Alcuni consiglieri del tycoon: territori alla Russia, zona smilitarizzata e sospensione dell'integrazione ucraina alla Nato per 20 anni. Zelensky: “Inaccettabile per l’Ucraina”
Arrivano nuove indiscrezioni sulle possibili azioni di Trump nei confronti del conflitto insanabile tra Kiev e Mosca, ormai prossimo ad un epilogo non certamente favorevole alla NATO, salvo l'opzione Terza Guerra Mondiale.
A parlare questa volta sono i consiglieri del tycoon che rivelano al Wall Street Journal come il vincitore alle presidenziali americane intenda congelare il conflitto in Ucraina, lasciando circa il 20% del territorio alla Russia e sospendendo temporaneamente i tentativi di Zelensky di aderire all’Alleanza.
"Una delle opzioni proposte dall'ufficio di transizione di Trump (...) includerebbe la promessa di Kiev di non aderire alla NATO per almeno 20 anni. In cambio di ciò, gli Stati Uniti continueranno a rifornire di armi l'Ucraina", afferma la pubblicazione, specificando che dopo il congelamento lungo la linea del fronte, si propone di istituire una zona smilitarizzata di 1.287 chilometri tra le truppe dell'Ucraina e della Federazione Russa. Rimane tuttavia incerto chi dovrebbe presidiarla, con l’idea di introdurre forze di pace senza coinvolgere truppe statunitensi o strutture finanziate dagli USA, incluse quelle delle Nazioni Unite.
Al contempo, è emerso il tema delle forniture militari a Kiev, la cui responsabilità sarebbe indirizzata totalmente verso l’Europa.
“Possiamo fornire formazione e altro sostegno, ma la canna dell’arma sarà europea… Non invieremo uomini e donne americani per mantenere la pace in Ucraina. E non lo paghiamo noi. Lasciamo che lo facciano i polacchi, i tedeschi, gli inglesi e i francesi”, ha detto un membro della squadra di Trump.
L'onere della Difesa con annessi costi di futuri conflitti ricadranno dunque tutti sul vecchio continente. In questo contesto, il nuovo segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha dichiarato, a margine del summit della Comunità Politica Europea a Budapest, che è “assolutamente chiaro” che i Paesi della NATO dovranno spendere “ben oltre il 2% del PIL” nella Difesa.
Ambizioni che si scontrano però con la dura realtà: diversi Paesi dell’Alleanza, inclusa l’Italia, sono ancora lontani dal target del 2% fissato nel 2014 in Galles, che si sarebbe dovuto raggiungere entro il 2024. L’Italia, tramite il ministro della Difesa Guido Crosetto, ha ribadito il proprio impegno nel rispettare gli accordi, ma ha anche chiarito che attualmente non è disposta a superare quella soglia, citando le limitazioni imposte dalle regole del nuovo Patto di Stabilità dell’Unione Europea, che frenano la spesa militare. Anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, durante un’audizione sul bilancio, ha spiegato che, nonostante gli stanziamenti già previsti, l’obiettivo del 2% richiesto dalla NATO è “molto ambizioso e non pienamente compatibile” con il quadro attuale della governance europea. Ha specificato che, sulla base del disegno di legge di bilancio, l’Italia arriverà all’1,57% nel 2025, all’1,58% nel 2026 e all’1,61% nel 2027.
Nel mentre Kiev, si mostra scettica nei confronti di queste rivelazioni e per bocca del consigliere di Volodymyr Zelensky, Dmitry Litvin, ha dubitato dell'attendibilità dei dati del Wall Street Journal sui piani della squadra di Donald Trump.
"In generale, possiamo dire che i veri piani dei presidenti difficilmente verranno annunciati sui giornali... Ci sono sempre molte falsità sui giornali", ha detto Litvin alla pubblicazione ucraina Zerkalo Nedeli.
Di concerto, il leader ucraino, ha ancora completamente blindato l'ipotesi di fare concessioni di alcun tipo a Mosca “Dal vertice della Comunità politica europea in Gran Bretagna a luglio, si è parlato molto della necessità di cedere a Putin, di fare marcia indietro, di fare delle concessioni. E alcuni di voi qui presenti hanno fortemente sostenuto che l’Ucraina facesse delle ‘concessioni’ a Putin. L’ipotesi è del tutto irricevibile per Kiev: “È inaccettabile per l’Ucraina e un suicidio per tutta l’Europa”, ha detto Zelensky, senza scomporsi.
È tuttavia evidente che il piano della vittoria del leader ucraino appartiene ormai al vuoto pneumatico di una dimensione completamente distaccata dalla realtà.
La NATO ammette che Kiev sta perdendo nel conflitto, e la vittoria alle elezioni presidenziali americane di Donald Trump, non fa altro che aumentare le preoccupazioni sull'Ucraina, scrive la rivista Foreign Policy.
"Fonti (dell’Alleanza – ndr) e funzionari della sicurezza occidentali concordano quasi universalmente sul fatto che l'Ucraina sta lentamente perdendo la guerra e che questo inverno sarà importante", si legge nella pubblicazione.
Il tenente colonnello in pensione dell'esercito americano, Daniel Davis, ha addirittura suggerito che le truppe AFU potrebbero crollare sul campo di battaglia prima di gennaio.
"La Russia continua a muoversi metodicamente e ad un ritmo accelerato verso ovest, e non vedo alcuna ragione per cui ciò cambierà <...> È possibile che la parte ucraina possa letteralmente crollare a gennaio", ha osservato Davis sul canale YouTube Deep Dive.
Secondo l’esperto, le azioni di Kiev hanno portato solo a perdite ancora maggiori, sia territoriali che umane e , allo stesso tempo, “tutti i tentativi degli Stati Uniti di influenzare la situazione sono falliti”.
"Nel mese di ottobre, l'esercito russo ha conquistato più territori che nell'intero 2022, cioè è difficile immaginare che ciò sia accaduto in un solo mese e che tale ritmo continui", ha concluso l'ufficiale.
Foto © Imagoeconomica
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