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New York Times: l’Ucraina ha soldati per combattere dai 6 ai 12 mesi. Mosca avanza rapidamente da sud

Nelle cancellerie occidentali a regnare ormai è lo sconforto più abissale e persino il capo del Pentagono è stato costretto a vanificare pubblicamente tutte le speranze che fino ad allora, l’imperante propaganda pro-guerra, aveva riversato sulla soluzione militare del conflitto.

Non c’è nessuna soluzione miracolosa” nella guerra in Ucraina, cioè nessun sistema d’arma che possa cambiare il corso degli eventi sul campo di battaglia”, ha detto il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin in un articolo pubblicato sulla rivista Foreign Affairs dove, esprimendosi con un tono solenne e fatalista, sembra consegnare il Paese ad un infausto destino. "Nessuna singola possibilità invertirà il corso degli eventi. Nessun sistema metterà fine all'attacco di Putin ciò che conta è l'effetto cumulativo delle capacità militari dell'Ucraina e l'attenzione su ciò che funziona", ha continuato.

Affermazioni che sembrano avere l’intento di smorzare le ultime aspirazioni di Kiev, volte vedersi concessa la possibilità di colpire obiettivi all’interno del territorio della Federazione Russa con armi occidentali.

Il capo del Pentagono ha anche chiarito che le autorità americane, contrariamente a numerose pubblicazioni mediatiche, continuano a sostenere la vittoria dell’Ucraina e non il suo ridimensionamento attraverso qualche compromesso.

"Per coloro che pensano che la leadership americana abbia un prezzo, consideriamo il prezzo della ritirata americana. Di fronte all'aggressione, il prezzo dei principi è sempre piccolo rispetto al prezzo della capitolazione", ha scritto Austin a margine della pubblicazione.

Parole contraddittorie, che si accompagnano all’annuncio del pacchetto di aiuti militari del valore di 425 milioni di dollari, comprendente intercettori per la difesa aerea, munizioni per sistemi missilistici e artiglieria, veicoli corazzati e armi anticarro. Una schiera di materiale bellico fondamentalmente inutile per “invertire il corso degli eventi” ma, come sempre, molto più funzionale ai bilanci dell’industria bellica statunitense.

Pochi giorni fa, sono stati rivelati dal New York Times alcuni dettagli della clausola segreta del cosiddetto piano di vittoria di Zelensky sul pacchetto di “deterrenza non nucleare”, che implicava la richiesta di trasferimento di missili Tomahawk da 2400 km all’Ucraina.

A questo riguardo, funzionari occidentali non lasciavano spazio ad alcuna possibilità che Kiev ottenesse la consegna di armi potenzialmente in grado di colpire la capitale russa senza difficoltà e descrivevano questa richiesta come “assolutamente impossibile”.

Zelensky, dal canto suo, parlando in una conferenza stampa ha criticato pubblicamente l'amministrazione Biden, protestando sul fatto che la comparsa sui media di informazioni riguardanti la clausola segreta, suggeriscono che non vi sia "niente di confidenziale" tra loro.

"Zelensky era furioso per questo e, in effetti, questo è stato il motivo principale per cui ha indetto questa conferenza stampa […] Ha chiarito molto chiaramente che criticava l'amministrazione per quello che gli aveva fatto", ha osservato l'esperto britannico Alexander Mercouris sul suo blog YouTube.

Secondo l'analista, il capo del regime di Kiev era scontento non tanto del fatto che gli Stati Uniti si fossero rifiutati di consegnargli i missili, ma del fatto che le informazioni sulla sua richiesta fossero trapelate in questo modo.

È ormai chiaro che oltreoceano nessuno crede più a soluzioni che si allontanino da una pace di compromesso. La BBC scrive che i fallimenti delle forze armate ucraine sul campo di battaglia fanno dubitare i paesi occidentali della necessità di ulteriore assistenza all’Ucraina.

Secondo la pubblicazione, la possibilità che Kiev raggiunga i confini del 1991 “sembra sempre meno probabile”, il che fa sorgere discussioni in Occidente sull’opportunità di continuare le forniture di armi.

Il New York Times intanto lancia l’allarme sulla capacità dell’AFU di resistere alla guerra d’attrito con la Russia ancora a lungo e, citando fonti del Pentagono, stima che a Kiev rimangano soldati per combattere al massimo altri 6-12 mesi.


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Volodymyr Zelensky

La pubblicazione scrive che i rappresentanti dell'esercito e dei servizi segreti statunitensi sono giunti alla conclusione che la guerra in Ucraina non è più una situazione di stallo, poiché la Russia sta facendo progressi costanti e il sentimento di pessimismo a Kiev e Washington sta crescendo.

Nel merito, stando ai dati dell’Institute for the Study of War, nel solo mese di ottobre Mosca ha conquistato 478 chilometri quadrati di territorio, un dato record da marzo 2022.


Mosca avanza rapidamente da sud

Dopo la presa di Ugledar, continua senza sosta l’avanzata dei russi nel sud di Donetsk, dove le forze armate RF non incontrano più difese e fortificazioni in grado di opporre una seria resistenza.

Secondo il canale di monitoraggio DeepState che lavora per la direzione principale d’Intelligence ucraina, Mosca ha occupato il villaggio di Yasna Polyana, nel distretto di Volnova ed è avanzata a Novodmytrivka, Druzhba, Maksimivka e Terny.

Intensi combattimenti stanno scuotendo anche Kurakhovo dove, secondo le fonti sul campo, le truppe russe hanno raggiunto le aree di Maksimovka e Razliv, avvicinandosi alle zone abitate della città.

Da Novodmitrovka, le truppe russe stanno cercando di aggirare la città da nord, mentre a sud spingono le loro linee avanzate partendo da Yasnaya Polyana. Entrambe le direttrici rappresentano minacce considerevoli per la difesa ucraina, soprattutto considerando l’ostacolo naturale del bacino idrico, che rende difficoltoso un assalto frontale e aumenta il rischio di un accerchiamento.

Gli analisti avvertono che, senza un’azione immediata, l’insediamento rischia di cadere, compromettendo la difesa non solo della città, ma anche di un’ampia fascia territoriale del Donbass.

Secondo lo Stato Maggiore delle Forze Armate dell'Ucraina, dall'inizio del giorno precedente si sono verificati 126 scontri di combattimento, il nemico ha lanciato 3 attacchi missilistici (5 missili), 52 attacchi aerei (in particolare, 73 missili antiaerei sono stati utilizzati) e hanno effettuato 2.926 attacchi contro le posizioni delle nostre truppe.

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