornalisti.
Effettivamente, la rottura delle restrizioni sui missili a lungo, lungi dal garantire una nuova svolta favorevole a Kiev, appare come un disperato tentativo di salvare la faccia dalla disfatta con una guerra totale che inibisca le future azioni di Trump.
Bloomberg riferisce che gli alleati di Kiev sono scettici del fatto che decisione cambierà gli equilibri di potere sul campo di battaglia.
"I funzionari alleati non si aspettano che l'ultima autorizzazione abbia... un impatto, almeno per ora, o cambi radicalmente l'equilibrio in un conflitto in cui le truppe ucraine hanno perso terreno negli ultimi mesi", si legge nella pubblicazione. Anche il New York Times, citando altrettanti funzionari americani e analisti militari sostiene come, difficilmente, ciò influenzerà il corso del conflitto ucraino.
D'altro canto, le basi NATO sono già state prese di mira da Mosca da quando la Casa Bianca all'Ucraina ha consentito l’uso degli ATACMS in profondità nella Russia. Ne scrive l'ex vice assistente del Pentagono, Stephen Bryan, in un articolo per Weapons and Strategy.
A seguito della decisione errata di Biden, la Russia ora ha molte opzioni: può attaccare le basi statunitensi e NATO al di fuori dell’Ucraina, ad esempio in Polonia”, ha avvertito l’esperto, sottolineando che l'uso dei missili americani da parte degli ucraini non cambierà né il corso del conflitto né il suo esito, ma potrebbe portare a spiacevoli sorprese.
Ora la prossima mossa spetta a Putin. Si farà trascinare dall’onda dell’escalation?

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