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L’Idf propone di ridimensionare l’offensiva, dimostrando il fallimento contro Hezbollah

Ore dopo l’approvazione della controversa legge che vieta all’Unrwa di operare nel Paese, Israele ha effettuato un massiccio bombardamento nel nord dell’enclave, continuando una campagna militare che da settimane coinvolge aree densamente popolate. Le forze israeliane hanno colpito un condominio a Beit Lahia, un quartiere a nord di Jabalia, dove sono state segnalate decine di vittime: secondo fonti locali, 93 palestinesi hanno perso la vita nell’attacco, tra cui donne e bambini. Il bilancio è in crescita, ha comunicato Ismail al-Thawabta, capo dell’ufficio stampa del governo di Gaza, poiché molti feriti non hanno potuto ricevere cure adeguate: l’ospedale Kamal Adwan, assediato dalle forze israeliane, ha infatti dovuto interrompere i servizi medici. Erano circa 200 gli sfollati che si trovavano all’interno dell’edificio bombardato. Numerosi sono i dispersi. Decine di persone si trovano ancora sotto le macerie, e le squadre di soccorso continuano a lavorare per recuperare i corpi nonostante le difficoltà causate dalle condizioni dell’assedio.

Dal fronte yemenita, invece, martedì mattina gli Houthi hanno lanciato un drone, poi esploso in una zona disabitata della città israeliana di Ashkelon, nel sud del Paese, senza causare vittime. Un altro drone, di presunta provenienza libanese, è stato intercettato ed esploso a Nahariya, una cittadina costiera nel nord di Israele. Nel frattempo, il Comando settentrionale dell’esercito israeliano ha dichiarato che la maggior parte degli obiettivi militari in Libano è stata raggiunta. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa israeliana Walla, l’Idf ha sollecitato il governo Netanyahu a considerare un’opzione diplomatica per porre fine al conflitto in corso. L’esercito sostiene di aver distrutto la maggior parte delle infrastrutture di Hezbollah vicino al confine, sequestrato o distrutto gran parte delle armi dell’organizzazione e ristabilito il controllo su importanti aree del sud del Libano.


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Benjamin Netanyahu


Questo “invito” ad una presunta tregua sul versante libanese tradisce in realtà l’estrema difficoltà di mantenere il versante attivo e coeso contro Hezbollah. L’aggressione in Libano, infatti, si sta rivelando più impegnativa del conflitto con Hamas a Gaza, a causa delle differenze geografiche e della struttura organizzativa di Hezbollah, che possiede una maggiore preparazione e consistenza militare. E mentre il conflitto prosegue, Hezbollah ha annunciato la nomina di Naim Qassem come successore di Hassan Nasrallah, leader storico dell’organizzazione, ucciso a settembre insieme al suo erede designato, Hashem Safieddine. Qassem, 71 anni, originario di Kfar Kila, è stato una figura di spicco nella gerarchia di Hezbollah dal 1991 e ha assunto ruoli pubblici dopo la morte di Nasrallah. Secondo fonti iraniane, il nuovo leader potrebbe aver lasciato il Libano per stabilirsi temporaneamente a Teheran, in seguito a un viaggio diplomatico a bordo dell’aereo del ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi.


La legge israeliana contro l’Unrwa e le reazioni internazionali

L’approvazione della legge che vieta all’Unrwa di operare nei territori israeliani ha suscitato una forte opposizione internazionale. L’agenzia americana Axios ha riportato che, durante una telefonata con il segretario di Stato americano Antony BlinkenBenjamin Netanyahu avrebbe cercato di attribuire l’iniziativa all’opposizione israeliana. Tuttavia, entrambe le leggi sono state approvate con larga maggioranza, segno dell’ampio consenso tra i partiti israeliani. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha definito la legge un duro colpo per i rifugiati palestinesi, ricordando che “la legislazione nazionale non può prevaricare sugli obblighi di Israele secondo la Carta dell’ONU e il diritto internazionale”. Ha inoltre annunciato che la questione verrà discussa in sede di Assemblea generale.
Anche diversi Paesi europei, tra cui Spagna, Slovenia, Irlanda e Norvegia, che recentemente hanno riconosciuto lo Stato di Palestina, hanno criticato la nuova legge. In una dichiarazione congiunta, questi governi hanno affermato che il mandato dell’Unrwa è essenziale per i rifugiati palestinesi e che la legislazione della Knesset costituisce “un precedente pericoloso” per tutte le organizzazioni multilaterali.

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