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Il commento di Alessandro Orsini sulla strategia di Zelensky e sul timore degli Stati Uniti di una possibile escalation

“Zelensky propone di sconfiggere la Russia, la Cina e la Corea del Nord con qualche Tomahawk in territorio russo. Perché Zelensky presenta un numero così grande di idee assurde?”. È la domanda che si pone Alessandro Orsini sul Fatto Quotidiano in merito alla richiesta fatta dal presidente ucraino di poter utilizzare i missili Tomahawk, missili da crociera che possono raggiungere fino a 2.400 km di distanza, arrivando dunque a colpire in profondità il territorio russo. Una scelta rischiosa, soprattutto considerando le pesanti perdite subite dall’Ucraina, sia in termini territoriali che umani. Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti, ha respinto la richiesta del presidente ucraino, nonostante la promessa di Zelensky di usarli solo se Putin si rifiutasse di fermare la guerra. “Biden ha ribadito il suo diniego - ha spiegato Orsini - poiché sa che per ogni proiettile della NATO lanciato contro la Russia, la Russia ne risponde con dieci contro l’Ucraina - prosegue -. Ha capito anche che la Russia, se colpita a fondo, risponderebbe attaccando le basi americane. Questo mentre l’Iran promette un nuovo bombardamento su Israele e Kim Jong-un testa il suo missile intercontinentale, in volo per 86 minuti prima di inabissarsi nel Mar del Giappone. È il messaggio di Kim a chi pensa di punirlo per l’invio di soldati a Kursk”. A complicare il quadro, e in svantaggio per l’Occidente, anche il supporto incondizionato della Cina alla Russia. Pechino ha dichiarato che Corea del Nord e Russia “possono fare tutti gli accordi che vogliono” e - ha ribadito Orsini - sostiene che la guerra in Ucraina sia colpa della NATO. Zelensky, consapevole di una sconfitta ormai certa, “deve preparare il terreno per dire: ‘Cari concittadini, avrei potuto sconfiggere la Russia, ma gli Stati Uniti mi hanno negato i missili’”. Secondo Orsini, la scelta migliore per il presidente ucraino dovrebbe essere quella di accettare apertamente la sconfitta, rassegnandosi anche alla perdita dei territori conquistati dall’esercito russo. Una realtà che andrebbe raccontata dai media occidentali. “Invece, la narrazione dominante in Italia sostiene ancora che la NATO debba escludere la diplomazia e inviare solo armi”. I media italiani - ha sottolineato - “usano idealismo e realismo a seconda della convenienza. Per giustificare le violazioni dei diritti umani da parte delle democrazie occidentali ricorrono al realismo: ‘La politica internazionale funziona così’. Quando invece devono giustificare errori strategici, come quello di spingere l’Ucraina in una guerra totale con la Russia, ricorrono all’idealismo: ‘Non è giusto che la Russia abbia invaso l’Ucraina. È una questione di principi etici’”.

Foto © Imagoeconomica

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