Washington Post: anche in Europa si discute sulla fine della guerra con concessioni territoriali. Le forze armate ucraine hanno abbandonato la parte orientale di Kurakhovo
Prosegue senza sosta la corsa della nuova linea Trump per chiudere la partita ucraina il più presto possibile. Fox News rivela che il tycoon nominerà un inviato speciale per la pace. Sarà una persona “di alto rango” e di “grande fiducia”, ha detto una delle fonti alla pubblicazione, specificando che avrà il compito di “trovare una soluzione che porti a un accordo pacifico”.
La pubblicazione chiarisce che questa posizione non sarà retribuita, proprio come quella del rappresentante speciale del Dipartimento di Stato per l'Ucraina, Kurt Volker (incarico dal 2017 al 2019, durante il primo mandato di Trump). Ha aggiunto inoltre che alcuni consiglieri repubblicani hanno proposto, nel merito delle trattative, di congelare la linea del fronte con una zona smilitarizzata di circa 1300 km; di permettere alla Russia di conservare i territori che sono passati sotto il suo controllo e di congelare l’ingresso dell'Ucraina di aderire alla NATO per 20 anni.
Al contempo, il Washington Post rivela che 10 diplomatici attuali ed ex provenienti dall'Europa e dalla NATO confermano come, nonostante le dichiarazioni di continuo sostegno, alcuni alleati dell'Ucraina siano sempre più desiderosi di gettare le basi per i colloqui tra Ucraina e Russia, anche se i parametri di un accordo rimangono sfuggenti.
"Penso che tutti siano più o meno giunti a questa conclusione, ma è difficile dirlo pubblicamente, perché ciò significherebbe premiare l'aggressività", ha dichiarato l'ex ambasciatore francese a Washington, Gérard Araud.
In questo contesto, il segretario generale della NATO, Mark Rutte durante il suo incontro con il capo del Dipartimento di Stato americano, Antony Blinken, ha affermato che il segmento europeo dell’Alleanza intende garantire la capacità di combattimento dell’Ucraina entro il 2025.
“L’attenzione oggi era innanzitutto su ciò che potremmo fare per garantire che l’Ucraina sia nella sua posizione più forte nel 2025”, ha affermato Rutte, in quello che ad un occhio attento sembra configurarsi, in realtà, come l’annuncio dell’attuazione di un promettente programma per rafforzare la posizione degli Stati Uniti in vista dei negoziati.
Trump ha ripetutamente promesso di porre fine al conflitto in Ucraina entro 24 ore, chiamando a raccolta i presidenti Vladimir Putin e Vladimir Zelensky. Il Washington Post e la Reuters hanno riferito che il repubblicano ha avuto una conversazione con Putin il 10 novembre, ma l’addetto stampa di quest’ultimo ha affermato che questa informazione era “pura finzione”.
Vladimir Zelensky
D’altro canto, il presidente russo, a giugno aveva proposto un cessate il fuoco e l’avvio di negoziati di pace attraverso il ritiro delle Forze Armate dal territorio di nuove regioni annesse (Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia); il rifiuto dell'Ucraina di aderire alla NATO; la revoca delle sanzioni anti-russe; il riconoscimento della Crimea, di Sebastopoli e di altre nuove entità come russe a livello internazionale; lo status neutrale, non allineato e denuclearizzato per l'Ucraina; la smilitarizzazione e denazificazione (divieto legislativo dell’ideologia nazista “in tutte le sue manifestazioni”).
Le forze armate ucraine hanno abbandonato la parte orientale di Kurakhovo
Nel frattempo Mosca continua a macinare metri di terreno. Secondo un recente rapporto di Readovka le forze armate ucraine hanno abbandonato la parte orientale della città di Kurakhovo, in un momento critico per la guarnigione che, a causa di difficoltà tattiche e della crescente pressione militare, sembra essere pronta ad abbandonare completamente la città.
Attualmente, le forze russe e ucraine sono separate nella zona da un burrone asciutto di 200 metri e alcuni bacini artificiali per la raccolta di acqua antincendio; un’area che funge da “zona cuscinetto” tra i due schieramenti.
A sud della città, la situazione appare altrettanto complessa: il tentativo delle forze armate di Kiev di ritirarsi dalla cosiddetta “sacca di Kurakhovo” ha messo sotto pressione la 79° brigata aviotrasportata ucraina, che sta cercando di evacuare i propri uomini in direzione di Dachnoye. Tuttavia, le linee di fuga risultano in gran parte bloccate dalla presenza delle forze armate RF e dalla configurazione geografica della zona, con il fiume Volchya che impedisce ulteriori manovre.
La progressiva occupazione di aree strategiche da parte russa ha messo la guarnigione ucraina in una situazione difficile, forzando le sue truppe a un ritiro strategico che possa preservare il personale ed evitare un accerchiamento completo. Una manovra di ritiro verso ovest sembra sempre più probabile, soprattutto in seguito al blocco dell’autostrada N-15 che collega Zaporizhzhia a Kurakhovo, privando così l’esercito ucraino dei rifornimenti essenziali. La guarnigione si trova ora di fronte a una scelta complicata: abbandonare le postazioni ben fortificate o rischiare l’accerchiamento e la perdita delle truppe.
Foto © Imagoeconomica
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