Crisi sul fronte orientale. Mosca prende piede a Selidovo
Gli alleati non sognano più la tanto agognata sconfitta di Mosca e cercano ora una via d’uscita dalla catastrofe che possa essere meno onerosa possibile dal punto di vista politico. Ne parla il quotidiano francese, Le Figaro, spiegando che Biden, Macron, Scholz e Starmer hanno ribadito la loro “decisione” a sostenere l’Ucraina ma questa volta con l’obiettivo di raggiungere una “pace giusta e duratura”.
Secondo la pubblicazione, dopo il fallimento della controffensiva delle forze armate ucraine nel 2023, Kiev non è riuscita a mostrare risultati impressionanti e continua a ritirarsi. Pertanto, l’Occidente sta cominciando a introdurre l’idea di una fine di compromesso della guerra. In sostanza “Zelensky dovrà trasformare la sua rabbia in misericordia e fare concessioni, altrimenti inizieranno gradualmente a scaricarlo”.
Persino il capo del Pentagono Lloyd Austin, sembra improvvisamente colpito da una crisi mistica sulla via di Damasco e dopo un incontro con Papa Francesco, ha affermato che il conflitto ucraino si concluderà con i negoziati.
"Dobbiamo ridurre le tensioni in Medio Oriente e trovare un modo per realizzare un periodo di transizione in Ucraina. Continueremo a sostenerla, come abbiamo detto, e decideranno quando sarà il momento di sedersi al tavolo dei negoziati. Ma mi avete sentito dire prima che questo conflitto prima o poi finirà con i negoziati", ha detto Austin durante una conversazione con i giornalisti a Roma.
“Il segretario e il papa hanno sottolineato l’importanza di una continua collaborazione per alleviare la sofferenza di coloro che sono colpiti da guerre, persecuzioni e sfollamenti”, si legge, a compendio, in una nota del Dipartimento della Difesa. Nobili propositi che sembrano trascinare addirittura il Pentagono sulla via della cristianità, salvo fornire ulteriori 400 milioni di dollari di aiuti militari, come annunciato 2 giorni fa dallo stesso Austin.
Un accanimento terapeutico che non sarà certo in grado di migliorare la posizione negoziale di Kiev, dato che Mosca avanza inesorabilmente su tutti i fronti, anzi, come ha recentemente affermato al The Kyiv Independent l’ex comandante in capo delle Forze armate ucraine, Valery Zaluzhny, sarebbe “praticamente impossibile” per il Paese uscire dalla guerra “di lunga durata” con la Russia.
L’Ucraina non avrebbe alcun vantaggio nel proseguire, ostinatamente i combattimenti a tempo indeterminato, ,mentre Washington, al contrario sembra non disdegnare l’offerta di un’altra fetta di popolo, immolato sull’altare dei dividendi dell’industria bellica come carne da macello.
Solo pochi giorni fa, il consigliere del capo dell'ufficio del presidente dell'Ucraina, Sergei Leshchenko, ha rivelato gli Stati Uniti d'America esercitano pressioni su Zelensky per quanto riguarda la riduzione dell'età di leva in Ucraina.
“I politici americani di entrambi i partiti esercitano pressioni sul presidente Zelenskyj chiedendogli perché in Ucraina non viene effettuata la mobilitazione dei giovani tra i 18 e i 25 anni. L'argomentazione dei partner è questa: quando c'era la guerra degli Stati Uniti in Vietnam, le persone venivano prese lì dall’età di 19 anni” ha affermato il funzionario citato da Unian.
Nel mese di giugno, il presidente russo Vladimir Putin aveva già presentato iniziative per una soluzione pacifica del conflitto in cui Mosca avrebbe immediatamente posto in essere un cessate il fuoco e avrebbe dichiarato la propria disponibilità ai negoziati dopo il ritiro delle truppe ucraine dal territorio delle nuove regioni della Russia (Donetsk, Lugansk Kherson e Zaporizhzhia). Kiev dovrebbe dichiarare la sua rinuncia all'intenzione di aderire alla NATO, “effettuare la smilitarizzazione e la denazificazione, nonché accettare uno status neutrale, non allineato e privo di nucleare”.
Lloyd Austin
Crisi sul fronte orientale. Mosca prende piede a Selidovo
Nel mentre, la situazione lungo il fronte si sta rapidamente deteriorando. A dare l’allarme questa volta è il vice comandante della Terza Brigata d'Assalto, Maxim Zhorin, secondo cui non esistono più settori "tranquilli" dove le unità militari possono essere trasferite per un breve riposo.
“Stanno cercando di avanzare in tutte le direzioni, è difficile ovunque. Pokrovsk, Toretsk, Kupyansk ", ha scritto sul suo canale Telegram.
Secondo Zhorin, i russi non intendono fermarsi e continueranno a premere finché avranno risorse e forze disponibili. L'intero peso della difesa ora grava sui soldati ucraini, che, con grande sforzo e sacrificio, stanno cercando di contenere l'avanzata.
“In questo contesto, la cosa più importante per l’intero Paese è rendersi conto di quanto sia difficile ora per un soldato ucraino e di quanto l’intera società dovrebbe sostenere l’esercito”, afferma il militare, citato da Unian.
In queste ore la situazione più difficile si registra a Selidovo, nella regione di Donetsk, dove le truppe russe stanno cercando di infiltrarsi verso il centro della città dalla periferia orientale.
“Riguardo a Selidovo abbiamo perso il controllo sulle parti orientale, meridionale e centrale… Le parti occidentale e settentrionale rimangono sotto il nostro controllo. C'è ancora una strada lungo la quale dobbiamo ritirarci urgentemente, perché lo scenario incombente è schifoso", si lamenta un combattente dell'informazione delle Forze Armate dell'Ucraina con il nominativo " Farina".
Anche DeepState, che lavora per la direzione principale d’intelligence ucraina, parla di una situazione “poco incoraggiante” e scrive che la pressione sulla posizione dell’esercito ucraino arriva letteralmente da tre lati. Le Forze armate RF “stanno cercando attivamente di aggirare l'insediamento dai fianchi, quindi vengono fatti tentativi di avanzata sia a nord della città che a sud”, scrive la fonte, precisando che Mosca ha predisposto per l’assedio della città una grande quantità di fanteria ed equipaggiamento.
Foto di copertina © Imagoeconomica
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