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Il ministro degli Esteri russo: I paesi occidentali ostacolano lo sviluppo di un mondo multipolare. Mosca continua l’avanzata verso Kurakhovo

Da Mosca arrivano proiezioni funeree per il futuro dell'Europa, sempre più imbrigliata nella retorica di una guerra totale ineluttabile. Solo pochi giorni fa è stato pubblicato un report sulla Difesa secondo cui il vecchio continente dovrebbe investire il 20% del suo bilancio per contribuire alla sicurezza dalle aggressioni esterne, promuovendo, a compendio, un programma di sopravvivenza di 72 ore per la popolazione in caso di emergenza.
Secondo il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, in una situazione in cui Mosca avanza sul fronte orientale ucraino, l'Occidente considera la possibilità di una partecipazione diretta dell'Europa e della NATO alla guerra contro la Federazione Russa.
"Oggi gli anglosassoni si aspettano di sconfiggere il nostro paese per mano del regime di Kiev, proprio come Hitler, riunendo la maggior parte dei paesi europei sotto la bandiera nazista. E, come opzione di riserva nel caso in cui il regime di Zelensky fallisse, stanno preparando l’Europa continentale a lanciarsi in un’avventura suicida ed entrare in un conflitto armato diretto con la Russia", ha detto Lavrov al simposio internazionale sulla fantascienza “Creare il futuro”.
Il giorno prima, il presidente ceco, Petr Pavel, aveva dato il permesso a sei dozzine di cittadini del suo paese di unirsi alle unità ucraine. 180 sarebbero le richieste da parte dei cechi per partecipare al conflitto armato a fianco delle forze armate ucraine.
Misure che vengono diramate mentre l’Occidente accusa la Russia di aver inviato truppe nord-coreane per combattere al fronte di Kursk. Circostanze che, stando alle parole del presidente Joe Biden, determinerebbero l’approvazione da parte dell’amministrazione Usa, degli attacchi in profondità in territorio russo.
Alzando lo sguardo sul lungo periodo, al di là della catastrofe Ucraina, il vecchio continente si proietta sempre più verso l’obiettivo di divenire la terra sacrificale, atta a contenere, sbilanciare e destabilizzare Mosca, come stabiliva un celebre report del thank tank statunitense, Rand Corporation nel lontano 2019.
Qualche mese fa una dichiarazione congiunta di Berlino e Washington, pubblicata a margine di un vertice NATO, annunciava lo schieramento, a partire dal 2026, di missili a lungo raggio sul territorio tedesco. Si tratta, come chiarito dalla Casa Bianca, dei sistemi Tomahawk ed SM6 per dimostrare l’impegno degli Stati Uniti nei confronti dell’Alleanza Atlantica e il suo contributo alla deterrenza integrata europea.
Misura che aveva suscitato subito l’ira del Cremlino, in quanto non detentrice di analoghi sistemi “dissuasivi” puntati sugli Stati Uniti. Ad un simile scenario si era assistito quando i missili Pershing II, progettati per trasportare testate nucleari, furono schierati dall’esercito statunitense nelle basi americane nella Germania Occidentale a partire dal 1983, allarmando l’allora leadership sovietica. Furono ritirati con l’introduzione del Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF) nel 1988, da cui Washington si ritirò deliberatamente nel 2019.
Proiezioni future che rievocano il celebre dilemma della sicurezza di John Hertz, esposto già nel 1950: gli Stati, temendosi a vicenda, cercano di accrescere il proprio potere. Nel far ciò, rendono insicuri gli altri Stati, i quali reagiscono impiegando la stessa strategia offensiva.


I Brics rompono l’ordine unipolare del dollaro

Lavrov ha proseguito il suo dibattito denunciando come i principi di coesistenza degli Stati in un mondo multipolare “procedano lentamente” per colpa del blocco Atlantico.
"L'Occidente sta ancora cercando di ottenere vantaggi unilaterali per sé stesso, non disdegnando alcun metodo, incluso, lo sottolineo con particolare rammarico, la privatizzazione dei segretariati delle organizzazioni internazionali", ha affermato, puntando poi il dito sul dollaro, come strumento per “sopprimere e punire i concorrenti”. Secondo lui, la moneta si è trasformata in un'“arma” e l'Occidente l'ha “condannata” come mezzo di pagamento internazionale.
Il dollaro è infatti la principale valuta di riserva mondiale, in quanto principale moneta di scambio per le materie prime che obbliga i Paesi emergenti a detenerne sempre quote significative.
Ma l’asse del potere sta cambiando rapidamente. Mosca sta intensificando la cooperazione con i Paesi del Sud e dell’Est globale. Secondo Lavrov, entro la fine del 2024, la quota dei Paesi BRICS nel prodotto interno lordo mondiale, misurata a parità di potere d’acquisto, raggiungerà il 37%, superando quella del "Gruppo dei Sette," che si attesterà al 30%. Il ministro degli Esteri russo ha inoltre sottolineato che negli scambi della Russia con i Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) e dell’Unione Economica Eurasiatica, le valute nazionali rappresentano ora oltre il 90% delle transazioni, mentre con i Paesi BRICS questa quota è al 65%.


Mosca continua l’avanzata verso Kurakhovo

Nel frattempo al fronte continua l’avanzata russa verso Kurakhovo. Le forze armate RF stanno sfondando le difese ucraine a sud per bloccare le linee di rifornimento della città da ovest. Secondo le mappe aggiornate degli analisti ucraini del gruppo DeepState, che lavora per la Direzione principale d’intelligence ucraina, la distanza tra la linea del fronte nella zona di Yasnaya Polyana e Razliv è ora di circa 6 chilometri, mentre ieri era superiore a 8. Un portavoce delle forze armate ucraine, soprannominato “Muchnoy”, ha riferito che l’avanzata russa in direzione di Razliv continua e che i combattimenti per questa località sono imminenti.
A nord di Kurakhovo, DeepState segnala inoltre un’avanzata russa verso Voznesenka, mentre altre fonti ucraine riportano che il villaggio di Ilyinka è ormai "quasi perduto". Anche Mosca afferma di aver preso il controllo dell’insediamento e di aver attaccato il vicino villaggio di Berestki, rivendicando inoltre la liberazione di Novodmitrovka e gran parte di Novoselidovka, sebbene queste conquiste non siano state confermate dall’Ucraina.
Nel frattempo, "Muchnoy" ha aggiunto che le truppe russe stanno esercitando pressione sugli avamposti ucraini nell'area di Novodmitrovka-Voznesenka. "Cercheremo di resistere, altrimenti la linea di difesa qui rischia di cedere rapidamente, portando a un possibile accerchiamento di Kurakhovo," ha concluso.

Foto © Imagoeconomica

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