New York Times: svolta dell’esercito russo facilitata dalla mancanza di fortificazioni
Il crollo completo è sempre più vicino e il clima elettorale statunitense non lascia spazio a scenari edificanti per l’Ucraina che ora si trova a scegliere tra la capitolazione militare la Terza Guerra Mondiale data dall’entrata della Nato nel conflitto.
Il Washington Post non lascia più spazio alle illusioni. “Entro il prossimo anno, la triste realtà del conflitto potrebbe portare a uno scenario in cui la Russia riuscirà in gran parte ad avere la meglio”, afferma la pubblicazione, secondo cui le forze di Kiev stanno cercando disperatamente di mantenere la linea nell’est del paese, ma “stanno perdendo terreno” e “le visioni di una vittoria assoluta stanno svanendo”. Anche il sostegno occidentale sta diminuendo. “L’industria occidentale non può produrre nulla di paragonabile alla quantità di proiettili di artiglieria di cui l’Ucraina ha bisogno”, ha osservato l’analista Anatol Lieven.
In sostanza, si fa sempre più tangibile la prospettiva che l’Ucraina accetti un compromesso con la Russia, concedendo territorio in cambio di alcune garanzie di sicurezza occidentali. Una prospettiva a cui Trump sarebbe favorevole, seguito dai suoi consiglieri, più aperti sulla necessità di dare priorità alle risorse strategiche statunitensi nei confronti della Cina e del Medio Oriente.
Ma a Kiev regna ancora una realtà parallela, allucinata, ormai confinata nelle oniriche elucubrazioni delle menti deviate della leadership del Paese.
“Se Trump, se vince, vuole porre fine alla guerra costringendo l’Ucraina a cedere i suoi territori, allora non ci riuscirà, ha detto Volodymyr Zelensky al canale televisivo sudcoreano KBS.
Il leader ucraino ha aggiunto che nel prossimo futuro, il Paese fornirà a Seul una grande richiesta di armi e sarà pronto a utilizzare l’operazione Kursk per porre fine alla guerra.
Discorsi lontani dalla realtà che talvolta si alternano a considerazioni più lucide sulla catastrofica situazione delle truppe al fronte: "Quando ricevo l'informazione che in una direzione il numero di truppe va da 1 a 8, quando la scelta diventa: restare e morire, allora, ovviamente, ritiratevi, ragazzi, salvate i soldati, salvate la gente", ha precisato, lamentando che il Paese ha ricevuto solo il 10% del pacchetto di aiuti votato dal Congresso degli Stati Uniti nel 2024 e i partner “non hanno fornito tutti i sistemi di difesa aerea promessi”.
Nel mentre, il New York Times segnala come, oltre alla carenza di soldati e di armi nelle truppe AFU, la “rapida” svolta dell’esercito russo in questi mesi sarebbe stata facilitata dalla mancanza di fortificazioni.
Ad esempio, dopo aver preso Ugledar, le forze armate RF sono avanzate di altri 10 km verso nord in appena una settimana, affrontando “un terreno aperto con sparse linee di difesa ucraine e diverse aree urbane dove le forze armate ucraine potevano prendere piede e offrire una forte resistenza”.
“I russi hanno da tempo superato la vecchia linea del fronte e i suoi vasti campi minati che hanno fermato le precedenti offensive su Ugledar nel 2023”, afferma Pasi Paroinen, esperto militare del gruppo finlandese Black Bird.
In questo quadro già colmo di criticità, il Paese ha inoltre “indebolito la sua posizione nel Donbass, trasferendo unità esperte da lì alla regione russa di Kursk”, scrive il NYT.
Altro fattore determinante, secondo, Vincent Tourre, analista della Fondazione francese per gli studi strategici, sono le bombe guidate, capaci di annientare le difese ucraine già fortemente indebolite.
Pressione russa lungo sul fronte orientale
Nelle ultime ore, la situazione nel Donbass è diventata estremamente critica, con le forze russe che continuano a guadagnare terreno, mettendo in crisi la resistenza ucraina lungo l’asse Kurakhovo-Selidovo. Secondo il canale di monitoraggio DeepState, che lavora per la direzione principale d’intelligence ucraina, l’esercito russo ha completato l’occupazione della città di Selidovo e di altri insediamenti strategici nel distretto di Pokrovsky, avanzando inoltre in direzione di Novoukrainka e Novodmitrovka.
La mappa militare dell’area, disegnata da DeepState, mostra un quadro preoccupante per le Difese della regione, con le truppe russe che hanno preso il controllo dei villaggi di Vishnevoye e Zoryanoye. Al contempo, continuano a muoversi a nord, minacciando i collegamenti vitali per l’approvvigionamento della città di Kurakhovo, soprattutto lungo la cosiddetta “strada della vita”, importante arteria logistica per le truppe ucraine.
A conferma di queste informazioni, fonti delle Forze armate ucraine riferiscono che la situazione in queste aree resta “la più calda,” con oltre 134 scontri avvenuti nelle ultime ore. Le forze russe hanno effettuato più di 3.800 attacchi contro le posizioni ucraine, inclusi 58 raid aerei e un attacco missilistico.
Nel distretto di Kurakhovsky, i russi stanno cercando di sfondare roccaforti ucraine verso i centri abitati di Trudovoye e Uspenovka, avanzando da sud, mentre le truppe AFU, guidate dalla 114° Brigata hanno cercato di difendere l’insediamento, ma gli scontri intensi e le continue incursioni di artiglieria hanno reso difficile mantenere posizioni stabili.
Secondo l’analista ucraino Bogdan Miroshnikov, la difesa ucraina nella regione è ormai fragile e i russi potrebbero ottenere accesso diretto verso Pokrovskaya, minacciando seriamente la linea di difesa e i collegamenti ucraini a sud-est del paese. L’occupazione di Yasnaya Polyana da parte dei russi, seguita dall’avvicinamento al villaggio di Razliv, lascia Kurakhovo potenzialmente isolata, priva di vie di rifornimento sicure e sotto il rischio di un accerchiamento.
Foto di copertina © Imagoeconomica
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