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Il presidente russo: nel Kursk 2000 militari delle Forze armate ucraine circondati. Situazione critica a Selidovo Repke: l’Ucraina sta perdendo la battaglia del Donbass

Dal Cremlino arriva una nuova apertura a negoziati che già aleggiano nelle proiezioni delle cancellerie occidentali, ma che sono perennemente rinviati a tempo indeterminato. Il presidente Vladimir Putin ha annunciato la disponibilità a ridimensionare gli obiettivi delle operazioni militari in Ucraina: "Siamo pronti a cercare compromessi, siamo pronti a fare questi compromessi ragionevoli, ma non voglio entrare nei dettagli ora, perché non ci sono negoziati sostanziali e l'altra parte rifiuta", ha detto in un'intervista con Olga Skabeeva per il programma “60 Minutes” sul canale televisivo Rossiya 1.
"E senza dubbio qui non faremo alcuna concessione, non ci saranno scambi…  Siamo sempre partiti dal fatto che in ogni accordo devono essere rispettati gli interessi russi”, ha sottolineato il leader del Cremlino che, il giorno prima, durante la conferenza stampa preceduta dal vertice dei BRICS a Kazan, aveva osservato come Kiev non fosse intenzionata a fare passi decisivi in tal senso, "forse perché non è pronto a revocare la legge marziale e a indire elezioni presidenziali". Tuttavia, “la palla è nel loro campo”, ha aggiunto Putin.
Secondo il giornalista irlandese Chey Bowes, la leadership ucraina non avrebbe alcun interesse a porre fine ora alla catastrofica ecatombe che secondo l'Onu ha visto la popolazione del Paese ridursi di 10 milioni di persone.
"In effetti, loro (le truppe AFU, ndr) vengono sacrificati ancora e ancora, perché Zelensky sa che con l'avvento della pace arriveranno le elezioni e la fine della sua dittatura", ha affermato sul social network X.
Prova ne è l’esasperata ostinazione del leader ucraino a presentare il suo piano della vittoria che, evidentemente, contempla la pace solo dopo aver trascinato la Nato in guerra e portato il mondo nell’abisso della Terza Guerra Mondiale.
Lo stesso leader del Cremlino ha rivelato che il mese scorso la Turchia ha trasmesso alla Russia una proposta negoziale da parte dell'Ucraina che Mosca ha "accettato", ma poi Kiev avrebbe fatto marcia indietro.
D'altra parte ha valutato che l'Occidente sta cominciando a considerare il conflitto in modo più "realistico", e per questo deve essere "elogiato". "Ieri dicevano che alla Russia doveva essere inflitta una sconfitta strategica, ma oggi la retorica è cambiata. Lo vediamo, e devono essere elogiati per questo, per il fatto che cominciano a pensare e a valutare la situazione in modo realistico", ha affermato durante un'intervista pubblica tenuta dalla Tass.
Effettivamente anche il capo del Pentagono, Lloyd Austin, dopo un incontro con Papa Francesco, ha riconosciuto ieri che il conflitto ucraino dovrebbe concludersi con i negoziati. “Il segretario e il papa hanno sottolineato l’importanza di una continua collaborazione per alleviare la sofferenza di coloro che sono colpiti da guerre, persecuzioni e sfollamenti”, si legge, a compendio, in una nota del Dipartimento della Difesa, ora allineato su posizioni più miti rispetto al passato, salvo fornire ulteriori 400 milioni di dollari di aiuti militari per il proseguo di combattimenti che, al di là di rinvigorire i bilanci dell'industria della Difesa, stanno facendo ritirare Kiev su tutta la linea.


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Situazione critica a Selidovo Repke: l’Ucraina sta perdendo la battaglia del Donbass

A dare l'ultimo allarme in questo senso è l'analista militare del Bild, Julian Repke, che ha parlato della situazione critica delle forze armate di Kiev, presso Selidovo. "Dobbiamo ammettere che la difesa ucraina della città di Selidovo, che in precedenza ospitava 23mila persone, sta crollando", ha osservato su X, segnalando come ci siano sempre più prove visive di una ritirata su larga scala delle truppe AFU dalla città.
Né persone, né armi, né munizioni, l’Ucraina sta perdendo la battaglia per il Donbass”, ha concluso il giornalista.
I dati sul campo sembrano confermare queste valutazioni. Nelle ultime ore, oltre all'assalto a Selidovo, secondo i blogger russi, il gruppo di forze "Centro" sta conducendo una manovra ai fianchi che minaccia di circondare le forze armate ucraine, tagliandole dalla principale via di rifornimento per la guarnigione dell'AFU che passava attraverso Vishnevoye, ora completamente bloccata al passaggio.
"I russi sono riusciti a sfondare a Vishnevoye (vicino a Selidovo), la situazione è critica", dice Stanislav Osman, noto militante delle forze armate ucraine.  “Ci sono tanti russi lì... e tanti nostri. Questa (l'offensiva delle forze armate russe) assomiglia a uno stormo di topi che corrono verso il grano e a un gatto che non capisce, cosa fare”, lamenta il militare.
In queste ore, nella parte settentrionale della città, gruppi di manovra delle forze armate russe stanno prendendo d'assalto l'“11° quartiere” da sud (a nord del fiume Solyonaya) e da est, mentre nella parte meridionale continuano gli scontri lungo le vie Beregovaya, Centrale e Shevchenko.
Nella periferia sud-occidentale, le truppe russe continuano gli attacchi dalla zona della ferrovia e della trave Lozovaya in direzione delle strade Shkolnaya e Ivan Franko.
Anche nel Kursk la situazione appare sempre più difficile. È lo stesso Putin ad annunciare sul canale televisivo Rossiya 1 che circa 2000 soldati delle forze armate ucraine non comprendono di essere circondati, poiché Kiev ha perso il controllo sulle truppe nella regione russa. Il territorio dove sono bloccati i militari corrisponderebbe a una superficie di 6 x 15 km.
Le persone circondate non si rendono nemmeno conto di essere circondate perché, a giudicare dalle informazioni che abbiamo, il comando e il controllo stabili delle truppe sono andati perduti”, ha rivelato il presidente russo che ha poi definito un numero di perdite irreparabili per le truppe AFU in questo settore del fronte, pari a 26.000 militari.
D’altro canto, il comandante in capo delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrsky, ha affermato che le informazioni sull'ipotetico accerchiamento delle truppe ucraine nella regione di Kursk sono disinformazione proveniente dal paese aggressore. "Questa è una palese disinformazione che non riflette la situazione reale", ha affermato presso l’Ukrainska Pravda, precisando che le truppe ucraine "continuano le operazioni attive in direzione di Kursk, distruggendo il potenziale di combattimento del nemico per il terzo mese consecutivo”.
Il quadro complessivo di Kiev è potenzialmente aggravato dalla presenza delle truppe nord-coreane al fronte. “Le immagini satellitari sono una cosa seria, se esistono, devono corrispondere a qualcosa”, ha detto in conferenza stampa il presidente russo, aggiungendo che l’articolo 4 dell’accordo tra Russia e Corea del Nord prevede di fornire assistenza militare reciproca in caso di aggressione a uno dei due Paesi.
Putin ha poi accusato i Paesi occidentali di essere coinvolti direttamente nel conflitto, con propri militari incaricati di utilizzare armi sofisticate, come missili e droni marini, che “gli ucraini non potrebbero impiegare autonomamente”. “Sappiamo chi è presente sul campo e da quali Paesi europei della NATO proviene”, ha sottolineato.

Foto di copertina © Imagoeconomica

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